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Dolomiti Bellunesi

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15/11/2010 15:39
 
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Il Venezia gioca meglio dei gialloblù ma i due episodi determinanti
sono stati contestati dagli ospiti per la parzialità dell’arbitraggio


Un rigore dubbio
e un gol in fuorigioco
piegano il Belluno


Lunedì 15 Novembre 2010,
VENEZIA-BELLUNO2-1
GOL: pt 28’ M. Miniati; st 10’ rig. Zubin, 15’ Mazzeo.
VENEZIA: Menegatti 6; Falcier 6.5, Nicoletto 6.5, Pianu 6.5, Malagò 7; Collauto 6, Nichele 7, Lelj 6, Salzano 6 (st 32’ Borotto sv); Mazzeo 6.5 (st 22'Di Napoli 6), Zubin 7. Allenatore: Cunico.
BELLUNO: Miniati A. 7; Lazzaretti 5.5 (st 32’ Sommacal), Brustolon S. 6, Pavan 5.5 (st 14’ Zappalà), Lazzarini 6; Mele 6.5, Rosso 5.5 (st 28’ Pontin), Miniati M. 7, Merotto 6; Battaglia 5, Radrezza 5. Allenatore: Tormen.
ARBITRO: Formato di Benevento.
NOTE. Ammoniti Battaglia, Falcier, Pavan, Zappalà e Borotto. Angoli: 9-0 per il Venezia. Recupero: pt 1’, st 3’. Spettatori: 1.668 (1.400 abbonati).

Lunedì 15 Novembre 2010,
Ancora in rimonta, ancora nel segno di Zubin e Mazzeo, il Venezia primo della classe piega 2-1 il Belluno inanellando la sesta vittoria consecutiva al Penzo, la nona in 11 giornate. Un successo ottenuto dovendo risalire dallo 0-1 della prima frazione. I ragazzi di Enrico Cunico conservano così il primato e tre punti di vantaggio sul Treviso cui faranno visita sabato prossimo, ma senza il consueto seguito di tifosi «per motivi di ordine pubblico».
Il Belluno invece ancora una volta è vittima di una rimonta: la classifica si fa sempre più preoccupante e senza i 2 punti ottenuti grazie alla vittoria a tavolino con il San Paolo, i gialloblù sarebbero nel gruppo delle ultime.
Nell’undici iniziale mister Cunico alla fine porta Vianello solo in panchina e opta per Malagò terzino sinistro. All’ala sinistra torna titolare Salzano mentre in attacco Mazzeo viene preferito a Di Napoli come partner di Zubin. Sul fronte bellunese parecchie novità: tra i pali Alan Miniati al posto di Marziani, in difesa Lazzaretti e Lazzarini sono i terzini con Pavan e Simone Brustolon centrali; in regia nuova coppia con Rosso e Merotto per lo squalificato Armenise, infine in attacco si rivede Radrezza dopo la squalifica.
Prima nota del match dopo 2’, perché Battaglia si tuffa in area e l’arbitro lo ammonisce per simulazione. 5’: Pavan atterra Nichele fuori area ma Collauto dalla sua mattonella sbatte solo sulla barriera, dall’altra parte invece il destro teso di Mike Miniati non va lontano dal sette. 8’: doppia occasionissima, una ciascuno, in fotocopia. Da una parte Battaglia buca i centrali lagunari servendo Radrezza che calcio addosso a Menegatti; ribaltamento di fronte, Collauto sfonda a destra e serve Nichele che grazia il portiere gialloblù. Ancora Nichele, stavolta come rifinitore, dà un rigore in movimento a Zubin che però di sinistro alza oltre la traversa. Al 28’ il Belluno si rivede con un destro di Mele che Menegatti blocca a terra senza affanni, ma all’affondo successivo ecco la doccia fredda per gli arancioneroverdi: Merotto perde un contrasto aereo con Falcier, ma recupera palla e la serve a Mike Miniati che arrivando a rimorchio, la piazza di sinistro nel sacco. Sotto per 1-0 il Venezia va vicino al pareggio ma prima Mazzeo, quindi Zubin e Pianu non trovano il tap-in giusto sui cross di Falcier e Collauto. 37’: bella sponda di Zubin per l’accorrente Nichele che a differenza di Miniati non trova il bersaglio, idem Mazzeo: al 38’ sul suo sinistro dalla distanza ci si mette la traversa, al 46’ il portiere Miniati.
Dopo un primo tempo in cui a un Venezia comunque non perfetto manca solo il gol, nella ripresa bisogna aspettare il 9’ per la prima chance: Zubin regala a Salzano un pallone d’oro ma il giovane napoletano sulla linea di porta si addormenta. Per fortuna (del Venezia) al 10’ Mazzeo in area tenta di scavalcare Pavan che tocca la sfera con la mano, Zubin va sul dischetto e realizza il suo 11. gol in altrettante uscite. Scocca invece il 15’ quando Mazzeo viene lanciato da Malagò e finalmente riesce a battere Alan Miniati. Con le sorti del match ribaltate in un amen il Venezia ha la strada spianata e può cercare la rete della staffa (facendo incetta di corner, addirittura 9-0), che non arriva nonostante qualche mischia e qualche incursione insidiosa.
Il risultato alla fine è giusto anche che se in vantaggio sul campo della capolista, essere raggiunti su rigore non può non lasciare spazio a qualche recriminazione. Basta chiedere a Pavan, autore del fallo di mano. Basta chiedere all’ambiente. E le dichiarazioni rabbiose di presidente e allenatore lo confermano. (M.D.L.)

