3 anni al romanista che accoltello' un tifoso reggino.

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MoniGo
00venerdì 5 dicembre 2008 18:39
venerdì 10 ottobre 2008
Processo a Testadiferro aggiornato

«Ho visto con certezza una persona con il cappellino in testa, con i capelli chiari, una persona che riconosco come l'imputato estrarre il coltello. Ma non l'ho visto colpire il mio amico». Questa la testimonianza che Luigi P. ha rilasciato oggi al giudice monocratico di Roma. Luigi era in compagnia di Claudio Morabito quando, il 20 settembre scorso, quest'ultimo è stato accoltellato prima della partita tra Roma e Reggina. L'imputato è Fabio Testadiferro, ultrà romanista accusato di lesioni gravi.
Il racconto: «Ero nel piazzale della Farnesina - ha raccontato il testimone chiave della vicenda - ero distante da Claudio. Ho sentito ad un certo punto litigare, mi sono girato e ho visto due persone avvicinarsi e colpire il mio amico. Poi ho sentito la frase: "Ti sei salvato perché stai con la ragazza, altrimenti eri morto"».
L'imputato, assistito dall'avvocato Lorenzo Contucci, era stato scarcerato martedì scorso. Il tribunale del riesame, a cui aveva fatto ricorso il difensore, per un errore della cancelleria non aveva inviato gli atti alla procura, facendo scadere i termini. Il giudice ha poi rinnovato la misura cautelare e Testadiferro è tornato in carcere ieri.
Secondo l'avvocato Contucci ci sarebbero però altre immagini, oltre a quelle prodotte dalla Digos, girate dalle telecamere in prossimità dell'Olimpico, che potrebbero aver ripreso il momento esatto dell'aggressione. Per questo motivo il legale ha prodotto una copia delle foto delle telecamere posizionate nella zona dello stadio , chiedendo al giudice monocratico l'acquisizione dei filmati che coprivano la zona dell'aggressione, cosa che a suo dire scagionerebbe il suo assistito. Il processo è stato aggiornato al prossimo 24 ottobre.
Pubblicato da @ n t o n i o a 21:13

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www.calciomercato.com/index.php?c=16&a=97045&archive=archive

'Roscio', coltelli e leggi ultrà: processo da paura
10:40 del 02 ottobre


«Il Roscio? Aula 6, giudice Aurora Cantillo». In tribunale tutti sanno. Non c´è bisogno di cercare. Perché è una storia di lame e di "infami". E fosse per la Sud, il tempio del tifo giallorosso, la curva, o almeno una sua parte, avrebbe già deciso. «Forza Roscio», si leggeva domenica scorsa (Roma-Atalanta) sullo striscione esposto allo sguardo dell´Olimpico. «Forza Roscio» scandivano quelli di "Lpg", "La peggio gioventù", ultimo fungo nella diaspora dei gruppi organizzati. Il Roscio ha un nome, Fabio Testadiferro, e un´età ormai veneranda, 38 anni. Il Roscio è «al gabbio» dal 20 settembre (Roma-Reggina) per una «puncicata», una coltellata, che ha aperto la coscia destra di Claudio Morabito, un ragazzo di Reggio Calabria di 25 anni, consigliere circoscrizionale del Pd, rappresentante di testi giuridici, tifoso in trasferta per caso. Erano le 8 di sera. E la partita non sarebbe cominciata prima di mezzora. Claudio si ferma con la sua ragazza e tre amici di fronte a un camion-bar a poche centinaia di metri dall´ingresso della curva Nord, il settore ospiti. Indossa la sciarpa amaranto della Reggina sotto la felpa. In due lo prendono alle spalle. Prima un colpo alla nuca, poi un cazzotto. Quindi, il fendente alla coscia. I due fuggono, ma i testimoni dell´agguato, durante la partita, grazie alle telecamere della polizia che inquadrano e registrano in tempo reale i tifosi nelle curve, riconoscono Testadiferro come uno degli aggressori. Il Roscio sarà ammanettato mentre lascia lo stadio.

«Forza Roscio», dunque. Perché non è mai accaduto, a Roma, che chi ha affondato la lama nella carne del nemico sia mai stato identificato. Perché saperlo in carcere o condannato significa prendere atto della rottura del codice di omertà. Perché Roscio non è un tipo qualunque. Il motorino Honda con cui è arrivato all´Olimpico, e con cui gira in città durante la settimana, ricorda il laboratorio di un arrotino. Nella sella ha quattro coltelli giapponesi in acciaio. Lame da 12 centimetri buone per preparare il sushi. L´impugnatura è modanata con del cordino nero, come nella tradizione Samurai delle arti marziali. Nella casa della madre, dove abita da sempre, i coltelli invece sono cinque. Meglio, quattro più un pugnale, la cui lama arriva a 30 centimetri. Sempre in acciaio. Sempre lavorati con il cordino.

