 02/05/2011 16:28 |
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SERIE D
Treviso torna nel calcio che conta
Corvezzo: «Una gioia indescrivibile»
La squadra biancoceleste pareggia 1-1 in casa contro il Chioggia e strappa il pass per la seconda divisione. Inutile la vittoria del Venezia sull'Union Quinto
Festa per la promozione del Treviso (fbctreviso.net)
TREVISO - Pazienza se nelle ultime due partite (Tamai e Chioggia) è arrivato appena un punto. Quello che conta è che il Treviso alla fine stacchi il pass per il ritorno in Lega Pro, tutto il resto vale zero. Una liberazione, dopo l'inferno in cui era piombato il club dopo il fallimento dell'era Setten-Gardini, di fronte ai 2167 spettatori che hanno preso d'assalto il Tenni e che poi hanno partecipato in massa alla festa - promozione voluta dal presidente Renzo Corvezzo: «Una gioia indescrivibile - ammette l'imprenditore che ha raccolto il Treviso dalle ceneri e che l'ha catapultato nuovamente nel calcio che conta - abbiamo fatto qualcosa di grande grazie a tutti, ai tifosi, alla gente, alla dirigenza, ai giocatori e all'allenatore. Quando sono arrivato avevo promesso la B in cinque anni, direi che abbiamo fatto un primo passo in avanti fondamentale». Sul campo, per oltre 80 minuti, è stata partita vera (vantaggio di Ferretti al 4' e pareggio a dieci minuti dalla fine firmato da Bernandes), poi sull'1-1 giusto e doveroso tirare il freno a mano fino al fischio finale. Il punto andava bene al Treviso e pure al Chioggia, che con il pari blinda la salvezza e azzera ogni rischio. Inutile la vittoria del Venezia sull'Union Quinto firmata da capitan Collauto a sei minuti dalla fine (2-1 al Penzo meritato, ma sostanzialmente vano), la distanza dal primo posto rimane di 4 punti a una giornata dalla fine. Nel giorno della festa del Treviso, adesso i cugini si mettono in coda. Comincia una lunga corsa a ostacoli fra playoff e scrivanie della Lega, con le decisioni sui ripescaggi che inevitabilmente condizioneranno non poco le prossime settimane dell'altra grande nobile decadute. Ma da domenica 1 maggio 2011 il Veneto ritrova un pezzo del calcio che fu. Quello dei giganti che finalmente mette in soffitta l'incubo e che torna a gioire. Meritatamente.
Dimitri Canello
02 maggio 2011
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