Presentazione allo stadio Tenni

ZakkTV, 14/09/2013 02:40:

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L'ho retto solo quanto ha citato la mitica amichevole tra la Gagliarda di Don Camillo e la Dynamo di Peppone, anche se era solo per fare un esempio sulle partite truccate e simili

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davvero il prete ha citato la mitica partita del film Don Camillo??? cosa centrava??

Va ben go capio.
Qui a livello organizzativo(ok siamo in promozione)siamo ancora messi peggio rispetto all'ultima gestione.
Qui ci sarebbe da invogliare,riconquistare la gente,portare entusiasmo,ed invece stanno spegnendo quell'ultima fiammella che la gente ha in corpo(a me l:hanno spenta del tutto)
Questi dovevano dirigere una squadra di terza categoria e non una squadra di capoluogo di provincia con un passato glorioso

bj72, 14/09/2013 05:04:

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Qui ci sarebbe da invogliare,riconquistare la gente,portare entusiasmo,ed invece stanno spegnendo quell'ultima fiammella che la gente ha in corpo(a me l:hanno spenta del tutto)
Questi dovevano dirigere una squadra di terza categoria e non una squadra di capoluogo di provincia con un passato glorioso

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Il punto è che forse in fondo, nel caso di una terza categoria sarebbero stati più contenti anche loro.

Mat-tv, 9/14/2013 2:44 AM:

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davvero il prete ha citato la mitica partita del film Don Camillo??? cosa centrava??

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Ma poi che minchia serviva tornare per ben tre volte su Italia-Argentina, Balotelli, etc... No bastava Moser e Argentin a Carbonera, bla bla bla....?

E poi il prete l'acqua santa e l'aspersore manco li aveva o sbaglio? Io credevo di assistere ad un 2 minuti 2 di show da immortalare in foto come l'aspersione dei druidi della Lega Nord a Pontida...neanca quea soddisfassion: 10 minuti de predica in Itallliano sperticato.

Poi ho notato Di Prisco che quando chiamato per nome ad avanzare, tra il seccato e lo sgomento si e' messo a mani giunte come x dire 'ma che casso dizei?': non so, forse lo speaker ha sbagliato il nome della squadra di provenienza? Oppure anche lui era smaronato da sta aria da sagra paesana? Mah.

Sì, ho notato anch'io che i giocatori sembravano leoni e sprizzavano entusiasmo da tutti i pori. Dovendo cercare ad ogni costo una spiegazione psicologica "positiva", direi che sentivano la pressione. La loro mente era già rivolta a domenica, e in prospettiva ancora più ampia, al campionato: con questo pubblico (comunque superiore, a parte Ton che ha giocato a Pisa, per tutti loro), in questo stadio e le conseguenti aspettative, visto che giochiamo nel Treviso, in Promozione. E, chissà, magari si rendono anche conto che al momento non sono una squadra in grado di lottare per le prime posizioni. Tutto dipende dall'attacco, probabilmente La Cagnina giocherà in difesa solo quando c'è "abbondanza" nel reparto "offensivo".

tribunatreviso.gelocal.it/sport/2013/09/14/news/un-tifo-piu-gioioso-e-un-sogno-da-coltivare-1...


NON SOLO PALLONE

Un tifo più “gioioso” e un sogno da coltivare

Il sogno non condiviso è destinato a restare un sogno. Quando è scomparsa la Benetton Basket, il sogno di Tvb è stato condiviso da migliaia di trevigiani, vecchi e nuovi tifosi, e presto potrebbe...

Il sogno non condiviso è destinato a restare un sogno. Quando è scomparsa la Benetton Basket, il sogno di Tvb è stato condiviso da migliaia di trevigiani, vecchi e nuovi tifosi, e presto potrebbe condurre in alto. Quando da Conegliano è arrivata al Palaverde l’Imoco Volley, migliaia di trevigiani si sono aggiunti agli ex tifosi Spes e il sogno condiviso ha portato alla finale nazionale di A1. Ieri, con tutto il bene che possiamo volere al nucleo storico di tifosi del Treviso Calcio (anche la voce di Cajo Cavallin si è consumata a furia di gridare al vento, mentre i presidenti folleggiavano), non abbiamo potuto chiudere gli occhi davanti a una inconfutabile realtà: quel nucleo è striminzito, consunto. Non vi partecipano gruppi familiari e clan di amici della piazza, non vi si contano personaggi che hanno fatto in qualche modo la storia dei biancocelesti. E allora, se si vuole che questa difficile avventura, condivisa, diventi qualcosa più di un sogno, urge una Rifondazione Biancoceleste anche in termini di tifoseria. Che parta magari anche da tutte quelle mamme e quei papà che hanno i figlioletti che giocano nelle giovanili dell’Academy. Ripartire da una specie di azionariato popolare fatto di affetto, allegria, felicità.

Certo, il paragone con il Barcellona è... un po’ esagerato, «ma a qualcuno bisogna pur ispirarsi», come diceva Woody Allen. Di Dio.

E allora questa squadra un po’ ambiziosa ma molto “pane e sopressa”, dovrebbe crescere senza follie deve avere al fianco un pubblico nuovo, bello, sano e, soprattutto numeroso. Il pubblico te lo guadagni, ma i tifosi se li deve allevare anche la società.

Ci ha emozionato il discorso del presidente ispirato ai “valori” umani più che sportivi (certo Nisio Lenzini è un presidente anomalo rispetto agli ultimi). E ci ha confortato il trainer Piovanelli, che invece di fare chissà quale discorso ha detto semplicemente «Chiedo a tutti di sostenerci e che le domeniche siano fatte di festa». Lui, diventato trevigiano perché venne a giocare proprio al Treviso, ha fotografato il sogno da condividere e far diventare realtà. Perché niente potrebbe essere più sbagliato di farsi venire – di questi tempi poi – la puzza al naso e scalpitare per “tornare in alto”. Chiaro che nessuno gareggia per perdere, ma bisogna che tutti collaborino a rieducare l’ambiente del Calcio Treviso, che negli ultimi anni ha generato dolorosissimi “mostri”.

Intanto prendiamo nota del fatto che ci sarà ancora un sindaco in tribuna a tifare per ilTreviso. Lo ha promesso. Giovanni Manildo vanta un suocero supertifoso e una moglie altrettanto. Più un figlio che gioca con l’Academy , il che non guasta. Avanti, dunque, al simpatico grido dei tifosi udito ieri: «Piovanèi, Piovanèi, dove xei i cavèi». Piuttosto che programmi di guerriglia... (a.f.)