Borriello, numero 12 con la maglia azzurra.
"Ha preso il 12 perché ha ricevuto la convocazione in nazionale dopo il 12° gol nel Genoa"
"No, l'ha scelto per un motivo: dopo 12anni, è il primo rossoblu a ricevere la convocazione"
Balle. Borriello sceglie quel numero per Van Basten. Nel 1988, il Marco olandese vince l'europeo da fenomeno, tripletta all'Inghilterra e supergol all'Urss in finale. Il 12, suo numero di maglia, entra nella storia.
Marco Borriello non c'è, nella storia. Almeno per ora. Nel Milan, infortuni e infortuni. Qualcuno ipotizza "E' Inzaghi a fargli la fattura". Bah
19 gol nel Genoa, 1 al Milan l'anno prima, ma sarebbero stati di più, se non ci fosse stata la squalifica per doping.
Marco Borriello è un bambino, napoletano, secondo di tre maschi. Tifa Napoli, e i primi tempi allo stadio sono per Maradona. Dura poco. Ben presto, il cuore è diviso in due: batte anche rossonero. Merito di Van Basten. Proprio il Milan - Baresi – lo preleva, dal Faenza. Nel 1999/00 è l'anno delle punte, per il Treviso. Arriva Toni. Arriva Borriello. Troppo giovane, il napoletano. 17 anni. A scuola, il Besta. Il calcio, Primavera. Gioca in fascia sinistra; sulla destra, Foggia. Due amici.
Segna, dribbla, inventa: nel gennaio 2001, lo piglia la Triestina di Rossi, al secondo mandato da allenatore. 9 presenze e 2 reti: qualcuno lo ricorda , da quelle parti.
"Ah sì, Borriello: fu decisivo nella promozione".
C1. La vede col Treviso. Prima Viscidi, poi Orrico. Il toscano, famoso per la gabbia a Lancenigo, non ha dubbi
"E' un Montella meno scattante ma più forte nel gioco aereo" - dice tra la pioggia battente e Bortoluzzi che tiene l'ombrello per lui.
27 gettoni, 10 reti. Si aprono le porte del Milan. Voci: 1,5 milioni di euro per il riscatto. Chissà dov'è la verità. Amichevoli estive, senza i nazionali. Marco ne approfitta. Segna, illumina, conquista l'Under. Esordisce alla seconda, contro il Perugia (3-0 Milan). Altre due presenze, zero gol. A gennaio, le porte dell'Empoli. Il gol al Piacenza, tutto qui.
"Non è da Empoli, qui ci vuole un certo approccio. Se Borriello non diventerà un grande giocatore, sarà soltanto per colpa sua" - dice il presidente Corsi in occasione dell'ultima giornata di campionato, 2002/03.
Torna al Milan. Una rete in Coppa Italia, avversario l'Ancona. 5 presenze in tutto (A), tanta panchina e un momento: a Siena, quando mette lo zampino sulla vittoria milanista.
1-1. Angolo per il Milan. Marco si tuffa, colpisce di testa, la palla sembra fuori, Kakà la spizzica in rete. Esulta, Marco. Il gol non è suo. Ma esulta. Fa bene. Il successo frena la rincorsa romanista. Scudetto al Milan.
L'anno dopo è alla Reggina. Mazzarri non lo vede. Gli basta Bonazzoli e una punta. 3-4-2-1. Ciao, Marco. Due gol e presenze a freddo.
2005/06: arriva prima la Samp. Ce l'abbiamo di fronte, il 21 settembre. Marco non segna. Fa poco o nulla.
Gennaio. Il figliol prodigo torna. Numero 11, appena lasciato da Gallo. L'esordio, subito. La Roma.
Veloce, non agile. Sinistro senza destro. Potente.
Oltre un mese per il primo gol. 11 febbraio 2006, contro il Chievo. A fine partita
"Mi assumo tutte le responsabilità. Se non segniamo, è colpa mia. E poi ho capito: io non sono una prima punta, bensì una seconda".
Mea Culpa: non lo recita in allenamento. Ammonisce Vascak
"Non ci si allena con le mani in tasca. Fuori le mani"
Neanche capisce una parola, lo slovacco. Arrossisce e chiede spiegazioni.
Un giorno, un vecchietto perde il cellulare, a Lancenigo. Borriello lo viene a sapere, glielo compra. Nuovo, lo stesso modello.
Borriello: cordiali e disponibile. Ma non rubategli la scena.
Telecamere, microfoni. Tutti per lui. Passa Emanuele Filippini, boccaccia alla telecamera, per un momento al buio. Silenzio.
"Ma è scèmo?" - fa un nervoso Borriello.
E poi: macchine diverse, dalla Porsche alla Mini, tutte prese a noleggio.
Ad aprile, il Treviso è vicino a comprare la metà di Borriello. La Gazzetta lo dà per certo.
"Ma io non ho firmato con nessuno. Posso restare a Treviso, non è un problema. Ma devono cambiare tante cose. Per esempio, Lancenigo non è il meglio da raggiungere. Il luogo d'allenamento deve essere più accessibile".
Qualcuno (Russotto in primis) spera nel mancato trasferimento. Va bene. Borriello torna al Milan. In Estate, ancora rumor sul ritorno a Treviso. Ma niente. Borriello al Milan. Ancora. Prende il 15.
"L'avrà preso perché ha segnato 15 gol nel Treviso".
Sì, come no. Sempre balle.
E per cosa allora? Per cosa lo scelse, quel numero?
Già: per cosa?
Non lo so. Eppure, sono certa di una cosa: non fu in omaggio a Tomasson, attaccante danese ex proprietario del 15 rossonero.
[Modificato da voglioscopareconbarreto 22/01/2009 11:35]