Ricordiamo che in questa sezione si parla del Treviso FBC, solo del Treviso FBC, nient'altro che del Treviso FBC. Qualsiasi altro messaggio non inerente a questi argomenti (ad es. il tifo e la curva) sarà quanto prima cancellato.


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Storia del Treviso Fbc

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2007 14:00
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31/01/2007 22:41
 
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visto che forse non è nota a tutti riporto dal sito ufficiale la storia ormai quasi centenaria del Treviso

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La pratica del gioco del calcio,a Treviso, è documentata sino dal 1896, quando si svolge il primo campionato italiano di calcio della storia, nell'ambito di un concorso ginnico-atletico comprendente varie discipline. Il torneo che si svolse in Piazza d'armi a S.Maria del Rovere vide la partecipazione di tre formazioni trevigiane: l'Istituto Turazza, la Società di Ginnastica Velocipedistica Trevigiana e la squadra di Vittorio Veneto. Il torneo fu vinto dall'Udinese che battè l'Istituto Turazza in semifinale (3-1) e il Ferrara in finale (2-0).
La passione per il calcio nella città trevigiana fu avviata dal tedesco Manfred Herion. Tra il 1904 e il 1907 vi fu una fioritura di squadre nell'ambito trevigiano che si misurarono con le realtà confinanti di Udine, Venezia e Padova. La più importante fu senza dubbio l'Associazione Calcio Treviso che nel 1908 si unì alla consorella Juventus, eleggendo presidente onorario il nobile Antonio Morosini e presidente effettivo Manfred Herion.
Nel 1909, nasce ufficialmente il "Foot Ball Club Treviso": la data si fa risalire al 18 gennaio grazie ad una tessera sociale intestata al cavaliere Angelo Verza. Il primo presidente fu Felice Sanson, la maglia era per metà bianca e per metà nera. Il primo torneo organizzato dal FBC Treviso fu denominato "Coppa delle Signore". Si gioca a S.Maria del Rovere, ad un paio di chilometri dalle mura del centro storico cittadino. La prima formazione ufficiale fu così composta: Fabiano; Girani, Coletti; Zamengo, Bottesini, Rizza; Nespoli, Capra, Corazza, Pellegrini, Brevedan con i rincalzi Righetti e Pittini.
La rinasciata
Il calcio si organizza ma la vita del Treviso termina presto. Nascono altre società, e la Tarvisium è la prima ad adottare la maglia biancoceleste. Nessuna formazione partecipa però al campionato italiano e i migliori talenti emigrano verso altri lidi. Il più celebre fu certamente il centravanti Emilio Brevedan che giocò dal 1913 nel Milan. Nel 1913 alla trattoria Boschero di via Barbera si ricostituisce la società cittadina con il nome di Treviso Foot Ball Club guidata dal presidente Antonio Colletti. La società disputa solo incontri amichevoli e l'anno successivo organizza il primo torneo "Città di Treviso" a cui partecipano la Virtus Venezia (vincitrice proprio ai danni del Treviso), l'Aurora Venezia e la Mestrina. La squadra scende in campo indossando la maglia biancoceleste. Questa la formazione: Fontanin, Brevedan, Coletti, Bottesini, G.Visentin, Viterbi, Zamengo, Pellegrini, Schievano, Conean, Migliorini, il belga De Temmerman, Girardi, Pittini, Capra, Rigetti, Rossi, Boschiero, Castelli, Speziali, Gregoletto, Corazza, Gatti, Zorzi, Nespoli, Novello e Speranzon. Con questi giocatori il Treviso partecipa al suo primo campionato, quello della Promozione Veneta con Hellas Verona, Virtus Venezia e Dolo, classificandosi secondo dietro agli scaligeri. Nel 1915, in pieno conflitto, il Treviso si iscrive alla Coppa Veneto, conquistando il secondo posto alle spalle del Padova.
Nel primo dopoguerra
L'attività calcistica riprende solamente nel 1919 con il Treviso impegnato nel campionato di Promozione terminato al terzo posto alle spalle di Bentegodi Verona e Dolo. Nello stesso anno viene inaugurato il primo campo di calcio recintato e con tribuna, il Van den Borre a S.Lazzaro. Sempre nello stesso anno si organizza la Coppa Appiani e il Treviso se la aggiudica battendo Padova, Bologna e Modena. Nel 1920 si inaugura il campo di calcio di S.Maria del Rovere con un'amichevole contro l'Udinese, battuta per 1-0. Nel 1922 il Treviso disputa il suo primo incontro internazionale contro il Meteor Vienna. Nello stesso anno viene costituito il settore giovanile e la squadra, che partecipa al campionato veneto di categoria, primeggia per tre anni di seguito dal 1924 al 1926. Nel 1923 il Treviso partecipa al campionato di seconda divisione. Nel 1925-26 il Treviso viene promosso per la prima volta in prima divisione dove centra un prestigioso secondo posto alle spalle del Vicenza. Nel 1933 viene inaugurato il nuovo stadio cittadino, in via Ugo Foscolo prima con un'amichevole contro l'Udinese, successivamente con un incontro di prestigio contro la Nazionale Italiana superata per 1-0 (gol di Bozzolo). In questo periodo la società cambia la denominazione della ragione sociale da Treviso Fbc ad Associazione Calcio Treviso. Nel 1936 la squadra prende parte alla Coppa Italia e alla serie C, suddivisa in tre gironi. Presidente è Sigfrido Buosi, allenatore l'ungherese Herman. In questi anni sono memorabili i derby con Padova, Venezia ed Udinese spesso sconfitte grazie alle reti dei bomber Visentin, Bozzolo e Barluzzi. Nel 1938-39 la formazione biancoceleste giunge seconda in serie C preceduta dall'Udinese che viene promossa in serie B. Inizia l'epoca segnata dal presidente Bruno Monti con la serie B sfiorata più volte.
Il secondo dopoguerra e la serie B
Scoppia la seconda guerra mondiale e l'attività viene sospesa per riprendere poi nel 1944 con la partecipazione ad un campionato misto di serie B e C che vede la formazione trevigiana classificarsi al sesto posto del girone C. Nel 1946-47 il Treviso partecipa al campionato di serie B classificandosi al quarto posto del girone B alle spalle di Lucchese (unica squadra capace di vincere al Comunale), Padova ed Empoli. L'anno successivo la F.i.g.c . decide di riformare il campionato cadetto (che ritorna a girone unico). Il Treviso si classifica al tredicesimo posto e ritorna in serie C. Passano solamente due stagioni ed il Treviso ritorna fra i cadetti dove rimarrà per cinque stagioni. Questa la formazione del 1949/50: Moretto, Favaro, Tremonti, Zorzi, Chiodi, Ruzza, Bearzi, Zian, Persi, Pantaloni, Capri e Nicoletti.

