I tifosi ci hanno sperato fino alla fine ma poi hanno dovuto arrendersi e così, da ieri mattina, Dino Fava è un giocatore del Bologna. Prima di partire ha però voluto togliersi un paio di sassolini (o macigni?) dalla scarpa.
«Sono dispiaciuto, deluso e amareggiato dice l'attaccante - perché un mese fa il presidente mi aveva detto che aveva preso gli esterni per me e che avrei dovuto segnare almeno quindici gol poi però sono arrivati due attaccanti e ho dovuti fare le valige».
In rosa manca però un giocatore con le tue caratteristiche.
«Me lo sono detto più volte anche perché se in una partita i due brasiliani non sfondano con il gioco a terra serve uno per il gioco aereo e in questo momento l'allenatore Pillon non ce l'ha».
Chi ha voluto la tua cessione?
«La società e Pillon, ma anche un mio ex compagno di squadra è andato in società per chiedere la mia cessione. Il nome? Lasciamo perdere ma tutti i nodi vengono al pettine».
Si parla anche di alcuni scontri verbali con il presidente Setten: è vero?
«Appena ho saputo dell'interessamento del Bologna ho spinto per questa destinazione mentre il presidente del Treviso avrebbe voluto vendermi alla Triestina e per questo motivo ho avuto con lui qualche scontro. Per andare a Bologna ho rinunciato anche a un contratto più importante ma ad una società come Bologna non si può dire di no».
Quali saranno le pretendenti alla promozione?«Direi Lecce, Rimini, Mantova, Chievo ovvero quelle che sono più attrezzate».Il Treviso no?«Potrebbe esserci anche il Treviso, ma è una squadra rinnovata per dieci undicesimi e penso che all'inizio faranno un po' di fatica, anche se è una buona formazione. In attacco ci sono Pià, Barreto, Piovaccari, Beghetto: all'inizio non era stato programmato che dovessero arrivare tanti attaccanti, tant'è vero che il presidente mi aveva detto che sarei dovuto rimanere e che semmai sarebbero arrivati degli esterni. Invece, sono arrivati degli attaccanti e io, in uscita, ero l'unico ad avere mercato».
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