Intervista a Pillon
Il Treviso è partito ieri pomeriggio per raggiungere Rimini dove oggi affronterà la formazione di casa allenata da Acori e che in classifica ha cinque punti, due in più del Treviso.
Pillon si avvicina a questa partita con tante incertezze, molti dubbi e qualche acciaccato. Ma andiamo per ordine.Le incertezze sono legate alle due sconfitte consecutive che hanno ridimensionato, almeno per il momento, i voli pindarici della squadra. I dubbi riguardano invece l'undici da mandare in campo visto che Trotta non è stato convocato per un dolore muscolare mentre Scurto e Smit hanno accusato ieri dei dolori che li hanno costretti a lasciare il terreno di allenamento con qualche minuto di anticipo.
«L'undici che manderò in campo conferma l'allenatore Pillon - è legato alle condizioni dei giocatori alle prese con qualche acciacco, e quindi dovremo attendere fino alla fine».
Se non dovesse farcela Scurto?
«Giocherebbe Dal Canto».
E se oltre all'ex difensore del Chievo non dovesse farcela neanche Smit?
«Ma stiamo parlando di un'epidemia? Scherzi a parte non avrei molte alternative: Dal Canto a sinistra e Bonucci al centro al fianco di Viali».
Al posto di Trotta farà giocare Quadrini o Russotto, che con l'Under 21 ha fatto bene segnando anche un gol?
«Quadrini».
Non crede ci siano troppi infortuni muscolari?
«Quando abbiamo lavorato in Val Venosta non abbiamo avuto nessun problema, neanche minimo, mentre da quando ci alleniamo a Lancenigo, dove ci sono campi duri come il marmo, numerosi giocatori accusano dolori muscolari. Mi pare comunque che questo sia un problema che si protrae da diversi anni e quindi si deve trovare un rimedio perché io devo tutelare la salute dei miei giocatori».
Durante l'allenamento si è arrabbiato più volte. Cos'è successo?
«Se contro il Rimini giochiamo come ci siamo allenati questa mattina (ieri per chi legge) ne prendiamo tre e per questo mi sono arrabbiato».
Colpa delle due sconfitte consecutive?
«Sicuramente sono una zavorra pesante, ma se volgiamo uscire da questa situazione non lo possiamo fare giocando in punta di piedi o senza determinazione».
Cosa serve allora?
«Si deve entrare in campo come se fosse uno spareggio raddoppiando grinta, determinazione e carica agonistica altrimenti non andiamo da nessuna parte.
Il pubblico rumoreggia
«Non capisco perché. Anche contro il Chievo avevamo in campo solamente due giocatori della scorsa stagione e quindi ci serve maggior tempo per far quadrare il cerchio inoltre, è bene non dimenticarlo, la società ha sempre parlato di un programma triennale e questo è un campionato di transizione. I miracoli si chiamano così proprio perché non arrivano tutti i giorni».
Con la difesa rimaneggiata dovrà affrontare un attacco collaudato che punta tutto sulla velocità e la fantasia. E' preoccupato?
«Assolutamente no anche se è chiaro che ci sarà da soffrire soprattutto se dovessi essere costretto a far giocare giocatori in una posizione a loro non naturale come Pianu a destra e Dal Canto a sinistra ma sapremo essere all'altezza».
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