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Riflettori puntati su Andrea Seno
12/05/2009
In mezzo al campo era facilmente individuabile per via della sua chioma bionda. Ad attirare l´attenzione di Peppino Pavone furono però le sue giocate che contribuirono poi ad ottenere una salvezza tranquilla con il Foggia nella stagione 92-93. Andrea Seno, classe 1966, svela le sue sensazioni legate a periodo rossonero condite da annedoti particolari...
Estate del 1992: dalla C1 del Como alla corte di Zeman in A ed una vita che cambia…
Sicuramente l´evento che cambiò la mia vita fu l´incontro con Peppino Pavone. Da lui ero stato visionato già altre volte e quando si concretizzò il mio passaggio in Puglia fui felicissimo. Il periodo zemaniano era magico. Per esempio, ricordo un episodio singolare: il primo tempo di Foggia-Juventus si concluse sullo 0-0. Negli spogliatoi il mister ci disse che era finito il tempo del riscaldamento e che nella ripresa dovevamo iniziare a giocare a calcio. Fu così perché nella seconda frazione vincemmo quella gara!
Di quel Foggia eri anche il capitano. Cosa si prova ad indossare quella fascia?
La mia “investitura” a capitano fu casuale. Quando arrivai trovai una squadra composta quasi tutta da nuovi giocatori. Della precedente stagione ne rimasero pochi come Grandini, Mancini e Petrescu. Nei primi giorni del ritiro Zeman indisse una specie di votazione tra i mie compagni che mi elessero, con mio stupore, a loro capitano. Credo abbiano fatto quella scelta in ragione di alcune mie qualità caratteriali, utili per indossare quella fascia.
Nel Foggia disputasi ottime annate tanto da essere poi acquistato dall´Inter. Descrivimi l´atmosfera del “derby della Madonnina”…
Il derby milanese richiama gran pubblico ed ha una grande risonanza sulla stampa. Stiamo parlando di due delle squadre più seguite in Italia. Nel pre partita, l´adrenalina è a mille e nella gara si cerca di dare tutto ciò che si ha. Io poi, ho avuto anche la soddisfazione di segnare un goal nel corso di un derby, quindi sono cose che rimangono indelebili nella memoria.
Attualmente sei il direttore sportivo del Venezia. Qual è il colpo di mercato che sogni di annunciare?
Non ce ne è uno in particolare. Mi basterebbe scoprire giovani talenti che, grazie alla mia intuizione, possano arrivare a giocare a grandi livelli. Inoltre, un bravo direttore sportivo, a mio avviso, deve essere bravo sia ad individuare giocatori di prospettiva che a gestire i rapporti tra società e squadra.
Nella stagione 95-96 subisti un grave infortunio. Oltre al dolore fisico vi è anche quello morale…
Se si sceglie di fare il calciatore è perché si ha voglia di poter correre dietro a quella sfera. Stare fuori fa male. Nel mio caso, dopo l´infortunio, mi resi conto di non essere più all´altezza in certe circostanze. Decisi dunque di smettere piuttosto che ricorrere sempre più sovente a medicinali per superare i dolori fisici. Purtroppo gli infortuni fanno parte del gioco…
Finestra di mercato: si vocifera che il Treviso sia interessate a te…
Il mio lavoro svolto a Venezia in questi anni è stato apprezzato ed attualmente ho ricevuto diverse proposte. Ultimamente ho seguito una gara del Treviso e dunque la mia presenza è stata legata ad un possibile passaggio verso questa società. Tuttavia oltre ciò non c´è altro. Il Treviso è appena retrocesso (in lega Pro, ndr), ed è una società che ha voglia di rinnovarsi e di programmare. Prerogative che sposano la mia visione del calcio. Dunque è una prospettiva che potrebbe interessarmi.
Recentemente Antonino Cardinale ha rescisso il contratto con il Venezia per restare vicino alla sua famiglia a Pescara nel difficile momento legato al terremoto abruzzese. Avalli questa scelta?
Ci mancherebbe altro! Mi dispiace per la perdita tecnica ma di fronte alla famiglia bisogna mettersi da parte. Abbiamo rispettato la sua decisione anche perché un calciatore non sereno non può di certo rendere al massimo. Avrei fatto lo stesso al suo posto. Anche per questo lavoro occorre essere tranquilli.
Andrea, per finire, dimmi la verità, quante battute hai dovute sentire sul tuo cognome...
Guarda, tra le tante, quella che mi è rimasta maggiormente impressa è stata quella contenuta in uno striscione fatto dai tifosi del Treviso che così recitava: “Il Treviso è come Carmen Russo perché ha un grande Seno…”. A parte tutto, auguro al Foggia di disputare e vincere i play-off perché il suo pubblico merita la B!
Valerio Quirino - usfoggia.it
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