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Il "Paron" Rocco
Con il campionato 1950/51 arriva Nereo Rocco, che resterà sulla panchina biancoceleste per tre anni e mezzo, segnando indelebilmente la storia calcistica della città della Marca per poi scrivere alcune delle pagine più belle della storia di Padova e Milan. Il tecnico triestino arriva sulla panchina alla settima giornata in sostituzione di Antonio Bisigato, artefice del ritorno in B, a cui vengono date la mansioni di direttore tecnico. E' un campionato difficile per la neopromossa Treviso che riesce a salvarsi solamente alla quarantesima giornata con la vittoria al Comunale per 2-0 sul Pisa che posiziona il Treviso al quindicesimo posto alla pari con il Messina. Ottenuta la salvezza il Treviso trascorre un'agitata estate sul piano societario. Il 23 luglio il presidente Giordano Bruno Monti viene lasciato solo. Cadono i venti consiglieri e si parla di commissariamento ma alla fine il presidente ripiana la vertenza. La squadra viene rinforzata con gli acquisti del centrocampista Martinelli dal Rovigo, del mediano Paulinich dall'Udinese e della mezzala Trapanelli dal Milan. La squadra di Rocco termina il campionato al sesto posto mantenendo l'imbattibilità casalinga e riuscendo a cogliere alcune vittorie di prestigio come il 2-0 sulla capolista Roma davanti ad un pubblico record di 13.000 unità o i successi casalinghi contro Brescia (seconda classificata), Salernitana (4-1), Modena (3-1), Monza (4-0).
L'anno successivo il Treviso si riconferma giungendo al nono posto con 35 punti in 34 gare, in un torneo che vede l'affermazione del Genoa. A due giornate dalla fine l'allenatore Nereo Rocco annuncia di non aver trovato l'accordo con i vertici societari per l'anno successivo mentre la società comunica, alcuni giorni dopo, l'ingaggio di Guido Testolina. Il Treviso si afferma nella Coppa Veneto vincendo la semifinale con la Triestina (5-3 al Comunale e 1-0 a Trieste) e superando in finale il Padova (che aveva eliminato il Venezia) con una doppia vittoria: 3-1 il 21 giugno 1953 all'Appiani (tripletta di Luciano Padoan), 4-0 sette giorni dopo al Comunale con doppietta di Badiali e reti di Padoan e Loschi. Il Treviso si ripresenta per la quarta volta consecutiva ai nastri di partenza del campionato di serie B guidato sempre dal cavalier Giordano Bruno Monti, affiancato da tre vicepresidenti: Lino Monico, Alfredo Grippo Belfi e Luigi Tesser.
Guido Testolina viene affiancato in panchina dal vice Busidoni. Quest'ultimo gli subentrerà alla decima giornata, con il Treviso ancora a digiuno di vittorie, mentre dalla tredicesima la conduzione tecnica della squadra passerà a Bruno Notti. Sotto la sua guida il Treviso vince la prima partita del campionato alla quindicesima giornata contro il Piombino lasciando l'ultimo posto in classifica proprio ai toscani. Alla fine del girone di andata il Treviso ha raccolto solamente 9 punti in 17 gare. Ma nel ritorno le cose migliorano e la formazione biancoceleste riesce a cogliere una striscia di 8 risultati utili consecutivi (vincendo al Comunale con Salernitana, Modena, Monza e a Verona). La salvezza viene conquistata all'ultima giornata grazie al pareggio interno per 0-0 con il Como che consente al Treviso di precedere di un punto il Fanfulla (che era stato penalizzato con 5 punti) e di due il Piombino, entrambe retrocesse in serie C. Quinta stagione consecutiva nella serie cadetta (ottava complessiva) per il Treviso che nonostante i problemi societari compone una discreta rosa affidata all'allenatore Giacinto Ellena (sostituito poi alla 24 giornata dall'allenatore-giocatore Ottorino Paulinich). Le vittorie casalinghe con Palermo, Salernitana, Pavia e il successo in trasferta nel derby con il Vicenza (poi promosso in serie A con il Padova) consentono all'undici biancoceleste di terminare al tredicesimo posto il girone d'andata. Nel girone di ritorno il Treviso vince solamente contro Alessandria e Taranto, la sconfitta dell'ultima giornata a Brescia (1-3) e la contemporanea vittoria del Verona sull'Alessandria condanna i biancocelesti alla retrocessione in serie C in compagnia del Pavia. Il Treviso chiude al 17° posto con 27 punti, ad uno solo dall'accoppiata Verona e Alessandria.
