ESCLUSIVO VENITUCCI: PICCOLO MA GIA' GRANDE TREVISO
Essere minuti di statura a volte serve. In termini di agilità non si ha niente da invidiare a nessuno, ma troppo spesso il mondo del calcio si è dimostrato intransigente con taluni elementi. Quando però le qualità sono indiscutibili, non c'è spazio per le perplessità. Lo sa bene Sebastian Giovinco, forse attualmente l'esempio più lampante che l'essere piccoli non conta, ma c'è un altro ex primavera della Juventus che lo testimonia con orgoglio. E' Dario Venitucci, uno dei più positivi dell'annata un po' balorda del Treviso, che si è confessato in esclusiva a calciomercato.it
Dario, la stagione del tuo Treviso procede fra alti e bassi. In molti si aspettavano qualcosa in più, anche perchè negli ultimi anni il sodalizio veneto aveva fatto bene. Cosa è successo?
"Eeh (sospiro),a saperlo... Siamo partiti ad inizio campionato con obiettivi importanti, poi via via che il torneo di serie B è entrato nel vivo qualcosa non è andato e siamo stati risucchiati nei bassifondi. Dobbiamo cercare di risollevarci e di ottenere qualche successo con continuità. Ora siamo attesi da tre gare difficilissime: sabato saremo a Mantova, poi avremo l'Albinoleffe in casa e il Brescia fuori...".
Non certo un calendario agevole.
"Decisamente no, però possiamo fare bene. Sul finire del campionato avremo in casa qualche scontro diretto, con Grosseto e Cesena, l'ultima gara sarà contro il Modena. Dobbiamo giocarcele bene".
Eppure le premesse c'erano tutte, compreso l'allenatore Bepi Pillon che a Treviso è una sorta di guru. Ti trovi bene con lui?
"Sì sì. Pillon è un tecnico con molta esperienza, ha fatto molto bene qui. E' chiaro che gli dispiace aver fatto vedere al suo pubblico qualche prestazione non eccelsa, ma l'ambiente è buono. Tatticamente poi il mister non si discute".
Questa esperienza trevigiana coincide con la tua prima stagione da professionista, ma lo scorso anno hai giocato 5 partite con la Juventus. Immagino sia stata un'emozione incredibile, Didier Deschamps ti apprezzava molto...
"Certo. Per me incredibile, perchè ho fatto la trafila nel settore giovanile bianconero (Dario è un sabaudo doc, è nato a Torino il 30 gennaio 1987, ndr). Poi mettiamoci anche la 'fortuna' che la Juve era in serie B, la domenica molto spesso noi ragazzi venivamo convocati in prima squadra e ci allenavamo con campioni del calibro di Del Piero, Buffon, Nedved, Camoranesi. Deschamps mi ha fatto esordire, lo considero un tecnico molto bravo, ti lascia tranquillo".
Fino allo scorso anno hai militato nella Primavera della Juve, fucina di talenti come Giovinco, Marchisio, De Ceglie, Lanzafame ecc. Cosa ti porti dietro di quegli anni?
"Quello era un gruppo fantastico, c'erano giocatori straordinari. Perdemmo il Viareggio in finale, giocammo male la Coppa Italia di categoria, ma alla fine vincemmo il campionato. Eravamo forti e consapevoli di esserlo, avevamo una mentalità vincente".
Sicuramente sei in contatto con molti di loro...
"Sì. Ci sentiamo spesso e ci confrontiamo sulle nostre esperienze. Sento i miei coetanei dell'87': Maniero (ora all'Ascoli), Bianco (Piacenza), Cuneaz (Pistoiese), Lanzafame (Bari)...Sai, il primo anno che esci dal vivaio è sempre molto difficile, ma è importante avere la fiducia del tecnico con cui lavori. I giocatori bravi alla fine vengono fuori, valgono".
Un ricordo speciale?
"L'anno scorso uscivamo sempre, anche andare all'allenamento era una gioia continua. Non si vedeva l'ora di andare al campo. Abbiamo passato tanti anni insieme, non si dimenticano".
E ora?
"Non mi sono pentito della scelta che ho fatto, a Treviso sto bene e ora gioco con più continuità. Ci sono giocatori di altra categoria: Barreto, Russotto, Giunti...MI trovo bene con tutti".
Stai giocando in una posizione diversa da quella occupata finora. Ti piace la tua posizione di esterno sinistro di centrocampo?
"Io rimango un centrocampista centrale, a sinistra mi ha schierato Pillon. E' una nuova esperienza, pur di giocare giocheresti ovunque, anche se sull'out non si sta male. Per il gruppo sono disposto a tutto, sono giovane e devo imparare".
Soprattutto se poi cominci a segnare, come accaduto sabato scorso nella gara con l'Ascoli...
"E' stata una grande gioia".
Cosa replichi a chi dice che per i giocatori piccoli e gracili non c'è spazio nel calcio ad alti livelli?
"E' normale che avere un fisico prestante aiuta molto, ma le qualità non devono essere messe in discussione. Giovinco, ad esempio, con la palla fa cose che gli altri non pensano, uno come lui fa la differenza".
Il tuo ex allenatore della Primavera della Juve, Vincenzo Chiarenza, ha detto che gli piacerebbe provare un'esperienza da allenatore di una prima squadra, magari in B. Lo giudichi pronto?
"Gli devo molto. Mi ha sempre fatto giocare e mi ha nominato capitano. Mi ha dato fiducia e non lo dimentico, come molti dei miei ex compagni. E' un tecnico vincente, se capiterà l'occasione mi piacerebbe tantissimo essere nuovamente allenato da lui".
E il ritorno alla casa madre?
"Tornare alla Juve sarà difficilissimo, sono cosciente di questo. Ora penso a salvarmi col Treviso, poi spero di giocare in serie A, se lo riterranno opportuno. Sono in prestito, poi a fine stagione con la Juve e la mia famiglia decideremo cosa fare".
Sperando che gli operatori di mercato più scettici si convincano che anche i piccoli possono diventare campioni.
Luigi Sinibaldi da calciomercato.it
[Modificato da IlVeni 11/04/2008 13:50]