Aragones: «Italia e Francia favorite»
E aggiunge: «Casillas è più forte di Buffon»
ELCHE (SPAGNA), 25 marzo - «Le favorite continuano ad essere le stesse, Italia e Francia. Non possiamo dare la Spagna come favorita». Luis Aragones guarda più in là, oltre l'amichevole di Elche con l'Italia. Il ct della Spagna punta dritto verso l'Europeo quando, ai quarti di finale, potrebbe ritrovarsi di fronte gli azzurri di Roberto Donadoni oppure i Bleus di Domenech.
IL RISCATTO - Comunque andasse, sarebbe una specie di condanna per le furie rosse, che non si sentono grandi come le finaliste dell'ultimo Mondiale anche perché non hanno mai centrato grandi obiettivi: «La Spagna non ha mai fatto grandi cose - ha ammesso Aragones - però siamo una squadra che, giocando al cento per cento, può battere chiunque. Ma può anche perdere. Arriviamo da un anno molto buono e speriamo di proseguire su questa strada». Quella giusta per cominciare a togliersi qualche soddisfazione: «Dovrei fare uno studio sincero e sensato sul perchè la Spagna non è mai vittoriosa nei grandi appuntamenti e poi tutti noi dovremmo gettare la maschera. Ho letto di un giocatore che diceva che alla Spagna mancava competitività, cosa che ho già detto io tempo fa. Tuttavia c'è stato un periodo nel quale abbiamo avuto una squadra per andare lontano ma non abbiamo vinto».
IL MODELLO - A differenza dell'Italia, un modello da imitare secondo Aragones perché ha «giocatori di una categoria impressionante. Per me la nazionale migliore è il Brasile, poi c'è l'Italia che gli assomiglia. Ho sentito dire che il calcio italiano è cattivo, che il campionato italiano è brutto. Io penso che è più rigoroso e che preferiscano non prendere gol piuttosto che farne sette ma quando bisogna attaccare lo fanno e hanno un equilibrio importante nelle loro squadre».
SEGNARE E VINCERE - La Spagna si ispira ad un altro stile anche se il fine è lo stesso: «L'importante è vincere e vince chi gioca meglio. Salvo eccezioni, se giochi meglio dell'avversario vinci». Della nazionale campione del mondo ormai sono rimasti in pochi, ma secondo Aragones «l'Italia non è cambiata molto ed è sempre forte. Ha giocatori molto buoni, intelligenti e con un'ottima condizione fisica. Ci sono Pirlo, De Rossi e altri, gente che si impossessa del centrocampo». E poi c'è Gattuso: «Lui e molti altri ci possono insegnare cosa significa competere e cosa è il sacrificio in una partita». Però, quando si parla di portieri, il ct spagnolo sente di non dovere invidiare nulla all'Italia. Anzi, si sbilancia e azzarda: «Casillas è meglio di Buffon anche se l'italiano ha dimostrato il suo valore. Tuttavia ci sono tanti altri buoni portieri è difficile dire chi sia il migliore al mondo».
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