Il ritorno in C
l Treviso si ritrova in C e dopo solamente un'altra stagione scivola in quarta serie, istituita proprio nel 1956-57. Le redini della squadra vengono prese da Arturo Silvestri che porta la squadra in C con un secondo posto alle spalle del Mantova e nel 1958-59 il Treviso si ripete conquistando, questa volta in C, la seconda posizione nel girone A. L'anno successivo si piazza ottavo mentre nel 1959-60 riesce a salvarsi solamente all'ultima giornata. Gli anni sessanta vedono il Treviso stabilmente in serie C con piazzamenti da centroclassifica. Il 5 ottobre 1963, lo stadio Comunale viene intitolato allo scomparso campione del motociclismo Omobono Tenni. Alla metà degli anni sessanta alla guida di Manente il Treviso si piazza 6° (63-64), 8° (64-65) , 5° (65-66) e 12° nel 1966-67 quando sulla panchina biancoceleste siede Gigi Radice in sostituzione di Manente prima della conclusione del campionato. Terzo posto nel 1969-70 con la guida di Molina e l'anno successivo un decimo posto. Nel 1971 sotto la guida di Magistrelli il Treviso scivola di nuovo in serie D. Sono necessarie tre stagioni per il ritorno in serie C. Al vertice della società c'è Michele Archiutti mentre in panchina siede Massimo Giacomini. Cambiano i presidenti e gli allenatori ma non le vicende calcistiche trevigiane che non riescono a decollare.
Le difficoltà nell'80° compleanno
Nel 1980 l'A.C. Treviso viene trasformato in società per azioni. Nel 1981-82 il Treviso si piazza al settimo posto e il nuovo presidente è Ciano Donadon, coadiuvato da altri personaggi. Tra questi spicca il nome di Mirto Dotto, fra i principali finanziatori della squadra, capace di sostenerla economicamente evitandone un anticipato fallimento. Nel 1984-85 con in panchina Reja il Treviso retrocede in serie C2 ma sono ben più gravi i problemi finanziari. Si rischia il fallimento. Rileva il 99,8% delle quote societarie il trevigiano Massimo Zanetti che nomina presidente un suo dirigente, Sandro Vanello. Sotto la guida di Romanzini il Treviso si classifica al settimo posto. Due anni dopo Zanetti lascia il calcio Treviso e la proprietà va a Zambianchi ma nuove difficoltà finanziarie consegnano la società a Edy Sartori. Ma i risultati non arrivano e il Treviso raccoglie solamente un 13° e un 11° posto. Il Treviso festeggia gli 80 anni con in panchina Francesco Guidolin. Nella formazione ci sono: Campagnola, Salvalajo, Strukely, Mantovani, Fantinato, Pillon, Pizzolon, Lenisa, Martignon, Seno, Babuin, Raveane, Bortoletto, Calamai, Morao, Capuzzo e Schiamone. Presidente è Domenico Zanini. Zanini chiama al suo fianco per l'organizzazione generale Mario Biason, il quale si assume anche la responsabilità di tutto il settore giovanile, apportando notevoli innovazioni. La squadra chiude al 5° posto con 37 punti. Il miglior marcatore è Capuzzo con 10 reti, seguito da Seno con 8. Francesco Guidolin però non trova l'accordo con il nuovo general manager della società e va a Fano. Gli succede Alberto Cavasin e una squadra completamente rinnovata. Cavasin viene però sostituito nel febbraio 1991 da Romano Fogli (e nel finale di stagione da Bortoletto). A marzo il Treviso è ancora ultimo in classifica nel girone B della C2, la retrocessione diviene matematica a maggio: ultimo posto in classifica con 23 punti e la speranza (poi risultata vana) di un ripescaggio. Si riparte dall'Interregionale con Pippo Filippi in panchina, ma nel corso della stagione viene promosso in prima squadra l'allenatore dell'Under 21 Feltrin che con il nuovo d.s. Capuzzo porta la squadra al nono posto con 34 punti (primo il Giorgione con 49).

