Clonatelo

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enricotv
00giovedì 24 gennaio 2008 12:22


Treviso 4ever
00giovedì 24 gennaio 2008 12:27
Grandissimo Zigo!!! [SM=x397168]


Dio Zigo pensaci tu! [SM=x397167]
jacopoz 91
00giovedì 24 gennaio 2008 21:03
Un uomo,un mito.
Zigo idolo!
Mat-tv
00venerdì 25 gennaio 2008 19:17
"la Corna? ragazza intelligente simpaticissima, fisicamente non vale un cazzo! ne ho avuto migliaia di piu' belle di lei " [SM=x397168]


"Piccinini.. normale.. si crede ma non è nulla, non è nessuno e non sarà mai nessuno ! " [SM=x397166]

"Nel mondo di grandi siamo in 3: io, Vendrame e Che Guevara" [SM=x1465534]
Mat-tv
00venerdì 25 gennaio 2008 19:18
Enrico Faloppa lo conosci? mi ha allenato un anno da bocia..
enricotv
00venerdì 25 gennaio 2008 21:28
Conosco di vista il padre e il figlio, che gioca alla Sacilese.
Conosco molto meglio Zigo.
Rikishi90
00domenica 27 gennaio 2008 16:21
Questi erano giocatori.. [SM=x397167]
dellafiore85
00lunedì 28 gennaio 2008 22:43
Meraviglioso!

Qualcuno ha letto "Dio Zigo pensaci tu" ?
enricotv
00martedì 29 gennaio 2008 00:24
Re:
dellafiore85, 28/01/2008 22.43:


Qualcuno ha letto "Dio Zigo pensaci tu" ?

Io!
Ne ha combinate di cazzate...
E pensare che ora è ancora così, con le dovute proporzioni.
dellafiore85
00giovedì 31 gennaio 2008 22:50
Qualcuno sa dirmi il titolo della canzone degli U2 che fa da sottofondo alle interviste?
enricotv
00giovedì 31 gennaio 2008 23:50
All I want is you.
dellafiore85
00domenica 3 febbraio 2008 17:04
Re:
enricoutv83, 31/01/2008 23.50:

All I want is you.



Grazie! [SM=x397140]
enricotv
00venerdì 15 febbraio 2008 12:58
HaRdFr3qu3ncy
00venerdì 15 febbraio 2008 14:07


