Slogan offensivi? «Danno esistenziale» al singolo
L'Inter costretta a risarcire un tifoso napoletano
NAPOLI (5 agosto) - «Napoletano coleroso», oppure «Romanista bastardo», «Laziale coniglio» e via di seguito. Scanditi ritmicamente a mò di litania con la voce e relativo battito di mani, oppure vergati con la vernice su lenzuoli di stoffa o strisce di carta. Frasi provocatorie, becere, volutamente offensive, e sopratutto generiche. Volte a suscitare l'ira della massa dei "nemici", assiepati nella curva dirimpettaia. Epiteti censurabili quanto si vuole, ma mai diretti al singolo supporter avversario. Nel contesto dello stadio la massa dirige i propri improperi alla massa, mai al singolo, che per altro non conosce.
Questo discorso, però, era valido fino a martedì. Cioè fino quando il dottor Antonio Marzano, giudice di pace della prima sezione di Napoli, di fronte alla richiesta di risarcimento presentata da un tifoso partenopeo, che nel corso della gara di andata dello scorso campionato (il 6 ottobre) tra Inter e Napoli si era visto - per le motivazioni di cui sopra, "indirettamente" -apostrofare dalla curva nord dell'Inter come: «infame», «coleroso» e «tubercoloso», ha deciso di accordargli un risarcimento di 1.500 euro. La motivazione costituisce in sè il superamento dell'analisi precedente: l'insulto indiscriminato alla massa di tifosi avversari è un «danno esistenziale» anche per il singolo. Che quindi ha diritto al risarcimento.
La sentenza. Il tifoso partenopeo - G.D.B., difeso dall'avvocato Raffaele Di Monda - si era rivolto al giudice di pace raccontando di aver lasciato lo stadio «indignato e profondamente colpito da striscioni denigratori, esposti nel secondo anello della curva nord, occupata dagli ultrà interisti, nei confronti dei napoletani». Le scritte riportate sugli striscioni, si legge nell'esposto al giudice di pace, «recitavano espressioni come "Napoli fogna d'Italia"; "Ciao colerosi"; "Partenopei tubercolosi"; "Infami", cui si aggiungevano canti e cori razzisti e offensivi». Il giudice di pace, rileva l'avvocato Di Monda, ha riconosciuto nella fattispecie un «danno esistenziale», condannando la società nerazzurra per «responsabilità oggettiva» ( la norma della giustizia sportiva secondo la quale le società di calcio sono ritenute responsabili dei comportamenti assunti dai propri tifosi). L'azione legale è stata vinta in primo grado, nonostante l'opposizione dei legali dell'Inter che ne chiedevano la cancellazione per errata competenza territoriale, ha spiegato il legale, che è anche presidente dell'associazione L'Ego di Napoli.
www.ilmessaggero.it[Modificato da Mat-tv 06/08/2008 00:12]