05/11/2011 19:19 |
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Fallimento Taranto-calcio
chieste otto condanne
per Pieroni e soci
TARANTO - Sette condanne sono state chieste dal pubblico ministero Ida Perrone nei confronti degli imputati nel processo per il fallimento del Taranto calcio. La pubblica accusa ha chiesto 4 anni di reclusione per l’ex patron Ermanno Pieroni e l’ex legale rappresentante del sodalizio rossoblù Vincenzo Stanzione, accusati di bancarotta. Tre anni sono stati sollecitati invece nei confronti dell’ex presidente Massimo Giove, dell’ex direttore sportivo Luca Evangelisti e dell’ex direttore generale Franco Telegrafo, due anni nei riguardi dell’ex presidente del Treviso Calcio Ettore Setten, dell’ex direttore sportivo Carlo Osti e dell’ex direttore generale Giovanni Gardini. Oltre alla bancarotta, contestata a Pieroni e Stanzione, nei confronti degli imputati c’è un variegato campionario di accuse: otto calciatori truffati, contributi federali ottenuti in maniera indebita, iscrizione ai campionati per tre stagioni su presupposti illegittimi, contratti simulati di vendita di giocatori, mancato versamento di contributi obbligatori all’Enpals.
Pieroni e soci rispondono, innanzitutto, di falso in scrittura privata e truffa in quanto avrebbero convinto, tacendo le reali intenzioni di non onorare l’impegno, i calciatori Luigi Panarelli, Gianluca Triuzzi, Giorgio Del Signore, Giuseppe Di Meo, Paolo Cozzi, Rosario Bennardo, Nicola Di Bitonto e Federico Bettoni a rilasciare le quietanze liberatorie per la cifra complessiva di 656.130, 53 euro, necessarie per l’iscrizione del Taranto al campionato di calcio di serie C2 per la stagione 2004/2005 con «il rilascio di assegni non onorati per mancanza di fondi e/o per sottoscrizione apocrifa».
Ma gli ex dirigenti del Taranto, l’ex presidente e l’ex direttore generale del Treviso sono accusati anche di truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubbliche in relazione alla cessione dal Taranto alla società veneta di Rosario Galeoto, che alla Lega risultava a titolo gratuito ma che in realtà sarebbe costata al Treviso la somma di 100.000 euro, pagata in nero e finita, secondo gli inquirenti, nelle tasche di Pieroni, che risponde pure di appropriazione indebita. Il Taranto (per oltre 307 mila euro) e il Treviso (importo non quantificato) avrebbero così ottenuto contributi federali provenienti anche da fondi del Coni.
Ieri sono iniziate le discussioni del collegio difensivo del quale fanno parte, tra gli altri, gli avvocati Antonio Raffo, Gianluca Mongelli, Salvatore Maggio e Alfredo Lovelli mentre gli avvocati Raffaele Errico e Lello Lisco Semeraro si sono costituiti parte civile per conto della curatela fallimentare, chiedendo un risarcimento danni di 100 mila euro.
La sentenza è prevista per venerdì prossimo, 11 novembre.
M.Maz.
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