Ecco qui il racconto:
Quattro tifosi veronesi denunciati e una decina di feriti. Danni ingenti a mezzi e persone. È questo il bilancio della trasferta a Vicenza al seguito dei ragazzi di Ficcadenti, sul fronte dei sostenitori gialloblu. Esemplare il comportamento dei tifosi vicentini che non hanno risposto alle provocazioni dei tifosi scaligeri che gia' dalla partenza alla stazione di Porta nuova avevano fatto capire le loro intenzioni non proprio amichevoli. S. R., 33 anni, L. G., 21 anni, M. C., 41 anni e R, B., di 23 anni, tutti veronesi sono stati denunciati per resistenza e violenza, hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale berico per le ferite alla testa riportate in seguito agli scontri con la polizia nel piazzale dello stadio, nei pressi del settore riservato ai tifosi ospiti. Dopo la medicazione sono stati dimessi, ma per loro la partita era già finita. Altri cinque veronesi, con contusioni più lievi, sono stati invece medicati sul posto. Quattro gli agenti che hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari.
In tutto, a sostenere l’Hellas, a Vicenza erano arrivati un migliaio di veronesi, 450 dei quali in treno. Molti erano sprovvisti di biglietto ma per problemi di ordine pubblico sono stati fatti entrare lo stesso dopo essere stati tutti identificati. Il primo episodio di cronaca si era registrato, intorno alle 14, alla stazione di Lonigo, dove a fare le spese delle intemperanze dei supporter gialloblu sono stati quattro immigrati magrebini fermi lungo i binari. Alcuni giovani, nel vederli, si erano lasciati andare ad insulti e cori razzisti nei loro confronti. A quel punto uno degli immigrati ha reagito lanciando un oggetto, forse un sasso, contro il vagone, un gesto dettato dall’esasperazione, ma rimasto senza conseguenze, cui però alcuni veronesi hanno risposto aggredendo i malcapitati e lanciando a loro volta oggetti e causando la distruzione delle vetrine del bar e una bacheca della stazione.
All’arrivo a Vicenza, alle 14.30, la tensione era già alle stelle a causa del ritardo accumulato dal convoglio regionale in seguito all’episodio di Lonigo. Gia' alla stazione le forze dell'ordine sono state fatte oggetto di una fitta sassaiola. I timori di disordini sono aumentati nell’attesa di un sesto pulman per trasportare i tifosi ospiti allo stadio poiché i cinque mezzi già predisposti erano insufficienti a contenere i 450 veronesi appena scesi dal convoglio. Scortati dalla polizia il corteo dei pullman, che viaggiava con le porte aperte per contenere tutti i passeggeri si è diretto verso il Menti. Giunto a poche decine di metri dallo stadio, sul ponte di viale Margherita, alcuni esagitati si sono scagliati contro un gruppo di sostenitori avversari che stavano raggiungendo a piedi lo stadio sventolando le loro bandiere biancorosse e inveivano contro i tifosi scaligeri. Il cordone delle forze dell’ordine ha però impedito il contatto. Poi, all’arrivo nel piazzale, i tafferugli, le provocazioni e le cariche della polizia.
All’esterno del settore ospite i tifosi scaligeri hanno cercato piu' volte di entrare in contatto con la tifoseria avversaria e di forzare il cordone di agenti che hanno dovuto caricare per alleggerire la pressione della folla. Alcuni hanno reagito lanciando oggetti contro i poliziotti, uno di questi ha infranto il lunotto di un autobus. Diverse autovetture nei pressi dello stadio sono state danneggiate.
Da elogiare il comportamento della tifoseria vicentina che si limita agli sfotto' di rito, per i tifosi scaligeri invece altro sabato all'insegna della violenza. Solo Lunedi' al Bentegodi ci sono stati violenti scontri con i tifosi del Genoa che hanno portato all'arresto di 2 tifosi scaligeri e al ferimento di un tifoso genoano.
Di noi si parla senza sapere... di voi si sa senza parlare.
GIORNALISTI TERRORISTI
"Fregatevene di tutto quello che dicono i giornali. Tutte quelle critiche al tifo contro, alle curve, agli ultras. Tutto quello stucchevole buonismo.Tutta quella ipocrita sportività. Insultatelo, l'avversario. Ma imparate a conoscerlo. Chiedetevi dove nascono i suoi colori,da dove arrivano i suoi nomi e quello della sua squadra, ascoltate quello che canta.Insultatelo ma riconoscetegli una propria dignità.Insultatelo, ma conoscete la sua storia: spesso è bellissima, accativante, gloriosa. Quasi come la vostra. Quasi, naturalmente..."