da www.agi.it
SICUREZZA: RUTELLI, CDL NON BOICOTTI DECRETO
"Non si dovrebbero fare polemiche cosi' aspre su una materia che ci dovrebbe invece unire, e cioe' la sicurezza degli italiani". Cosi' il vicepremier e ministro dei Beni culturali, Francesco Rutelli, dai microfoni del Tg3 replica alle accuse e critiche dell'opposizione e, in particolare, alle parole del leader di FI Silvio Berlusconi. Il leader di FI ha detto che la Finanziaria non aiuta certo a risolvere i problemi della sicurezza nel Paese. "Con questa Finanziaria - ha detto - si tolgono fondi alle forze dell'ordine. Il 36 per cento dei reati commessi nel nostro Paese e' a carico di stranieri, nel Nord dell'Italia la percentuale sale al 50 per cento, nel Veneto, come a Treviso, oltre al 60 per cento. L'attuale governo ha messo da parte la nostra legge, la Bossi-Fini e ha lanciato il messaggio 'venite qui e starete bene'. Noi invece avevamo persino stipulato patti con i Paesi rivieraschi del Mediterraneo, ma tutto questo non esiste piu' e ora gli immigrati credono che l'Europa sia una specie di porto franco".
"La sinistra - ha proseguito - la chiama microcriminalita', ma alla fine e' piu' favorevole a chi delinque che a chi subisce.
Siamo il Paese piu' ospitale che esista, diamo agli immigrati tutto: case, assistenza sanitaria, e adesso vorrebbero dare a loro anche il voto". La risposta di Rutelli: "Noi, quando eravamo all'opposizione votammo il provvedimento del governo contro il terrorismo per la sicurezza. Mi auguro che ora faccia altrettanto la destra e, se hanno delle idee, le portino in Parlamento per migliorare il decreto, ma non per boicottarlo".
Critiche dalla sinistra radicale: "Cosi' com'e' il decreto sulle espulsioni degli immigrati comunitari non mi pare accettabile. Credo che in commissione dovra' essere modificato in alcuni punti essenziali". Lo afferma il capogruppo del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena, che aggiunge: "In particolare non si puo' procedere con una casistica tanto vasta e vaga quanto quella prevista nel decreto: significherebbe aprire le porte a vere e proprie deportazioni di massa. Ne' si puo' concedere una discrezionalita' cosi' ampia ai prefetti, perche' la conseguenza sarebbe una totale disparita' di trattamento e la fine del principio dell'uguaglianza di fronte alla legge".