Testadiferro il carcere lo ha già fatto (un anno per stupefacenti). Il Daspo anche. Tre anni lontano dagli stadi per gli incidenti di un derby del 2004. Ha un passato di tossicodipendenza, un presente da alcolista. Dice di essere un meccanico. Lo difende l´avvocato Lorenzo Contucci, già praticante in curva, oggi difensore onnipresente nei processi ultras.
Nell´aula 6, il Roscio si massaggia i polsi liberati dalle manette della traduzione e fissa Claudio, Davide e Simone. L´accoltellato e i suoi amici. Quelli che hanno visto. Due fratelli nati a Reggio e cresciuti a Roma, che il destino vuole abitino non lontano dalla casa di Testadiferro. Buona parte del processo si gioca qui. Lo sa il Roscio. Lo sa il suo avvocato. Lo sanno il pubblico ministero e la polizia. Se i tre traballano, si apre uno spazio. I verbali di quella notte del 20 settembre sembrano inequivocabili. Claudio, Davide e Simone sono certi che sia il Roscio ad aver sferrato il fendente. Ora, in aula, si fanno incerti. Il tempo deve avergli portato "consiglio". Claudio dice di non sapere se ad accoltellarlo sia stato proprio il Roscio. Certo, era uno dei due che si è trovato alle spalle, ma di più non ricorda. Neppure Simone sa dire. E´ vero, anche lui riconosce Testadiferro come uno dei due aggressori, ma quando la lama si è infilata nella coscia dell´amico lui era voltato dall´altra parte. Solo Davide si spinge appena più in là. Lui ricorda il dettaglio del coltello stretto nella mano dall´aggressore e avvolto in un paio di guanti dal colore acceso, gli stessi che aveva Testadiferro al momento dell´arresto. Ma quando gli viene chiesto se oltre alla mano abbia visto anche la faccia del samurai, scuote la testa. «No, la faccia no».

Sul fondo dell´aula, il padre di Davide e Simone ha ascoltato e pesato ogni parola dei suoi figli. Dal 20 settembre ha chiesto garanzie e protezione. Viene dalla Calabria e sa cosa significa riconoscere con certezza un uomo in un´aula di tribunale. Quale prezzo si paghi. Il funzionario di polizia che ha arrestato il Roscio torna a spiegargli che la protezione si dà ai testimoni e ai pentiti nei processi per fatti di mafia. Non di stadio. L´uomo lo guarda stupito. Chiede: «Che differenza c´è?». Nessuno sa rispondergli. Il processo è aggiornato al 3 ottobre. Testadiferro lascia l´aula con un saluto deferente al giudice. Un amico in aula, un tricolore tatuato sulla nuca, il Duce sull´avambraccio destro, lo rincuora con uno sguardo. «Forza Roscio».

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Accoltellò un sostenitore della Reggina: quasi tre anni a un tifoso giallorosso

ROMA (5 dicembre) - È stato condannato a 2 anni e 11 mesi di reclusione, Fabio Testadiferro, l'ultrà romanista di 38 anni che, nello scorso ottobre, poco prima della partita Roma-Reggina, accoltellò a una gamba un tifoso della squadra calabrese che stava andando allo stadio con la fidanzata e tre amici. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Aurora Cantillo, che ha quasi interamente accolto le richieste del pm Elisabetta Ceniccola.

Testadiferro, al quale è stata inflitta l'aggravante di aver agito per motivi abietti e futili, è stato ritenuto responsabile di lesioni e di porto abusivo di coltello. Il giudice gli ha inflitto l'interdizione ad assistere alle partite della Roma per 5 anni e ha disposto che si rechi in commissariato in occasione delle partite della squadra giallorossa. Alcolista, Testadiferro, tutt'ora detenuto presso il Sert di Regina Coeli, non ha ottenuto i domiciliari per poter seguire un programma di recupero per alcolizzati. Rintracciato dalla Digos grazie alle testimonianze degli aggrediti, e in virtù dei filmati delle telecamere dello stadio, l'ultrà romanista aggredì il sostenitore amaranto insieme con un'altra persona tutt'ora non identificata.