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I primi anni novanta
E' la stagione 1992-93: il presidente Zanini, dopo quattro anni di collaborazione liquida il dirigente "tuttofare" del Treviso Leandro Casagrande e lo sostituisce con Ugo Holzer. Alla guida della squadra viene chiamato Renzo Rocchi, il direttore sportivo è Ernesto Capuzzo. Il Treviso parte bene e a metà novembre con la squadra capolista del campionato Dilettanti, Domenico Zanini cede la maggioranza del pacchetto societario a Giancarlo Usvardi, mantenendo la carica di presidente. Il Treviso è campione d'inverno, ma sul fronte societario è il caos. Il 6 febbraio 1993 la società assume il nome di Treviso Foot Ball Club s.r.l. e nuovo amministratore delegato è Eugenio Crotti. Il 24 febbraio il Treviso Spa è condannato alla liquidazione coatta amministrativa (la soglia del fallimento). Ma alla nuova società Treviso Foot Ball Club s.r.l. viene data la priorità all'acquisto del vecchio Treviso S.p.a.
L'era "Caberlotto"
Domenico Zanini scompare e all'orizzonte appare Giovanni Caberlotto, titolare della Lotto, figura che riporterà la passione per il calcio nel capoluogo della Marca e che si rivelerà come vero motore delle successive tre promozioni consecutive, fino alla serie B. Il 12 marzo viene ufficializzato l'acquisto della società da parte di Giovanni Caberlotto che assume inizialmente la carica di consigliere lasciando la carica di presidente a Vittorio Zanini mentre direttore generale viene nominato Gastone Marchi. Il Treviso manca di poco la promozione, ma attorno alla squadra biancoceleste ritorna l'entusiasmo. E a stagione finita, quando l'allenatore Renzo Rocchi se ne è andato, la squadra guidata dall'allenatore della squadra "Beretti" Stefano Realini vince la Supercoppa Dilettanti, battendo in finale l'Imola per 4-2 (ai rigori). Nella stagione 1993-94, Caberlotto si affida al trio Dino D'Alessi, allenatore, Gastone Marchi direttore generale e Nico Zambianchi come direttore sportivo. Nel luglio 1993 il presidente Vittorio Zanini si dimette dall'incarico e al vertice della società sale Giovanni Caberlotto con alla vicepresidenza Renzo Barcè. A gennaio il Treviso è al quarto posto in classifica a soli quattro punti dalla prima (il Valdagno). Nel ritorno non c'è l'accelerazione che tutti si aspettano e a fine campionato il Treviso è solamente quinto con 37 punti (sedici punti sotto la capolista San Donà).
Il ritorno fra i professionisti
Per il campionato 1994-95 viene ingaggiato l'allenatore Giuseppe Pillon con Renato Favero che assume la carica di direttore sportivo. Nella rosa troviamo alcuni giocatori che diverranno amatissimi dal pubblico: Fiorio, Pradella, Margotta, Bonavina, Maino, Boscolo e il trevigiano De Poli. La stagione inizia con un precampionato promettente e all'inizio della stagione ufficiale le speranze di un ritorno fra i professionisti sono concrete. E' la Triestina l'avversario da battere per la squadra biancoceleste: ad aprile, a tre gare dal termine, Treviso e Triestina sono appaiate a 43 punti. Ed il 7 maggio biancocelesti ed alabardati si ritrovano di fronte nello scontro che vale la promozione. Si gioca a Trieste e il Treviso, grazie ad un indimenticabile gol di Loris Pradella vince per 2-1 <> la sconfitta di 1-0 subita all'andata. La C2 è a portata di mano e a metà maggio, si festeggia la matematica promozione con un pareggio a reti bianche contro la Miranese. Si riparte dalla C2 con in panchina sempre Giuseppe Pillon. Con lui troviamo i portieri Pierobon e Cecchinato. i difensori Maino, Bernardi, Rossi,Margiotta, Dal Compare; i centrocampisti Boscolo, Davanzo, Bressan, Pasa, Novello, Cunico, Bonavina, De Poli e le punte Tollardo, Fiorio, Pradella e Boscaglia. Dopo il pareggio 1-1 con la Fermana l'esordio casalingo non avviene però al Tenni (in fase di ristrutturazione) ma a Castelfranco con un sconfitta per 0-1 con il Livorno. La prima vittoria arriva alla quinta giornata sul campo della Vis Pesaro ma il Treviso non si ferma più. Nelle restanti dodici partite del girone di andata solo Giorgione, Triestina e Forlì riescono fermare i biancocelesti sul pareggio. La musica non cambia nel girone di ritorno e il Treviso stravince il campionato con 68 punti (19 vittorie, 11 pareggi e solo 4 sconfitte) seguito dal Livorno a 63, Ternana (57), Fermana (che seguirà il Treviso in C1vincendo i playoff) e Triestina a 56. Bomber della squadra è Pippo Fiorio con 19 reti. Le due promozioni consecutive accrescono l'entusiasmo in città e si riparte convinti di poter fare bene anche in C1. Gli inizi non sono dei più facili ma ad ottobre i