PARLA TORMEN

«La solita storia
Serve la moviola»


Lunedì 15 Novembre 2010,
Belluno bravo a metà. A un primo tempo giocato alla grande dai gialloblù è corrisposta una seconda parte in affanno. «Siamo stati bravissimi fin dall’inizio mettendo in soggezione i quotati avversari», dice l’allenatore Tormen. «Purtroppo è sempre la solita storia, quasi ogni domenica si gioca alla grande ma usciamo quasi sempre battuti di misura. Mi piacerebbe che ci fosse la moviola per vedere il rigore: mi è sembrato che Pavan avesse il braccio ben attaccato al corpo mentre sul 2-1 mi è rimasto il dubbio che Mazzeo fosse in fuiorigioco». Il mister del Belluno elogia la prova dei suoi che da quello che si è visto al Penzo non meritano assolutamente i miseri 9 punti fin qui ottenuti. «In ogni partita i miei ragazzi se la giocano alla pari contro qualsiasi squadra, noi raccogliamo sempre tanto meno di quanto seminiamo», sorride con amarezza il mister.
«Devo tessere un elogio particolare ai fratelli Miniati. Alan ha effettuato parate decisive, alcune di grande classe. Mike è stato eccezionale: dopo aver segnato la rete del nostro momentaneo vantaggio è stato un vero gladiatore a centrocampo. E pensare che è nato nel 1992: è un diciottenne di sicuro avvenire».
«Per la prossima settimana anche se dovremo affrontare una squadra quotata come il Pordenone, spero che i miei possano raggiungere quota dodici punti», conclude Tormen. E il Venezia? «Di solito non osservo con precisione gli avversari, ma da quello che ho visto mi sembra un undici ben dotato, sicuramente tra le favorite di questo difficile campionato».
Mario Secchi

E le ultime
ora sono
soltanto
a meno 2


Lunedì 15 Novembre 2010,
Il difficile equilibrio tra realtà e consapevolezza. Già, perché a ben guardare la classifica del Belluno, quart’ultimo a quota 9, con il trio di coda Montecchio-Torviscosa-Montebelluna a due sole lunghezze, verrebbe da preoccuparsi. A maggior ragione se si pensa che 2 dei 9 punti gialloblù sono frutto dei ricorsi (leggi San Paolo) e non del campo. Poi però si pensa a quello che il Belluno è, ovvero «una squadra costruita con pochissimo, destinata a soffrire fino all’ultimo minuto di campionato» (Tormen dixit) e dunque né ci si meraviglia, né si urla alla tragedia. Figurarsi, tanto meno, di chiedere teste. Attenzione però. Perché se si scivola nel «lo sapevamo», si finisce con l’affogare, oltre che risultare antipatici. Per info chiedere di Borgato (anno domini 2009). (A.D.B.)

