LECCE - Cristian Ledesma, il "motorino" argentino che Zeman ha voluto capitano, l'estate scorsa, nonostante non avesse ancora 22 anni, è irremovibile: "Non mi pento per quello che ho fatto a Totti". E bolla con un "non mi dispiace affatto" la manata rifilata al capitano della Roma, l'altra sera, e che ha costretto il Lecce a inseguire in dieci il pareggio poi centrato con Vucinic.
Idolo della tifoseria salentina, un passato nelle giovanili del Boca a Buenos Aires, Ledesma è sbarcato in Puglia da Puerto Maydrin, portandosi dietro il ricordo delle balene di una Patagonia ormai lontana e un sogno da realizzare: "Voglio aiutare mio padre Miguel a lasciare la fabbrica di ceramiche dove lavora come operaio e avviare un'attività in proprio". Un bravo ragazzo, insomma, che non ha mai smesso di aiutare i sei fratelli. E che si rabbuia quando racconta che "mercoledì sera la mia sorellina di otto anni era al "Via del Mare" e ha visto tutto. Con lei, però, non ho parlato di quanto è accaduto".
Com'è possibile che un ragazzo così corretto sia stato espulso per un fattaccio del genere?
"Per me la questione si è chiusa a fine partita. Punto e basta".
Troppo poco: che cosa le ha detto Totti di così pesante per arrivare a tanto?
"Non riferirò mai le sue parole. Ma di cose ne ha dette tante e per tutta la partita. Io vado in campo per giocare e non di certo per sorbirmi un avversario che parla dopo ogni contrasto e interviene su qualsiasi decisione dell'arbitro. Ripeto: lui di cose ne ha dette davvero tante. Sarei stato uno stupido a reagire senza motivo".
Vi siete visti negli spogliatoi?
"Non ho alcun interesse a sentirlo: per me è finita lì. Dico soltanto che in campo Totti non è una persona leale".
Ritiene che l'atteggiamento del capitano romanista fosse finalizzato a ottenere qualcosa?
"Non penso che lo faccia per ottenere l'espulsione dell'avversario di turno. Credo, piuttosto, che agisca così perché sa di poterlo fare".
Vuole dire che Totti è tutelato dagli arbitri?
"Voglio dire che qualcuno gli consente di comportarsi così. Sono invece dispiaciuto per i bambini che guardavano la partita in televisione e hanno visto la mia reazione. E per i miei compagni, costretti a giocare in dieci una partita che avremmo anche potuto vincere".
La sua reazione su Totti non può essere comunque giustificata: lei si è pentito?
"Assolutamente no. E dirò di più: non mi pento affatto di avere agito così nei suoi confronti. Se l'avessi fatto con Maldini, Baggio o con un altro giocatore leale come loro, sarei andato immediatamente in sala stampa per chiedere scusa. Io posso comprendere la reazione di Totti contro il Messina, quando Aronica lo cercava sistematicamente per colpirlo. Ma l'altra sera noi del Lecce abbiamo fatto la nostra gara e nessuno lo ha cercato o stuzzicato".
E' stata la sua prima espulsione nel campionato italiano?
"No. Era già successo l'anno scorso contro il Brescia. Mi sono tolto di dosso Stankevicius e l'arbitro mi ha mandato fuori".
Che cosa le ha insegnato l'esperienza di mercoledì sera?
"Nonostante tutto, mi ha soltanto confermato ciò che ho sempre pensato: in campo si va per giocare. E basta".
A me totti non sta simpatico! le và sempre a cercare! voi cosa ne pensate del suo comportamento?