risultati sono convincenti. Il Treviso batte numerose squadre blasonate e si piazza al primo posto del campionato verso la fase centrale del campionato grazie alle vittorie consecutive contro Como, Spal, Carrarese e Prato. Si pensa alla serie B, il Tenni si riempe sempre di più giornata dopo giornata e Pillon diventa popolarissimo. Nel ritorno il Treviso continua nella sua marcia verso la promozione vanamente contrastato dal duo emiliano Brescello e Carpi. Ad un passo dalla serie B, il 3 marzo 1997 muore d'infarto Giovanni Caberlotto. Per la Treviso calcistica, per il mondo dello sport in generale (la Lotto è sponsor tecnico di molti club) e dell'industria, è un vero choc. La squadra onorerà la memoria del presidente non lasciandosi sfuggire la serie cadetta: l'11 maggio,battendo la Spal per 2-1, di fronte a 6 mila tifosi entusiasti, nell'ultima gara casalinga di campionato la serie B diventa realtà. Il Treviso chiude a Siena con una sconfitta: per i biancocelesti 60 punti (frutto di 16 vittorie, 12 pareggi e 6 sconfitte), 47 le reti fatte contro le 29 subite seguiti in classifica da Brescello(59), Carpi e Saronno (55) e Monza (che otterra la promozione in B attraverso i playoff).
Di nuovo in B
Il Treviso torna in B dopo 42 anni ma perde l'allenatore Giuseppe Pillon (artefice delle tre promozioni) che va sulla panchina del Padova. Il pacchetto azionario passa dalla famiglia Caberlotto al gruppo trevigiano di Barcè e Bisetto mentre la panchina è affidata a Gianfranco Bellotto. Con il Tenni in ristrutturazione la squadra disputa la prima parte della stagione nel tempio del rugby a Monigo. Fra i giocatori acquistati arriva anche il secondo straniero della storia del Treviso: dopo l'inglese Charles Norman Adcock nel 1950-51 (che aveva vestito le casacche di Milan, Padova e Triestina) veste la maglia biancoceleste il russo Andrei Talalaev (18 presenze ed un gol). L'esordio a Cagliari non è dei più felici (0-2) e per i tre punti occorre aspettare la quarta giornata quando il Monza viene sconfitto per 3-0 (doppietta di Fiorio e rete di Soncin). A marzo il Treviso ritrova lo stadio Tenni e l'esordio non può che essere migliore: 2-1 al Perugia (poi promosso) con reti di Susic e di Fiorio su rigore dopo il vantaggio dei grifoni con Tovalieri. Con la serie B ritorna anche il fascino dei derby con Venezia, Padova, Verona, Vicenza e le sfide con le nobili decadute come Torino, Napoli e Cagliari. Alla fine il Treviso conquista un ottimo ottavo posto (52 punti) ad una sola lunghezza da Verona e Reggina seste.
10 volte tra i cadetti
La stagione 1998-99 rappresenta il decimo campionato di serie B per la squadra biancoceleste e l'inizio non può essere più promettente dopo la delusione dovuta all'eliminazione dalla Coppa Italia da parte del Cosenza. Tre vittorie nelle prime tre giornate (Chievo al Monti, Lecce e Cesena) proiettano la squadra in prima posizione. Alla quarta giornata al Tenni arriva l'Hellas Verona, una delle favorite per la vittoria finale, e lo 0-0 finale mantiene il Treviso in testa alla classifica. Un altro pareggio a Monza, la vittoria casalinga contro la Cremonese e il 19 ottobre arriva la laurea per la capolista che sull'infuocato campo del S.Paolo, davanti a 40.000 spettatori, conquista un brillante punto in casa del Napoli (1-1 rete di Maurizio Rossi) che consente di rimanere al solitario posto in classifica davanti a Verona, Ravenna e Torino. Dopo l'ottimo punto conquistato in casa dei partenopei il Treviso conquista tre vittorie di fila (Reggina, Brescia e F.Andria) ma nella giornata successiva il pareggio casalingo contro la Lucchese fa perdere ai biancocelesti la vetta della classifica conquistata dal Verona e dopo la sconfitta contro il Genoa a Marassi gli scaligeri vittoriosi a Brescia, portano a 4 i punti di vantaggio. Sembra tutto finito invece i biancocelesti riprendono la marcia vincendo prima 5-1 contro il Cosenza ed espugnano, poi, il campo di Pescara (terza forza del campionato). Il pareggio a reti bianche contro i granata, a Torino, consente ai trevigiani di ritornare in testa al campionato alla 16° giornata, grazie alla sconfitta del Verona sul campo di Monza, e la successiva vittoria casalinga sulla Reggiana per 3-2 porta i biancocelesti a sette punti di vantaggio sull'Atalanta, quinta. Alla fine del girone di andata, il Treviso festeggia. Cinque mesi di corsa, prima come squadra rivelazione e poi come sorpresa, porta il team di Bellotto, al secondo posto solitario alle spalle del Verona. Il Torino si trova sotto di un punto mentre la quinta della classe è a cinque punti. Tutto questo lascia fantasticare