«Il braccio era attaccato al corpo»


Il difensore Pavan contesta il penalty senza negare il contatto della mano con il pallone

Lunedì 15 Novembre 2010,
Al decimo minuto della ripresa la svolta della partita. Al Venezia viene concesso il rigore, poi trasformato da Zubin, per fallo di mano di Nicola Pavan. Il difensore gialloblù non condivide assolutamente la decisione dell’arbitro. «È vero che ho toccato il pallone con la mano - osserva Pavan - ma il braccio era attaccato al corpo. Persino Nichele (centrocampista arancioneroverde) durante la partita ha ammesso che è stato un penalty regalato. A dirla tutta avrebbe dovuto essere il guardalinee a segnalare il fallo, invece è stato l’arbitro che non era ben posizionato, perché era alle mie spalle».
Qualche recriminazione anche per il raddoppio dei lagunari. «Dalla panchina non ho visto, ma mi hanno detto che probabilmente Mazzeo è partito da posizione irregolare». Ancora una buona prestazione per il Belluno, ma zero punti portati a casa. «Ho visto un Belluno in gran forma - conferma Alan Miniati - un primo tempo giocato con gran grinta, un atteggiamento che ci ha permesso di portarci in vantaggio. Nella ripresa il Venezia è partito davvero molto forte, ci ha schiacciato un po’ e la classe di alcuni loro giocatori ha fatto la differenza». Gli ottimi interventi del portiere non sono serviti. «Il mio compito è parare, sono contento della mia prestazione personale, però volevamo portare via dei punti dal Penzo, ci avrebbe fatto molto bene, oltre che alla classifica, anche al morale».
Gioia personale per il fratello Mike. «È stato emozionante segnare in uno stadio che ha conosciuto la serie A. Peccato perché non è bastato. Appena ho ricevuto il pallone, visto che non c’erano compagni liberi in attacco, ho preferito tirare subito, anche se non avevo il pallone sul piede giusto. A centrocampo avversari come Nichele e Lelj si fanno sentire».
Anche il tecnico del Venezia ammette che non è stato facile superare il Belluno. «Ci è voluto un tempo per capire come affrontare gli avversari. Battaglia ci ha dato qualche grattacapo in difesa, come il pressing. Poi a inizio ripresa siamo stati bravi a cambiar passo e a ribaltare il risultato».

Rabbia Barzon
«Sono stufo
L’Aia è un clan
Ci derubano»


Lunedì 15 Novembre 2010,
«Derubati!». Il presidente Sergio Barzon è una furia dopo il «trattamento» riservato in Laguna al suo Belluno: «In quello stadio maledetto non si può proprio vincere. Non ce lo permettono. Come l’anno scorso, appena abbiamo segnato l’arbitro si è adoperato in ogni modo per farli prima pareggiare e poi vincere. E ci è riuscito». Il Barzon al veleno alza la mira: «Sono stufo. Questo volta andrò fino in fondo. Scomoderò i piani alti: pretendo rispetto. Per la società, la squadra e per chi investe tempo, passione e denaro per il Belluno. L’Aia mi ha stufato: è diventata un clan. A Venezia abbiamo giocato 11 contro 13. Sì, 13 perché oltre agli avversari e all’arbitro si è aggiunto anche il guardalinee». E ancora: «Il Venezia, con l’organico che si ritrova, non ha bisogno di certi aiuti. Il rigore è una pura invenzione, visto che Pavan aveva il braccio lungo il corpo e la palla gli è stata scagliata contro a 1 metro di distanza. Senza considerare che il povero Mike Miniati è stato calpestato da un avversario e che c’era un rigore netto su Battaglia». (M.D.I.)





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