da www.bolognafc.it
Parla l'attaccante: ''Presto il vero Fava''
Dino, come vivi questo tuo momento, dopo due partite in panchina?
“Sono tranquillissimo e sereno: aspetto il mio turno come tutti e non mi posso certo lamentare perché le mie partite le ho fatte. Pian piano sto ritrovando la forma, a livello fisico, dopo aver riscontrato più difficoltà di quelle che pensavo, anche a livello di allenamenti: non avendo fatto il ritiro con gli altri, avevo abitudini diverse come carichi di lavoro, specie in palestra; ne ho parlato con il preparatore atletico e abbiamo stabilito alcune soluzioni: gradualmente arriverò al livello dei compagni”.
Hai l’impressione di aver sciupato le occasioni avute?
“Ho fatto quattro partite da titolare e due volte sono subentrato: non mi pare di aver buttato via niente, mi sembra di aver dato un certo contributo, l’unico neo è non aver ancora fatto gol. A Trieste, per esempio, mi pare di aver fatto una buona prestazione e ho anche preso il rigore che ha sbloccato il risultato: per me è come aver fatto un gol. Poi mi fanno piacere le parole del mister che elogia sempre il lavoro degli attaccanti, segno che apprezza quello che stiamo facendo in avanti”.
In campo come ti trovi con i compagni d’attacco?
“Va sempre meglio. Serviva tempo alla squadra per dimostrare quale fosse il vero Bologna: stiamo trovando di continuità risultati e questa è una cosa importantissima perché consente di fare la differenza rispetto alle avversarie, in prospettiva. Arriverà anche il vero Fava: sono fiducioso”.
Dai l’impressione di poterti integrare forse meglio di Marazzina col gioco di Bombardini e Adailton, che tendono a portare palla.
“A Marazzina piace andare in profondità e ricevere palla negli spazi perché è molto veloce, io invece cerco di dare sponde ai compagni e andare in area per raccogliere i cross che arrivano. In carriera ho giocato con tanti attaccanti diversi e posso dire di potermi integrare abbastanza bene con tutti. All’inizio dovevo capire i movimenti degli altri attaccanti, non avendoci mai giocato assieme: ognuno ha un certo tipo di atteggiamento in campo; ora, come dicevo, l’intesa migliora di settimana in settimana”.
Quando hai giocato hai avuto alcune buone occasioni per segnare, senza riuscirci: qual è quella per la quale ti mangi ancora le mani?
“Quella di testa col Cesena: ero convinto al cento per cento di far gol, poi al momento dell’impatto non ho più visto palla, avendo il sole negli occhi. Pensavo di non colpirla nemmeno, a qual punto, poi invece l’ho presa comunque ma è andata alta sulla traversa; peccato: sapevo dell’importanza di quella partita e anche per me segnare sarebbe stata una bella soddisfazione”.
Il gioco che fa questa squadra è adatto alle tue caratteristiche?
“Penso di sì: stiamo migliorando sotto molti aspetti e sono soddisfatto delle soluzioni che stiamo preparando in allenamento”.
Però, fatta eccezione per i cinque gol di Adailton e considerando Bombardini un trequartista, tutti gli altri attaccanti hanno segnato solo un gol, quello di Marazzina a Trieste.
“È una cosa particolare che sta capitando ma l’importante è che la squadra stia trovando comunque i tre punti. E, se guardiamo il gioco, Marazzina si sta dando un gran da fare per la squadra: se non prendiamo gol è anche merito suo”.
Siete molti in attacco e ovviamente non c’è posto per tutti tra gli undici che partono titolari.
“Una squadra come Bologna ha giocatori di altissima qualità ed è giusto cercare la soluzione adatta per vincere le partite: è questa la cosa che ci interessa di più. La forza del gruppo, poi, è quello che fa vivere bene tutti i giocatori, anche nei momenti di minor brillantezza. Bisogna essere intelligenti e capire che in certi momenti qualcuno sta meglio e qualcun altro meno e che, con tanti attaccanti di alto livello, non possiamo giocare tutti e bisogna quindi accettare la situazione”.
Ci terresti particolarmente a giocare col Treviso, l’ultima tua squadra prima di venire a Bologna?
“Sì: ovviamente, come tutti, vorrei sempre giocare, ma devo stare tranquillo, sapendo di avere la fiducia del mister; aspetto quindi il mio momento, sperando di sfruttarlo al meglio e sapendo che i gol arriveranno. A proposito del Treviso, dobbiamo stare molto attenti: secondo me, sarà una delle partite più difficili, anche se sta facendo tanta fatica. Sin qui sono anche stati molto sfortunati, ma hanno buoni giocatori infortuni, tanta qualità in avanti (Barreto, Pia, Beghetto) e un bravo allenatore. Il Treviso verrà qui por cercare di fare punti, conoscendo Pillon: verrà a giocarsi la parita”.
Come ti sei lasciato con il Treviso?
“È stata una situazione particolare: non mi aspettavo di andare via, poi la società e, penso, anche il mister hanno preso questa decisione e, quando è venuta fuori la possibilità di venire al Bologna, ho colto la palla al balzo e sono venuto qui di corsa. Ci sono rimasto un po’ male, anche perché di attaccanti con mie caratteristiche non ce ne sono altri a Treviso (Pillon ha voluto giocatori piccoli e veloci in avanti): pensavo di poter essere utile alla causa ma, forse anche per una questione di budget societario, hanno preferito mandarmi via”.
Sarà la tua prima partita da ex del Treviso: che emozioni proverai?
“Sarà una partita particolare, anche perché ho fatto la preparazione con loro e quindi conosco tutti i giocatori. Con qualcuno, come Viali e Russotto, ho legato in maniera particolare, così come con i componenti dello staff medico: li sento spesso, sarà un piacere incontrarli.
Ti auguri di sbloccarti segnando proprio al Treviso? E come esulteresti?
“Se possibile, sì, mi piacerebbe segnare: gioco nel Bologna, se sono in campo spero di fare gol e di vincere la partita, ovviamente. Se dovesse succedere, esulterei come mi viene, istintivamente: non penso che la mancata esultanza dopo un gol dia il segno del rispetto per l’altra squadra, il rispetto si manifesta con il comportamento e con le parole”.
Il Treviso è partito piuttosto male e, secondo un sondaggio, pare che l’ottanta per cento dei tifosi trevigiani ti avrebbe voluto con loro.
“Mi dispiace molto per questa partenza faticosa del Treviso: sapevo che avrebbero incontrato delle difficoltà, avendo tanti giocatori nuovi, ma non pensavo a fino questo punto. Però lavorano bene con un allenatore che sa il fatto suo: sono convinto che ne verranno fuori”.
Ma hai qualche rimpianto per aver lasciato il Treviso?
“Come ho detto, non mi aspettavo di partire, ma è stato deciso così e guardo avanti”.
di Paolo Villani