FERNANDO CAFASSO SI RACCONTA...
a cura di Ufficio Stampa
Con il 55% dei vostri voti Fernando Cafasso vince il sondaggio “l’intervista della settimana”. Un metro e ottanta di altezza, Fernando è un ragazzo che si presenta da solo. Semplice, spontaneo e di cuore. Autore, insieme al compagno Pedrelli di uno dei due gol segnati al Tenni contro il Sassuolo. Un bel tiro dalla trequarti su cross che riesce a trafiggere la porta avversaria con un decisivo sinistro. Per gli utenti di
www.fbctreviso.it Fernando Cafasso, il centrocampista argentino nato a Bahia Blanca nel 1983 risponde per voi alle nostre domande:
Fernando, ricordiamo la tua carriera?
La mia carriera è iniziata in Argentina con il settore giovanile del River Plate, da lì sono passato ai Newell’s Old Boy dove ho finito le giovanili e ho esordito in prima squadra. Poi sono stato all’Atletico Tucuman dove ho segnato il mio primo gol da professionista. Dopo il Tiro Federal e l’Aldosivi sono passato al Guaranì (Paraguay) dove ho disputato la mia migliore stagione, segnando anche 5 gol.
Quali sono le prime differenze che hai riscontrato nel calcio Italiano rispetto a quello Argentino?
Le differenze sono moltissime, e le ho notate da subito. Per quanto riguarda il calcio giocato in Argentina è sicuramente più veloce, e si punta moltissimo sull’uno contro uno, i cross sono perfetti e ci sono più falli. In Italia il gioco è di gruppo, più semplice ma anche molto più aggressivo
Per quanto riguarda la differenza dei tifosi?
I tifosi in Argentina sono molto appassionati e sono tantissimi a popolare gli spalti dello stadio.. urlano cantano, incitano la squadra e se la partita va male il pubblico si arrabbia… Qui a Treviso è un’altra realtà…il pubblico è tranquillo
Nonostante un pubblico “ non Argentino”, sei ugualmente contento di essere qui in Italia…
Si, assolutamente, sono molto contento di essere qui in Italia a Treviso in serie B. Una bella esperienza per me e spero di continuare qui in Italia la mia carriera.
Nella partita contro il Sassuolo hai anche segnato il tuo primo gol in un campionato italiano… l’emozione sarà stata doppia…
Si certo, c’era e c’è molta emozione. Sono contento per il gol che ho segnato al Tenni contro il Sassuolo, è stato un bel gol e spero però che non rimanga un episodio isolato ma che ce ne siano tanti altri..
Ricordiamo le tue caratteristiche principali…
Gioco nella fascia sinistra cerco di fare incursioni in area per calciare, sono abile e veloce nella corsa e anche se gioco da terzino non ci sono problemi perché sono ugualmente aggressivo e cerco di far salire la squadra in avanti
Avere qui Abel Balbo, una delle istituzioni del calcio Argentino e anche Italiano cosa rappresenta per te?... uno stimolo in più?...
Per me è molto importante avere qui Abel Balbo.. primo per quello che rappresenta in Argentina, è una persona molto conosciuta e poi per me avere Balbo come allenatore è già una motivazione grande. Cerco di dare sempre il massimo durante l’allenamento in modo da farmi trovare pronto per la partita. Ci tengo molto a rendere bene
Quali sono i tuoi modelli calcistici?
Per quanto riguarda gli Argentini in Italia credo che alcuni giocatori dell’Inter stiano facendo grandi cose, come per esempio Zanetti che ormai nel club nerazzurro è diventato un istituzione una persona che sta dando grandi soddisfazioni a questa squadra ed è diventato un modello da seguire, il mio modello da seguire.
Nella tua carriera quali giocatori ti sono stati d’aiuto, con i loro consigli, per la tua crescita professionale?
Diversi giocatori mi hanno aiutato nel corso della mi carriera tra questi Jorge Bermudez in questo caso lui era colombiano ma mi ha aiutato molto e come lui anche Mauro Rosales ex giocatore dell’ Ajax, argentino come me. Mauro mi ha sempre palato e consigliato molto cercando di aiutarmi.
Quali sono state le prime cose che questo sport ti ha insegnato?
Sicuramente la costanza, la perseveranza io non sono un giocatore d’Elitè però la costanza e la perseveranza sono qualità che ti permettono di giocare in una squadra importante a livelli importanti e queste sono le cose migliori che inizialmente questo sport mi ha trasmesso e insegnato.
Quando hai capito che avresti fatto il giocatore professionista?
È sempre stato il mio sogno e non avrei mai immaginato che quel sogno si sarebbe potuto in qualche modo avverare. Avevo anche intrapreso gli studi di medicina e quando ho capito che c’erano i presupposti per continuare la carriera allora ho deciso di abbandonare gli studi e di giocare a calcio.
C’è qualche parente che ti ha strasmesso questa Tua grande passione per il gioco del calcio?
No, nella mia famiglia nessuno è un giocatore e mio papà non se ne intende molto di calcio ma mi ha sempre appoggiato e come lui tutta la mia famiglia. Quindi possiamo dire che stata una passione nata proprio da me.
Abbiamo parlato delle tue caratteristiche dentro il terreno da gioco.. ma nella vita di tutti i giorni come ti definisci?
Sono una persona tranquilla semplice con la testa sulle spalle… un ragazzo normale. Cerco sempre di dare il meglio di me in tutto quello che faccio.
Fernando ci parli del tuo paese di origine?
Sono nato in un posto molto piccolo con solo tremila abitanti a sud dell’Argentina nella Pampa. e quando sono in vacanza torno sempre lì per visitare la mia famiglia. Un posto molto bello e mi emoziona sempre ritornare a casa.
Non eri mai stato in Italia prima d’ora?
No, è la prima volta che vengo qui in Italia e anche la prima volta che vengo in Europa. Treviso è una città splendida, una città coloniale. La gente qui è molto tranquilla proprio come me.