il tifoso che mai come quest'anno si trova davanti la grande opportunità di vedere la propria squadra salire in serie A, categoria che il Treviso non ha mai raggiunto. A dare maggiore forza a questa convinzione è la squadra che gioca a memoria ed impone il ritmo a qualsiasi avversario. L'unica sconfitta del girone d'andata rimane quella contro il Genoa e, anche in questo, la squadra è da primato. Ma con il girone di ritorno, iniziano i primi problemi in casa biancoceleste: seconda battuta d'arresto nel derby contro il Chievo (2-4). Poi in casa con il Cesena, non arriva il tanto atteso riscatto ma un deludente pareggio, nonostante i romagnoli in nove. Riscatto che arriva nella giornata seguente quando al Tenni arriva il Lecce diretta concorrente per la promozione (1-0 gol di Beghetto), a cui fa seguito un prezioso e meritato pareggio sul campo della capolista Verona e la vittoria per 3-1 sul Monza che consente al Treviso di rimanere a sette punti dalle quinte in classifica.Ma febbraio (due punti in tre partite) fa scivolare il Treviso al terzo posto (scavalcato dal Torino) e a soli 4 punti dal quinto posto. A marzo la crisi si fa più profonda e il Treviso con tre sconfitte consecutive (a Brescia, in casa con la Fidelis Andria e a Lucca) esce dalla zona promozione nonostante alla 31° giornata arrivi il successo con il Genoa (2-0 con gol di Beghetto e Lantignotti) che sembra interrompere il periodo nero. Ma l'illusione dura poco con il Treviso che subisce altri due stop a Cosenza e a Terni.
La serie A ormai sembra svanita e l'ultimo mese, che avrebbe dovuto essere il mese del trionfo e della passerella, si trasforma nel mese delle sofferenze e delle recriminazioni. Il 13 giugno 1999 il Treviso chiude il campionato con una sconfitta per 3-2 a Ravenna che lo piazza all'ottavo posto in classifica a otto punti dalla quarta (Reggina). Nei tifosi rimane comunque la consapevolezza di aver vissuto una stagione esaltante che ha visto i colori biancocelesti duellare fino alla fine con le grandi del calcio italiano senza alcun timore.porta la squadra al nono posto con 34 punti (primo il Giorgione con 49).
Il nuovo secolo
Arriva il nuovo secolo ed il Treviso riparte per un nuovo campionato cadetto ringiovanendo la rosa: alcuni simboli della rinascita biancoceleste se ne vanno: Ezio Rossi, Diego Bonavina e Alessandro De Poli su tutti, sostituiti da giovani promesse. La stagione parte con la rinnovata Coppa Italia: non più eliminazione diretta ma girone all'italiana con gare di andata e ritorno. Il Treviso viene inserito nel girone 5 con Gualdo, Reggina (neopromossa in A) e Cosenza. Quattro vittorie e due pareggi (entrambi per 0-0 con la Reggina) non bastano per passare il turno. Il Treviso viene infatti eliminato per differenza reti dalla squadra amaranto. Il calendario del campionato riserva alla squadra un inizio da brividi: Vicenza e Atalanta,candidate alla promozione, sono le prime compagini che la squadra biancoceleste deve affrontare. Il Vicenza passa al Menti per 1-0. Per la cronaca da segnalare un rigore parato all'attaccante biancorosso Comandini la 47' del secondo tempo da Ziliani, in sostituzione del portiere Aldegani espulso nell'azione che ha portato al fallo. Non va meglio a Bergamo dove il Treviso sotto di tre reti a zero non riesce a completare la rimonta che si ferma alle reti di Fausto Pizzi e di Luca Toni (arrivato dalla Lodigiani). I due si ripetono la domenica successiva e stavolta arrivano i tre punti grazie alla vittoria conto il Cesena.
Il campionato biancoceleste sarà caratterizzato da prestazioni eccellenti fra le mura amiche seguite da trasferte avare di soddisfazioni. La trasferta di Torre Annunziata contro la neopromossa Savoia ne è l'esempio (0-1) a cui seguono i pareggi esterni con Fermana e Pescara e Ravenna e le sconfitte ad Empoli, Genova (2-0 sia dai blucerchiati che dai rossoblù) e Pistoia. Al Tenni invece il Treviso incanta: prima il Monza (3-1) poi, una superba prestazione contro il Napoli di Novellino, che lascia il Tenni con cinque reti al passivo. Altre tre reti rifilate alla Ternana e le vittorie con Cosenza ed Alzano e Chievo. Il girone di andata si chiude con la trasferta (e sconfitta) di Salerno. Il Treviso chiude il girone di andata all'undicesimo posto a sei punti dalla zona promozione per colpa dell'andamento in trasferta della squadra che non riesce a decollare. E il trend non cambia nel girone di ritorno: a Vicenza, di fronte alla capolista, il Treviso viene sconfitto per 2-0, ma nel turno successivo, fra le mura amiche, Bortoluzzi e Toni battono l'Atalanta in piena lotta per la