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Situazioni fallimentari, campionati riformati e ripescaggi

Ultimo Aggiornamento: 31/07/2014 00:03
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27/04/2010 19:19
 
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Come detto, il Perugia rischia il secondo fallimento in cinque anni...

dal sito de La Nazione Umbria

Perugia nel caos
Rischio fallimento


Lucio Lo Sole è l’imprenditore che ha avanzato l’istanza di fallimento del Perugia calcio. Racconta la sua storia e il prestito di 16 milioni di euro

Perugia, 23 marzo 2010 - Ricordate i "furbetti del quartierino" di qualche anno fa? Quei palazzinari romani che tentavano le scalate a destra e a manca? La storia di queste ore sembra avere tante similitudini: un giro vorticoso di milioni di euro, di assegni protestati, di garanzie fasulle, di banche che si espongono e che poi vogliono rientrare. Ma soprattutto con personaggi del tipo: voglio ma non posso, ma voglio... Di mezzo Leonardo Covarelli, qualche anno fa astro nascente della finanza e del mondo immobiliare, attuale presidente del Perugia, e altri imprenditori. Come Lucio Lo Sole, che appena cinque anni, si inventò, da buon mecenate, l’Antica Libreria Romana, in via dei Prefetti, a Roma. Un fiore all’occhiello nella carriera imprenditoriale. E adesso questa storia. Deciderà il Giudice.

"Mi ha rovinato". Lucio Lo Sole, romano, ha sessanta anni, una lunga carriera di imprenditore fornendo servizi a ospedali e alberghi. Aveva una solida credibilità negli ambienti della capitale. Poi l’incontro con Leonardo Covarelli, nel luglio del 2008. "L’avevo conosciuto una decina d’anni fa, c’era stata una compravendita di appartamenti e tutto era andato liscio - racconta Lo Sole -. Poi un paio d’anni fa ero in ospedale, ero anche in fin di vita, e arrivò con alcuni direttori di banche chiedendomi una cortesia: di prestargli dei soldi, garantendomi che avrebbe ripianato tutto. Detti le garanzie alle banche in modo che gli venissero dati i soldi. Tanti, quasi 16 milioni di euro. Che fesso...".

E poi cosa accadde?

"Mi aveva dato degli assegni in garanzia, poi tutti protestati. Io avevo garantito con tanti dei miei immobili, anche dei miei familiari. Da mesi la situazione è precipitata e le conseguenze le ho avute anche a livello familiare".

Ma come si fa a prestare tanti soldi? 14-16 milioni hanno la coda lunga...

"Veniva in ospedale con figure di primo piano di istituti bancari e mi sono fidato. La MB banca di Milano, con la Banca di Bientina che adesso è sotto commissariamento proprio per i giochetti del signor Covarelli. Io l’ho fatto senza scopo di lucro: non ho mai prestato i soldi a nessuno in vita mia, so com’è il mondo degli usurai e io non l’ho mai fatto. Ho 60 anni, quasi in pensione e volevo vivere in pace. Diceva che avrebbe sistemato tutto e mi sono fidato. Tra l’altro l’altra sera mi ha telefonato un altro industriale toscano: anche a lui deve restituire 2,3 milioni e anche lui mi ha preannunciato che attiverà la richiesta per la procedura di fallimento".



Adesso che può succedere?


"Ho chiesto l’istanza di fallimento per lui e per suo suocero (Dino De Megni, ndr). Io non gli ho prestato i soldi per avere nè la MAS e nè il Perugia calcio. Ho ipotecato tutto quello che avevo e adesso mi ritrovo così. Deciderà il giudice. In Tribunale hanno tutta la documentazione: è un lunga storia che non posso descriverle per intero".


Ora quali sono le sue attività?
"Sto cercando di risollevarmi. Ho riaperto un consorzio fornendo servizi. Ma quel signore mi ha rovinato".


Ha mai pensato seriamente di rilevare il Perugia per attenuare questa situazione?
"Il Perugia non mi è mai interessato. Io devo recuperare almeno in parte queste perdite, ero disposto anche a transare al 50 per cento, purchè lui si accollasse i problemi con le banche che mi ha scaricato addosso. Ma quel signore non voglio più vederlo e nemmeno passerò più da quelle parti".

Covarelli aveva cercato di coinvolgere Lucio Lo Sole anche nel salvataggio del Pisa un anno fa, in una cordata capeggiata da Lamberto Piovanelli, ex bandiera del club pisano ed ex attaccante del Perugia. Ma in quell’occasione l’operazione naufragò, l’imprendotore romano annusò qualcosa che non andava e si chiamò fuori. A Pisa, intanto, restano in piedi tutte le vicende che hanno portato al fallimento del club, in cui è coinvolto l’altro costruttore romano Pomponi, al quale Covarelli aveva ceduto la società.

