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Cattelan: «A questo Treviso serve più coraggio»
Calcio Eccellenza. Il bomber biancoceleste senza peli sulla lingua: «Le qualità ci sono, manca il cuore»
03 novembre 2015
TREVISO. Ma cosa sta succedendo a questo Treviso, tra scarsità di risultati, malumori, polemiche, esoneri e dimissioni più o meno effettive? L’ultima sconfitta, la prima interna, contro il non trascendentale Union QdP, ha fatto scoppiare il bubbone che sei risultati utili consecutivi avevano in qualche modo nascosto. La squadra, pur con qualche momento di buon calcio, è lenta e prevedibile, poco aggressiva e subisce il pressing avversario. Anche dopo il cambio di Susic non si sono visti i miglioramenti che ci si auspicava, nemmeno con il rientro di Antoniol e Furlanetto. Poi, vero, sempre Burato, Mastellotto, Bonotto e Furlan, ma in definitiva è dura trovare una spiegazione, soprattutto quando non ce l’hanno nemmeno i diretti interessati. Non lo sa nemmeno Alessandro Cattelan. «No, non ho una risposta. Forse ci manca un po’ di spirito, di cuore, ciò che serve per avere quel qualcosa in più da mettere in campo. Io per primo, intendiamoci».
Probabilmente su di voi c’erano aspettative eccessive?
«Può darsi, io so solo che in settimana ci alleniamo bene e problemi zero, poi arriva la domenica e non sappiamo più fare nulla. Il Tenni comunque non c’entra, potrebbe essere anche un altro stadio, d’altronde neanche in trasferta abbiamo fatto qualcosa di eclatante, quel 6-1 di Mogliano un po’ ce l’hanno regalato. Il problema è che siamo noi a dover dare di più, bisogna metterci più cuore, più coraggio, più animo: le qualità ed i giocatori ci sono».
Cattelan, la domanda è: siete in grado di dare di più?
«Ne sono assolutamente convinto, lo vedo tutti i giorni in allenamento, ti accorgi subito che la squadra potrebbe fare ben altro, me compreso: il mister è preparato, la società ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno, eppure in partita ci blocchiamo. Ed è un problema che dovremo risolvere. Se ci riusciremo o meno non sono in grado di rispondere, altrimenti si cambia. Se queste sono le prestazioni è giusto che a dicembre arrivi altra gente, vorrà dire che su questo Treviso ci siamo sbagliati tutti. È brutto dirlo, io voglio bene a tutti questi ragazzi ed all’allenatore, assicuro che nessuno va contro nessuno, ma se i risultati sono quelli che vediamo significa che non siamo all’altezza».
Lei parla sempre senza peli sulla lingua, complimenti.
«Ora magari parlo un po’ da alterato e forse a mente fredda mi esprimerei diversamente, resta il
fatto che serve un bell’esame di coscienza. Sabato la nostra partita a tratti è stata anche confortante, eravamo pure andati in vantaggio, ma non è assolutamente questo il Treviso che conosco io, no, proprio non lo è. Ed a questo punto non ci resta che reagire quanto prima». (s.f.)