Tiene banco ancora il caso pericolo-portieri venuto prepotentemente alla ribalta dopo gli ultimi infortuni occorsi a diversi estremi difensori sia all'estero che in Italia. Dopo l'accusa di Cudicini di una scarsa tutela nei confronti dei numeri uno, e dopo le ipotesi su eventuali caschetti da indossare, i portieri italiani appaiono divisi: "La protezione? Perché no", ha detto Buffon. Decisamente contrario, invece, Amelia.
E' un po' nell'indole di chi sceglie di difendere una porta con due pali ed una traversa, correre rischi diventa quasi una normalità tipica della saga "Il pericolo è il mio mestiere" che meglio incarna la situazione dei portieri nel calcio moderno, sempre più sottoposti a scontri ravvicinati con gli attaccanti avversari. Una normalità dicevamo, considerata tale fino a quando gli infortuni di Given, Cech e Cudicini all'estero e quello di Guardalben in Italia ha fatto precipitosamente salire alla ribalta il problema sicurezza per i numeri uno di tutto il mondo. Tante le ipotesi menzionate, molte le soluzioni al vaglio, ma nulla di concreto: si è detto di punire con maggiore severità gli attaccanti che cercano appositamente il contatto, e questa ipotesi potrebbe essere giusta ma non annulla il rischio sui contrasti fortuiti.
Ed allora la proposta di dotare di un caschetto protettivo i numeri uno sarebbe quella giusta, ma è una soluzione da adottare con cautela e previo il parere di chi è chiamato in causa. Ma accontentare tutti è un problema perché due dei maggiori rapppresentanti del ruolo in Italia sono divisi e facilmente i loro pensieri potrebbero intendersi come specchio di quelli dei colleghi. Gianluigi Buffon ha ribadito di essere favorevole al caschetto: "Può servire a giocare più sereni e magari a essere più spericolati - ha dichiarato - L'infortunio di Cech con un po' di sportività in più si sarebbe potuto evitare, altre volte dipende dal caso". Di parere opposto invece Marco Amelia, riserva di Buffon in nazionale: "Prima gli attaccanti saltavano sempre - ha accusato - adesso invece cercano sempre il rigore con le gambe e con le ginocchia ti travolgono". Dell'utilizzo di un caschetto, invece, non ne vuole sentire proprio parlare: "Sono assolutamente contrario". Due pensieri diversi per una questione destinata ancora a far discutere a lungo.
fonte:tgcom
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