Stefano Dottori


LA REPLICA DI COVARELLI:

Il presidente del Perugia, Leonardo Covarelli, si affida ad uno stringato comunicato per rispondere all’istanza di fallimento contro il Perugia calcio presentata dall’immobiliarista romano Lucio Lo Sole. "Riguardo a ricorrenti indiscrezioni di cui si sta verificando la provenienza, il Perugia Calcio, pur nel riserbo necessario, precisa che nessuna comunicazione è pervenuta dalle autorità competenti - si legge nella nota del club di Pian di Massiano - . La Società sta valutando le opportune forme di tutela, ribadendo la propria tranquillità in merito".



Non una parola di più. Il numero uno biancorosso si sta confrontando con i suoi legali per venire a capo della vicenda. L’udienza è fissata per il 4 maggio dinanzi al Tribunale civile e penale, ufficio fallimentare, di Perugia.
La situazione è pesante, un macigno per la piazza, la città, i suoi tifosi, alla vigilia di una scadenza che invece tiene in apprensione tutti i tesserati della società biancorossa. Alla fine del mese, infatti, il club di Pian di Massiano dovrà dimostrare di aver provveduto al pagamento degli stipendi relativi ai mesi di ottobre, novembre e dicembre. E in questa settimana che resta, il Perugia dovrà sborsare la cifra intera, visto che giocatori, allenatori e dirigenti sono fermi al pagamento del mese di settembre. Per coprire il piatto servono oltre settecentomila euro.



La stagione è nata storta e, alla luce degli ultimi eventi, non sembra destinata a tornare sui giusti binari. Problemi che nascono anche per la gestione sbagliata, scellerata, dello scorso campionato. Al momento dell’iscrizione, infatti, il Perugia si è presentato in parte carente nella documentazione necessaria: i contributi e le ritenute non vengono pagate nei tempi previsti. Primo deferimento e primo punto di penalizzazione in classifica. Alla scadenza successiva, quella di settembre, il Perugia paga regolarmente gli stipendi, ma alla tappa che segue, quella del 30 ottobre, quando le società devono versare i contributi, il club di Covarelli stecca nuovamente la scadenza.



Segue un nuovo deferimento, la Commissione disciplinare "punisce" la squadra con un altro punto di penalizzazione oltre ad una multa di diecimila euro. In questo caso, il Perugia presenta ricorso per annullare il punto dalla classifica, ma la Corte di Giustizia federale respinge la richiesta. Nei giorni scorsi il presidente Leonardo Covarelli ha annunciato la ricapitalizzazione della società, un atto necessario per provvedere a coprire il piatto del 31 marzo. Si attendono notizie, su più fronti.

Francesca Mencacci



LA REAZIONE DELL'EX PATRON GAUCCI:



La nascita della piccola Beatrice l’ha galvanizzato ancora di più. E quando viene a conoscenza dei nuovi, seri problemi del Perugia, Luciano Gaucci non nasconde il disappunto e il dispiacere. "Mi dispiace tanto che si sia creata questa situazione, la città non se lo merita. Perugia è una piazza che deve risalire in un campionato più importante".



E la situazione lo stuzzica, lo intriga. E pur non volendo apparire come chi si vuole approfittare delle disgrazie altrui, ribadisce la sua disponibilità: "Sono sempre pronto a dare una mano al Perugia, ho un debito di riconoscenza e ho una gran voglia di rientrare nel calcio. Mi hanno proposto diverse società, anche di campionati più importanti, ma a me piacerebbe ripartire dal basso, vincere dei campionati, non salvarmi: c’è più gusto e a Perugia lo farei con grandi stimoli".



Già qualche settimana fa aveva declamato la sua disponibilità. E sembra che ci sia stato anche un contatto con l’attuale proprietà di Leonardo Covarelli, ma le richieste di quest’ultimo avevano frenato le ambizioni di "Gauccione". Sembra che l’ex patron fosse disposto a rilevare la società sobbarcandosi i debiti di questa stagione (circa 3 milioni di euro), ma dinanzi a ulteriori richieste aveva fatto marcia indietro. di pagare i debiti precedenti non gli andava.


"A un prezzo giusto per una società di terza serie, sono pronto a ritornare subito - dice l’esuberante patron -. Lo ribadisco il Perugia mi interessa (anche se negli ultimi giorni ha avuto un abboccamento per rilevare il Venezia, ndr), il mio cuore è sempre in quella città e sono convinto che sarei in grado di riportarlo in alto. E’ una soddisfazione che voglio togliermi e vorrei affetto solo se lo merito. Ma non dipende da me. Lo ribadisco, al prezzo giusto sono pronto a dare una mano. In questi anni di inattività mi sono studiato tanti calciatori e ne avrei subito parecchi da portare: gente che costa poco e che ha fame di vincere. E’ questo il segreto del calcio".
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