Rugby - Altrochè atmosfera natalizia..
I giornali di questi giorni consegnano un'atmosfera tutt'altro che natalizia per quel che concerne i rapporti tra i club del massimo campionato. Motivo del contendere - come se fosse necessario ricordarlo - la questione Selezioni e Celtic League.
Quelli che fino a ieri erano i protagonisti silenti e quasi timidi del Super 10 (è "Super" anche il carburante delle auto, ma non per questo si vedono macchine volanti in giro) affogano oggi di inchiostro gli appassionati di rugby che aprono i quotidiani. Certo, non manca chi parla a sproposito e chi, magari, prima di dichiarare guerra al mondo intero dovrebbe anzitutto rendersi conto di non aver formato nemmeno l'ombra di un azzurro negli ultimi anni e che anche per entrare nella propria club house deve conoscere l'Inglese.
Quasi tutti guardano torvi in direzione della Fir, mentre si assiste ad una sorta di spaccatura tra Nord (leggasi Veneto) e Sud (Roma). Ma per fortuna c'è anche chi riesce a concepire un'idea anziché pretenderla soltanto.
Dato per scontato che
Treviso vuole andare in Celtic da sola - sperando che l'incoraggiamento non arrivi dai recenti "successi" in Heineken Cup -, sulla stessa lunghezza d'onda parrebbe
Viadana che però in questi giorni, sulle pagine della "Gazzetta dello Sport", per voce del presidente Melegari
già tende una mano alle due parmigiane. Poi c'è il
Petrarca, a cui non dispiacerebbe una fusione con Rovigo e Venezia. E ancora
Calvisano, che sbalordisce tutti ammettendo di volere trasformare Brescia, celeberrima Leonessa d'Italia,
in Leonessa d'Europa in chiave ovale. Delle romane si sa già tutto. Dallo schiaffo rifilato alla Lega - la pazienza ha un limite... - alla spinta propulsiva del patron della Futura Park, Paolo Abbondanza. Di nome e di fatto, poiché allarga la prospettiva di un'eventuale Selezione ad un territorio più vasto di Regno delle due Sicilie e Stato Pontificio messi insieme. Bella idea comunque e poche nonché mirate parole.
Nel frattempo, che ci crediate o no, è Natale ed il 2008 volge al termine. Tutti guardano all'anno venturo con speranza, anche perché ci sono troppe cose da cancellare. Dall'inutilità di un Super 10 brutto (a proposito: basta con il ritornello della Celtic che finirà per rovinare il massimo campionato italiano...), alla Nazionale che reclama sempre più atleti di livello; da un campionato di Serie A dove non è raro assistere ad 80' di bellissimo rugby giocato da 25 italiani di formazione, alla necessità impellente di far crescere il movimento e tenerlo nella linea di galleggiamento delle altre cinque superpotenze europee.
Che il Rugby italiano cambi. Finalmente.
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