Intervista di Gallo sul Gazzettino di oggi
Dopo quattro anni e mezzo Fabio Gallo lascia la maglia del Treviso per indossare quella granata del Torino, una delle società più blasonate d'Italia.
Con la casacca biancoceleste Gallo ha disputato 107 gare segnando 15 gol ma soprattutto è riuscito a farsi amare come giocatore e come uomo dai tifosi trevigiani. Come segno di riconoscimento per questa lunga e immacolata militanza, il presidente Ettore Setten lo ha svincolato a titolo gratuito e fino a giugno 2007 l'ex capitano biancoceleste sarà un tesserato della squadra piemontese allenata dal trevigiano Gianni De Biasi.
In questi giorni afferma il giocatore - ho ricevuto molti attestati di stima segno che mi sono sempre comportato bene e da serio professionistica.
Come giudichi la tua esperienza nella Marca?
Straordinaria. L'esperienza più importante e positiva della mia vita professionale anche perché credo di aver dato molto e di aver ricevuto altrettanto. Siamo passati dalla C1 alla serie A, categoria che a Treviso non avevano mai conosciuto e spero che questo gruppo venga ricordato anche per questo.
Cos'è mancato alla squadra nei primi tre mesi di serie A?
Con la promozione d'ufficio, società e squadra hanno incontrato delle normali difficoltà ma le stanno superando.
Perché hai chiesto di cambiare squadra?
Per tanti motivi che negli ultimi sei mesi mi hanno messo in difficoltà perché sono stato schierato in un ruolo che per le mie caratteristiche era difficile ricoprire.
Al suo arrivo Cavasin aveva detto che tutti i giocatori sarebbero stati discussione ma non Gallo
Poi non è andata così ma solo per mia scelta. Non avevo più lo spirito per andare avanti e quindi per rispetto verso la città, società e i miei compagni ho preferito cambiare aria.
Scelta indolore?
Assolutamente no, sia per me perché mi sento trevigiano a tutti gli effetti ma anche per mia moglie perché quando le ho comunicato la mia decisione si è messa a piangere come una bambina.
La crisi è arrivata con la mancata conferma di Bepi Pillon?
Non posso entrare nelle questioni della società ma ancora adesso non ho capito perché non l'abbiano confermato. Se fosse rimasto lui le cose sarebbero cambiate in termini di classifica anche perché partiva in vantaggio conoscendo ambiente e squadra.
Qualcuno afferma che la vecchia guardia, ovvero tu, Chiappara e Galeoto, avete fatto esonerare prima d'Astoli e poi Rossi. E' vero?
E' uno dei motivi per la quale ho deciso di lasciare Treviso. Possiamo essere scarsi e antipatici ma questi discorsi ci hanno toccato la dignità e questo non lo tollero.
La società però non ha fatto nulla per smentire le voci.
E' rimasta zitta e non ha risposto, proprio come abbiamo fatto noi giocatori.
Però alla fine siete stati ceduto o prestati
La società non è mai venuta da uno di noi tre per dirci che dovevamo fare le valige. Credo siano state scelte prese con grande serenità anche se dolorose.
Con Cavasin le cose sono cambiate?
Ha portato nuovi stimoli alla squadra inoltre lo devo ringraziare per il rispetto che mi ha portato anche dopo che con il Treviso avevo interrotto il rapporto di lavoro.
Hai qualche sassolino da togliere?
Mi ha fatto enorme fastidio sentire le dichiarazioni di Ezio Rossi alcuni giorni dopo l'esonero che diceva che la colpa del suo licenziamento era solo di noi senatori. Ha parlato a sproposito e se lui è rimasto in panchina qualche giorno in più è stato grazie anche ai tre giocatori che invece lui ha criticato.
Si salverà il Treviso?
Lo spero vivamente perché rimarrò sempre un suo tifoso.
Cosa manca alla squadra per salvarsi?
Almeno un giocatore per reparto ma chi arriva deve sapere che Treviso è una città diversa dalle altre. Ti concede la massima tranquillità ma se manca qualcosa a livello organizzativo o nelle strutture non deve protestare.
Qual è stato il momento più emozionante?
Quest'anno quando la rosa è stata presentata in piazza dei Signori. Quando lo speaker ha pronunciato il mio nome la piazza è esplosa e questo mi ha commosso