L'aggressore era già stato arrestato per lancio di oggetti e fumogeni contro le forze dell'ordine in occasione del derby Lazio-Roma del 21 marzo 2004, nonché per il porto di un coltello a serramanico, per questo già sottoposto alla misura del divieto di accesso per tre anni ai luoghi dove si svolgono competizioni sportive.


www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=37159&sez=HOME_ROMA

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tanto per gradire, era già stato dentro nel 2004:


news.lazio.net/2004/03/29/derby-lazio-roma-prima-condanna-ad...

29 Marzo 2004
Derby Lazio-Roma, prima condanna (AdnKronos)

Prima condanna per gli incidenti accaduti allo stadio Olimpico di Roma 15 giorni fa in occasione del derby Lazio-Roma. Si tratta di Fabio Testadiferro, 34 anni, pregiudicato, che dovra’ scontare una pena di 6 mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di un coltello e minacce. Era stato sorpreso all’interno dello stadio mentre impugnava una cinghia, poi, caricato su una camionetta, aveva tentato di disfarsi di un coltello a serramanico. L’uomo ha una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per spaccio di stupefacenti. Il giudice monocratico non ha revocato l’ordine di custodia cautelare per cui resta in carcere. Per 3 anni inoltre, quale pena accessoria, non potra’ frequentare lo stadio.
Robbie tv
00venerdì 5 dicembre 2008 19:59
Più che "Testadiferro" direi "Testadicazzo"...Goditi la pena, animale...

Kine UTV
00domenica 7 dicembre 2008 14:18
Re:
Robbie tv, 05/12/2008 19.59:

Più che "Testadiferro" direi "Testadicazzo"...Goditi la pena, animale...





poi ci lamentiamo se noi ultras veniamo generalizzati come violenti e cattivi, quando molti di noi nn farebbero male ad una mosca. Ringraziamo elementi del genere! [SM=x397209]
wendy.tv
00martedì 9 dicembre 2008 12:21
Sarò troppo cattiva, ma certa gente non è fatta per stare al mondo. Infame.
TV DOSSON
00domenica 1 febbraio 2009 17:39
Re:
wendy.tv, 09/12/2008 12.21:

Sarò troppo cattiva, ma certa gente non è fatta per stare al mondo. Infame.




i romani sono persone infami usano solo le lame ci sono molti precedenti devono buttare le chiavi del carcere per merde come loro.

infamoni.
wendy.tv
00lunedì 2 febbraio 2009 11:38
Re: Re:
TV DOSSON, 01/02/2009 17.39:




i romani sono persone infami usano solo le lame ci sono molti precedenti devono buttare le chiavi del carcere per merde come loro.

infamoni.




Ultras romanisti intendevi....
Semenzara
00martedì 3 febbraio 2009 21:29
Hanno rifondato il CUCS Roma, per Roma-Arsenal dovrebbero rientrare in curva
Roberta Merigiola
00domenica 16 agosto 2015 00:10
Infami sono chi ha testimoniato il falso.... Neanche sapete di cosa parlate e fate pure la spia ... Caga sotto ... Il roscio è stato arrestato ed è morto da innocente... Siete solo delle grandi merde... E soprattutto infami..
Roberta Merigiola
00domenica 16 agosto 2015 00:12
Tanto non smetterete mai di temere i romani.... Vi abbiamo creato noi .... Buon arriverete mai.... Molti nemici molto onore...
FrankUK
00domenica 16 agosto 2015 11:38
Che?
Mah, adesso abbiamo pure infiltrazioni di dubbio stampo nel forum...ci mancava proprio.. una calmatina ed un omaggio ad Alberto Sordi, in nome del 'volemose bene', no?

Altrimenti, per me blocco dell'account e 'DASPO' virtuale! [SM=g4174354]

'Se a xente me o domanda, e ora mi ghe o digo...' [SM=g10631] [SM=g4174364] [SM=g4174350]
Murdock FBC
00lunedì 17 agosto 2015 01:13
sta qua ci ha scambiato per laziali o napoletani... [SM=g2172117] [SM=g10255] [SM=g4174358]
FrankUK
00giovedì 20 agosto 2015 19:27
Re:
Murdock FBC, 17/08/2015 01:13:

sta qua ci ha scambiato per laziali o napoletani... [SM=g2172117] [SM=g10255] [SM=g4174358]


Gia' , la maglia é + o meno la stressa e quello basta...mah, a questo punto la cosa mi incuriosisce: sarebbe da pubblicare un articolo a cadenza periodica, il quale evidenzi vari 'anfami' di colori diversi - Roma, Napoli, Fiorentinana, e altre squadre Sudiste. V [SM=g4174346] Voglio proprio vedere quanti novelli forumisti saltano fuori...
[SM=g4174354] [SM=g4174346]
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