Uno dei campioni più amati e discussi degli anni Sessanta e Settanta racconta gli aneddoti più divertenti della sua carriera, tra donne, lunghe squalifiche e tiri al lampione...
Zigoni trattenuto a fatica dopo un'espulsione, a sinistra il compagno Maddè che lo minaccia...
MILANO, 15 febbraio 2008 - Ribelle, estroverso, geniale. Gianfranco Zigoni è stato uno dei calciatori più discussi e più amati del calcio italiano tra gli anni Sessanta e i Settanta. Juventus-Roma, che si gioca sabato sera, è la sua partita: arrivò in giallorosso nel '70 con Vieri e Del Sol, in cambio andarono alla Juve Capello, Spinosi e Fausto Landini.
GLI ANNI DEL GENOA - Era arrivato alla Juventus a 17 anni. Troppo giovane. In tre stagioni soltanto quattro presenze in A e un gol. La Juventus lo manda in prestito al Genoa, campionato 1964-65. "E purtroppo retrocediamo, di un punto", ricorda Zigoni. "Ma io a Genoa mi sono trovato benissimo. Il Genoa non dovrebbe retrocedere mai, è la squadra che ha più cuore, vederlo in B è come vedere tuo figlio che sta male. Io quell’anno mi sono presa una grossa soddisfazione: abbiamo vinto tutti e due i derby con la Samp, unica volta nella storia del Genoa, e io ho segnato sia all’andata che al ritorno. Per questo mi vollero anche in B. Qualcuno disse che era stato per colpa mia, perché avevo sbagliato un rigore contro la Roma. Ma ancora mancavano sei giornate alla fine del campionato". In un Genoa-Milan segna tre gol. Raccontano che Trapattoni lo paragonò a Pelé: "Quello che rimase incantato fu Gipo Viani, il tecnico dei rossoneri, che era delle mie parti", ricorda Zigoni.
IL PUGNO DI HERIBERTO - Alla Juventus trova Heriberto Herrera. "Non vorrei definirlo un dittatore ma quasi. Lui voleva sempre vincere e noi calciatori siamo tutti stronzi. Lo scudetto del ’67, quello conquistato all’ultima giornata è merito suo. Noi avevamo già mollato, lui no. L’Inter tecnicamente era superiore, la Juve una squadra operaia. Però abbiamo vinto e ce lo siamo anche meritato. Credetemi, non è che la Juve avesse chissà quali favori dagli arbitri. Così come l’Inter oggi. A me quello che dà più fastidio è l’arbitro che decide che una partita deve andare in un certo modo e si mette a compensare gli errori. Una sera, dopo aver giocato in coppa Campioni, quella di allora, mica la coppetta di adesso, contro l’Olympiakos, Heriberto bussa, entra in camera e mi assesta un pugno sullo stomaco. E urla: "Tua madre è una santa e tu sei un hijo de puta". Io reagisco e poco dopo parliamo come se nulla fosse. Gli chiedo: ma perché? E lui: durante la partita il difensore greco che ti marcava, è andato due volte all’attacco".
LA CRISI - Zigoni entra in crisi. "Mi sono preso un esaurimento nervoso. Heriberto mi ha distrutto mentalmente. Però era onesto, giocava chi era in forma. Alla Juventus mi sentivo un numero. Non mi sono mai abituato al taglio dei capelli imposto dalla società, alle telefonate di controllo alle 10 di sera. Mi sembrava di stare in un campo di concentramento. Nell’ultima stagione in bianconero dicevo all’allenatore Rabitti: non ho voglia di giocare". Quell’anno soltanto 14 partite, 4 gol "Ma ci sono rimasto male ad andar via della Juve. Traspedini, mio compagno, mi dice: 'Che culo che hai avuto ad andare a Roma', anche se lui in giallorosso non c’era mai stato".
ALTRO HERRERA, ALTRI GUAI - Dopo una stagione deludente alla Juventus, l’inizio a Roma non è stato facile. "Herrera mi faceva giocare poco. Si era pure sparsa la voce che ero l’amante della sua donna. Niente di più falso. Poi le cose migliorarono e Roma mi è rimasta nel cuore. Magari ci fossi arrivato prima". A Roma coltiva un altro hobby: il tiro ai lampioni. "Eravamo in ritiro a Grotteferrata, Herrera andava a trovare la sua donna e noi lasciavamo il ritiro e andavamo a piedi a Frascati, Petrelli aveva una pistola: quanti lampioni in frantumi". La storia si ripete a Verona. "In ritiro sparavamo dalle finestre, dopo Mascalaito ero il miglior pistolero. Oggi finiremmo tutti in galera". La Roma gioca un’amichevole col Santos di Pelè. "Mi avevano paragonato a lui. Io quella partita praticamente non la giocai, anche se stavo in campo. Lo guardavo incantato: ha fatto due, tre cose soprannaturali. Ad un certo momento, grande stacco di testa, sembrava che si fosse fermato in aria. “Allora, Pelè, vuoi venire giù?” Ma per me i più grandi sono sempre Maradona e Sivori, due sinistri immensi. Pelè era più forte atleticamente".
VERONA, CHIESA E PELLICCIA - Due stagioni a Roma, poi la cessione al Verona. "Mi sono messo a piangere, ma che vita a Verona". Sei stagioni, il 5-3 inflitto al Milan nel '73 che regala lo scudetto alla Juve, la squadra che Zigo ha amato meno. Per qualche tempo vive in una parrocchia. "Monsignor Augusto mi aveva preso a ben volere. Così ho vissuto nella chiesa di San Giorgio in Braida, stupenda sulle rive dell’Adige (con dipinti di Tintoretto e Veronese, ndr). Mi stavo convincendo ad andare per un mese in un convento di frati camaldolesi. Sono andato a visitarlo, mi ha aperto un frate polacco dalla lunga barba bianca. Era stato calciatore e sapeva tutto di me. Sembrava di stare in un film. Mai poi tante donne si son messe a piangere. Dai Zigo, non puoi lasciarci. Mica potevo far piangere tutte quelle donne. E il mese in convento è saltato. "Un giorno Valcareggi mi dice che non mi avrebbe fatto giocare. E gli dico ridendo: "Ma come? Tiene fuori il più grande giocatore del mondo?". Comunico ai compagni che sarei andato in panchina con pelliccia e cappello da cowboy, in cinque scommettono che non l’avrei fatto. E invece presi posto sulla panchina del Verona conciato in quel modo".
LA COLAZIONE DI GUIDOLIN - Nel Verona di Zigoni c’è anche un giovane centrocampista timido di 18 anni, è Francesco Guidolin, oggi allenatore del Palermo. "Dormivamo in camera insieme. Valcareggi mi consentiva di alzarmi più tardi. Checco, dico a Guidolin, portami la colazione alle 10. E una mattina alle 8 sento Francesco che usciva dalla stanza piano, piano per non svegliarmi". "In un Verona-Lazio, Ammoniaci, il terzino che forse ricordava i due gol che gli avevo fatto quando lui giocava nel Cesena, mi tratteneva per la maglia in continuazione. Non ne potevo più e gli ho mollato un cazzotto. Ammoniaci cade per terra senza dare segni di vita. Guidolin mi venne vicino: "Dio Bon, Zigo è morto". E io: 'Speriamo così non mi trattiene più per la maglia' ". Quattro giornate di squalifica. Ne prende invece sei dopo un Verona-Vicenza. "A una mia protesta, un guardalinee mi si avvicinò e mi disse 'Cadi sempre, non stai in piedi'. Era vero, ero stato con una donna fino alle cinque del mattino, Lo mandai a quel paese. A fine partita sto parlando col mio amico Faloppa del Vicenza. Arriva il guardalinee e mi chiese cosa gli avessi detto durante la partita. E io: 'Come ti permetti di interrompermi mentre sto parlando. La bandierina te la cacci su per il culo'. Mi costò sei giornate di squalifica e sei mesi di stipendio".
I VERI RIMPIANTI - "Un giorno Valcareggi mi disse che se avessi fatto una vita più regolata, sarei stato il più grande calciatore italiano. Ma ero fatto così. Quando ero in giornata e avevo voglia non bevevo e non fumavo. Per il resto: 40 Malboro al giorno, il whisky dopo pranzo, le birre, le donne: o ero un fenomeno io o erano scarsi gli altri. Mi sento fortunato. I rimpianti veri? I miei genitori che sono morti giovani, aver perso una nipotina di 4 anni. Ecco perché non potrò mai capire Pelè e Maradona che litigano per stabilire chi è stato il più grande".
Giuseppe Bagnati


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