Il Treviso ringrazia Gigi Beghetto. L'ariete di Tombolo è stato chiamato in campo quando il Frosinone di Cavasin stava conducendo 1-0 e da quel momento la partita è cambiata. Prima ha servito un delizioso pallone a Barreto, che ha così segnato il suo primo gol su azione, poi, nei minuti di recupero, ha realizzato il gol della vittoria.
In base alle reti segnate e ai minuti giocati, da due anni Beghetto è il migliore realizzatore biancoceleste. Lo scorso campionato ha messo a segno sei gol giocando 1473 minuti e questo vuol dire che segnava un gol ogni tre partite, quest'anno il copione si sta ripetendo dal momento che ha giocato 285 minuti segnando due gol e quindi con la stessa media di un gol ogni tre gare.
«Leggere questi dati fa piacere ma quello che mi interessa è che la squadra si tolga dai bassifondi della classifica al più presto perché questa posizione non ci appartiene. Mi ritengo comunque fortunato anche perché per uno con la mia struttura fisica non è facile entrare a partita in corso e farsi trovare pronto».
Cosa vuol dire la vittoria contro il Frosinone?
«Si tratta di una boccata d'ossigeno ma la strada da percorre è ancora molta».
Si è vista la squadra che vogliono i tifosi: grintosa, determinata e pronta alla lotta.
«Solo così possiamo uscire dalla crisi. La nostra è una squadra costruita per giocare con il fioretto ma in questo momento serve la spada».
E perché prima non avete giocato con la stessa intensità?
«Avellino a parte, il campionato è iniziato male e in questi momenti quando perdi fai fatica a fare qualsiasi cosa e tendi a demoralizzarti».
Anche le altre squadre pericolanti hanno però vinto.
«A maggior ragione questi tre punti diventavano fondamentali ma più che per la classifica era importante vincere per il morale e per farci lavorare con maggior ottimismo».
Pillon ti ha pubblicamente elogiato dicendo che sei un esempio per il resto della squadra e che giocheresti anche con le stampelle.
«Ringrazio il mister per queste parole anche perché lui sa che non stavo benissimo fisicamente e che per giocare ho stretto i denti ma questo fa parte del mio carattere anche per una forma di rispetto verso i tifosi, la società, l'allenatore e i miei compagni».
Cosa hai pensato dopo il gol del vantaggio dei laziali?
«Sembrava un film già visto: al primo tiro in porta hanno segnato mentre a noi hanno annullato un gol regolare e negato un netto calcio di rigore. Poi per fortuna la squadra è rimasta unita, ha saputo reagire e alla fine abbiamo vinto».
Dedichi la vittoria a Cavasin?
«Gioco tra i professionisti da quindici anni e non ho mai mancato di rispetto ad alcuno, mentre l'anno scorso mi sono sentito umiliato».
Da Cavasin?
«Non voglio fare nomi ma con il gol di sabato mi sono tolto un sassolino e quindi sono contento per me, per la squadra, la società e per una certa persona».
Tu e Cavasin visiete salutati?
«A dire il vero non l'ho visto ma neppure cercato».
Dopo il gol chi hai abbracciato?
«Volevo andare verso la panchina per esultare con Cordaz ma strada facendo qualche mio compagno mi ha travolto e così, con Alex, Setten, Pillon e il resto della squadra abbiamo esultato negli spogliatoi».
Sabato giocherete ad Ascoli: sei più ottimista?
«Questa vittoria ci permette di preparare l'incontro con maggior serenità anche se sappiamo che i marchigiani sono una buona squadra soprattutto quando giocano in casa ma se giochiamo con determinazione e grinta possiamo conquistare qualsiasi risultato».
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