promozione. La trasferta successiva è ancora amara per la squadra trevigiana sconfitta per 2-0 a Cesena. Alla 27° giornata il Treviso raccoglie i suoi primi tre punti in trasferta, e lo fa sul difficile campo del S.Paolo contro una squadra impegnata ad inseguire la promozione. Beghetto, Crovari e Ballarin consentono ai ragazzi di Bellotto di espugnare il campo del Napoli e portarsi a soli quattro punti dalla serie A. Ma nelle giornate successive i sogni di promozione vengono allontanati subito dai pareggi interni con Ravenna ed Empoli e dalla successiva sconfitta a Terni. Raggiunta la salvezza il Treviso si regala un'altra impresa bloccando la blasonata Sampdoria e dando via libera al Napoli per il ritorno in A proprio a spese dei blucerchiati. Il Treviso chiude la stagione al Tenni con un roboante 7-1 ai danni di una Salernitana ormai demotivata, conquistando l'ottavo posto in classifica con 51 punti (solo 9 in trasferta), frutto di 13 vittorie e 12 pareggi; il Tenni imbattuto per 16 giornate (espugnato solo dal Vicenza alla prima di campionato), 56 reti fatte (terzo miglior attacco grazie alle 15 reti di Luca Toni e alle 11 di Luigi Beghetto) e 48 subite.
Una stagione amara
Stagione 2000/2001. Il Treviso è al suo quarto anno consecutivo tra i cadetti. Le tre stagioni targate Bellotto hanno regalato ottimi piazzamenti in classifica, tante soddisfazioni ai tifosi, qualche sogno non raggiunto e la certezza, soprattutto, che i biancocelesti hanno le carte in regola per combattere ad armi pari con le grandi del calcio. Ma sarà un campionato amaro, molto amaro, che culminerà con la retrocessione in serie C/1.
Dopo tre anni, Gianfranco Bellotto decide di cambiare aria e vola a Cagliari. Il pomeriggio del 13 giugno la società di via Foscolo presenta il nuovo allenatore, Elio Gustinetti. Non è un momento felice, per il calcio trevigiano: sono i giorni nei quali tiene banco il "caso Rambaudi", che avrà strascichi giudiziari, ma non solo, fino alla fine della stagione.
Gustinetti si ritrova a fare subito i conti con una rosa da risistemare. Il problema più grosso è costituito senza dubbio dall'attacco: la premiata ditta del gol, Luca Toni e Gigi Beghetto, ha deciso di lasciare. Toni, arrivato a Treviso dalla Lodigiani, già da gennaio è di proprietà del Vicenza. Dalla Marca il bomber emiliano spicca il volo verso il "calcio dei grandi". Beghetto, invece, dovrà aspettare fino a metà settembre per lasciare la squadra e accasarsi al Cagliari, assieme a mister Bellotto. Dicono addio al Treviso anche Orlando, Crovari, Aldegani, Godeas e Longhi. Il mercato estivo porta in città Fanesi, Colacone, Rocchi e Morante. Sul fronte della proprietà si affacciano alcuni volti nuovi: prima quello dell'imprenditore di San Zenone degli Ezzelini Angelo Carron, che acquisisce le quote del vicepresidente Paolo Bisetto; poi entrano a far parte della compagine altri due imprenditori trevigiani, Roberto Garbujo e Renato Sartorello, che rilevano le quote lasciate libere dall'altro vicepresidente, Lorenzo Marazzato.
Alla prima uscita ufficiale - al "Tenni" in amichevole col Bari, il 6 agosto - la squadra di Gustinetti sembra già in palla. E' un Treviso che piace, ma in Coppa Italia - macchiata subito dagli ululati razzisti della curva contro il brasiliano Pelado - viene subito punito a Brescia dal solito Hubner. Nonostante la vittoria per 2-1 in casa con l'Alzano (doppietta di Rocchi), i biancocelesti escono dalla competizione e a Reggio Emilia contro il Brescello, in una gara che comunque è senza obiettivi, gli esperimenti di Gustinetti non riescono.
Il debutto in campionato è un chiaro preludio di quel che sarà l'andamento dell'intera stagione. A Siena i biancocelesti vengono maltrattati per 2-0 da una matricola della B. Fuori casa gli uomini di Gustinetti - ai quali viene annullato un gol per fuorigioco (Rocchi) - soffrono soprattutto a centrocampo. Poco cambia fra le mura amiche del "Tenni": la domenica successiva, contro il Cagliari dell'ex Bellotto, è un'altra castigata. A portare in vantaggio la squadra di casa è proprio Beghetto (due giorni dopo il bomber di Tombolo si trasferirà in Sardegna). Poi Buso pareggia, Cammarata sorpassa, Rocchi riaccende le speranze. A decidere la seconda sconfitta in due giornate sarà la testa di Lucenti. Alla terza giornata (il derby col Chievo viene vinto grazie alle reti di Corradi e Cossato) si parla già di crisi. Il primo punto della stagione arriva il 27 settembre, in casa con il Torino. Un mezzo sorriso che porta la firma di Fausto Pizzi, autore del gol su rigore. La società cerca comunque di correre ai ripari e in biancoceleste arrivano Lorenzo Minotti, ex stella del Parma, Roberto Murgita, ex goleador del Vicenza, e il portiere Graziano Battistini. La prima vittoria (Treviso-Crotone 3-2, gol di Pizzi, Tedoldi e Morante) regala morale e speranza.
