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Libro sugli ultrà

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2008 16:57
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19/02/2008 13:31
 
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tratto da gazzetta.it
Il fenomeno ultrà
raccontato dall'interno
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Una storia lunga trent'anni raccontata con lucidità da chi l'ha vissuta dall'interno. Un lavoro, non di parte, con molte critiche, ma anche tanti suggerimenti che andrebbero sfruttati
La copertina del libro della Sperling & KupferMILANO, 3 febbraio 2008 - “Tifare contro” è probabilmente la più lucida e onesta radiografia della storia ultrà mai pubblicata in Italia. Non è un trattato sociologico, non è un racconto di parte, non è l’autocelebrazione di questo o quel gruppo di tifosi. E’ una presa di coscienza di quello che è stato, ed è ancora, il movimento ultrà nel nostro Paese. Il libro l’ha scritto Giovanni Francesio, trent’anni di curva sulle spalle e una testa capace di distinguere il bene dal male, da qualsiasi parte esso si trovi. Sono 206 pagine che scorrono via veloci, con tanta cronaca nera, ma anche una premessa che non va banalizzata: “Con tutte le loro macchie, con le colpe anche gravissime, gli ultras hanno costituito uno dei rari momenti di aggregazione giovanile degli ultimi anni”. Eppoi: “Lo Stato italiano si propone di sconfiggere un nemico che non si è mai preoccupato di conoscere”. Ecco, questo libro snello, non di parte, con molte critiche, ma anche tanti suggerimenti che andrebbero sfruttati da coloro che si occupano di violenza negli stadi, dovrebbe essere distribuito agli ultrà di ogni schieramento, ai politici, ai rappresentanti delle forze dell’ordine, ai giornalisti, ai tuttologi e, in generale, a coloro che sono convinti che le mele marce stiano tutte nella stessa cesta.
QUANTA VIOLENZA – Francesio passa in rassegna trent’anni di tifo in Italia – dalla nascita del primo gruppo ultrà (la Fossa dei Leoni milanista) fino alla morte del tifoso laziale Gabriele Sandri – mettendone in evidenza l’evoluzione, i profondi cambiamenti. Se prima la violenza, già presente negli stadi frequentati dai nostri nonni, era esclusiva figlia del campanilismo, con il passare degli anni è diventata qualcosa di più complesso, con inquinamenti politici e sociali, sfociando poi nell’odiosa contrapposizione con le forze dell’ordine. Le quali, come sottolinea Francesio, sono diventate ormai un “soggetto attivo”, con gruppi di celerini che cercano lo scontro tanto quanto gli ultrà. “Ma la polizia non si tocca”, è la sua amara chiosa. L’autore non risparmia metaforiche manganellate a coloro che continuano a vedere nel “modello inglese” la contromisura da applicare anche nel nostro Paese. Peccato che il senatore Taylor fondasse la propria relazione su questa frase: “Se non volete che si comportino come bestie, smettete di trattarli come tali”. Quindi, niente repressione, ma tanti investimenti (circa 350 milioni di sterline) per trasformare gli stadi. Tutto l’opposto di quanto fatto in Italia.
OCCASIONE PERSA – Francesio non risparmia però gli ultrà, che dopo l’accoltellamento di Vincenzo Spagnolo a Genova hanno perso una grande occasione: “Non aver mai rinunciato alla mistica della violenza. Non aver tolto l’acqua in cui nuotavano i delinquenti puri, gli psicopatici, gli idioti. Non aver mai coltivato strutturalmente al proprio interno gli anticorpi alla violenza, non aver detto mai apertamente che lo “scontro leale” è una stronzata impraticabile”. Così, si arriva alla fine della lettura con la constatazione amara che “non c’è una consolante conclusione, non c’è chi ha vinto e chi ha perso e non c’è la morale della favola. Non è finita qui. Non ancora”.
Tifare contro-Una storia degli ultras italiani, di Giovanni Francesio. Sperling & Kupfer. Pagine 2006, € 14,00.

Roberto Pelucchi



01/04/2008 16:57
 
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lo sto leggendo...molto interessante devo dire...

Ultras, 7 giorni su 7. Vivere, credere, e pensare Ultras, una filosofia, uno stile di vita. Fare chilometri, superare ostacoli, animati solo dalla fede e dall'Onore per cui lotti: del tuo gruppo, della tua città, della tua squadra. Nella gioia, ma soprattutto nel dolore, sempre pronto ad affrontare qualsiasi insidia, qualsiasi difficoltà.
Aldilà dei colori, aldilà del campanile, siamo tutti sulla stessa barca. Ognuno a modo suo.....ma sempre Ultrà!
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