Il mercato di riparazione porta in città un centrocampista con la voglia di rimettersi in gioco: Fabio Viviani. Gennaio, però, porta anche l'ennesima sconfitta, in casa col Piacenza. La squadra sprofonda in zona retrocessione e la panchina di Gustinetti inizia a scricchiolare. Una lenta agonia, che durerà fino a lunedì 5 febbraio. Nel tardo pomeriggio il tecnico bergamasco viene esonerato e al suo posto la società di via Foscolo chiama Mauro Sandreani. Prima partita, prima caduta: il Chievo di Del Neri travolge al "Tenni" un Treviso che, nonostante i cambiamenti, continua a fare acqua. In casa, dopo anni di vittorie, i biancocelesti non sanno più farsi rispettare. E' crisi nera. Di risultati, di punti, di mentalità, di gruppo.
A Terni, il 27 maggio, c'è la caduta definitiva. Il Treviso - che perde 3-1 dopo essere passato in vantaggio al 33' del primo tempo con Pizzi - è ufficialmente in C/1. Una giornata amara, molto amara. La retrocessione, infatti, non è l'unica ragione per cui piangere: all'ingresso in campo del nigeriano Omolade, gli ultras biancocelesti arrotolano gli striscioni e abbandonano la curva. Un episodio che per tutta la settimana terrà banco più dell'evento sportivo negativo. E il 3 giugno (è l'ultima partita in casa della serie B, che il Treviso disputa contro il Genoa) i giocatori si rendono protagonisti di una protesta unica nel mondo del calcio: i compagni di squadra di Omolade entrano in campo con le facce dipinte di nero. L'antirazzismo del Treviso Calcio fa il giro del mondo.
Sono state scritte migliaia di righe, sulla bellissima giornata nera del Treviso. Alcune per tutte, quelle della "Gazzetta dello Sport" nell'editoriale di Franco Arturi del 4 giugno 2001.
"C'è un calcio delle meraviglie, quello della Roma e delle tante piccole e grandi prodezze che la stagione ci ha regalato. E c'è un calcio degli orrori, quello delle scommesse, dei passaporti falsi, del doping, delle violenze, degli episodi di razzismo. Il primo non ci basta, almeno quest'anno, per riequilibrare le sporcizie del secondo, che sono segnali non solo del degrado morale di un'intera società, ma anche della caduta etica del calcio stesso.
Almeno fino a ieri. Perché proprio sul finire della stagione è venuto un gesto che ci riempie di speranza e di esultanza. Undici giocatori del Treviso in campo con la faccia dipinta di nero per solidarietà nei confronti del loro compagno nigeriano Omolade, fatto segno di un indecente episodio razzista la domenica precedente a Terni, da parte di ultras del Treviso stesso. E la gente allo stadio ha gradito, ha capito, ha applaudito loro e Omolade quando è entrato. Ricorderemo questa mascherata di solidarietà come l'evento più significativo e toccante dell'anno.
Ecco, cari fenomeni celebrati della serie A, che cosa vi si richiedeva da una vita: non certo di affrontare mitra spianati, ma piuttosto di ribadire, con intelligenza e creatività, la scelta obbligata di civiltà e di tolleranza e il no all'odio comunque veicolato. Per il senso di responsabilità che vi pone come eroi e punti di riferimento per tanti giovani. Per la vostra stessa dignità. C'è voluta una squadra di periferia, che retrocede in C, per far capire a tutti come e perché ci si deve muovere. Il tecnico Sandreani, il presidente Barcè e una squadra intera per un pomeriggio sono stati la coscienza stessa del nostro calcio. E non facendo della politica, come ambiguamente ha commentato il sindaco Gentilini, ma affermando il diritto di essere uomini".

AVANTI BLU!


01/02/2007 11:44
 
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con questo topic zonastadio ha reso monigo un dilettante [SM=x397155]
no, cmq gli avevo già dato un'occhiata nel sito

L’ IMPORTANTE E’ CHE TU ESISTA
01/02/2007 13:48
 
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Re:

Scritto da: centro storico 01/02/2007 11.44
con questo topic zonastadio ha reso monigo un dilettante [SM=x397155]



[SM=x397166]

quando avrò una settimana di ferie la leggero' [SM=x397155]

a parte gli scherzi, costa un po'fatica ma consiglio a tutti di leggerla, è veramente interessante da sapere, soprattutto per chi ama il Treviso

01/02/2007 14:00
 
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Eh infatti qui fanno risalire la data di nascita al 18/01/1909.
Zavarise invece al 30/01/1908.


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