Il Comune a Sartori «Pagatevi le spese»
Passare per cattivi, quello no. Terminata la buriana Treviso calcio con il ripescaggio in extremis nel campionato di Eccellenza, risolta la questione Tenni, a Ca’ Sugana fanno un po’ il bilancio di tre mesi vissuti sul filo del rasoio. E il risultato lascia l’amaro in bocca a molti, soprattutto al sindaco Gian Paolo Gobbo e all’assessore allo sport Andrea De Checchi. «Non è stato giusto gettare la croce addosso a me», si lascia sfuggire il sindaco. Gobbo vuole chiudere il capitolo delle polemiche e guardare avanti. Ma qualche messaggio lo lancia: «Questa vicenda è stata gestita troppo sull’onda dell’emotività. Ma alla fine abbiamo capito che il problema non era salvare il Treviso Calcio, ma avere il Tenni». Le dichiarazioni si fermano qui, ma è facile intuire cosa c’è dietro le semplici parole.
A Ca’ Sugana non hanno gradito il comportamento della cordata Sartori, l’estrema incertezza e in certi momenti la poca chiarezza su obiettivi e procedure da seguire. L’elenco delle rimostranze è lungo: la questione Tenni, la pressione sul sindaco perchè rivedesse la sua posizione sull’affitto da pagare, l’equivoco dell’appuntamento negato lunedì mattina a Giorgio De Lazzari, braccio destro di Edy Sartori. Anche qui viene sottolineato un comportamento quanto meno poco adeguato: «Non si può arrivare dal sindaco con un assegno in mano e avere subito in cambio un contratto d’affitto di un impianto come lo stadio – dice un dirigente –, non funziona così. Il contratto deve essere compilato dal funzionario, approvato dall’assessore competente. C’è una prassi che tutti i diretti interessati conoscono». Gobbo non ha ricevuto De Lazzari per anche per questo motivo, ma non solo. Lunedì mattina il Comune non era in grado di firmare alcun contratto: «Il ritardo di lunedì – spiega De Checchi – è dovuto al fatto che mancava la liberatoria con cui il vecchio titolare dell’affitto (l’ex presidente del Treviso Ettore Setten, ndr) ci comunica la rinuncia allo stadio. Quando il Tenni è tornato nella nostra piena disponibilità il caso è stato risolto».
De Checchi affronta anche un’altra questione stoppando sul nascere una nuova, possibile, polemica ovvero chi debba eseguire i lavori di manutenzione del Tenni: «Questi sono dettagli che studieremo al momento della compilazione del contratto – afferma – ma solitamente queste spese sono a carico del gestore». Letta con meno diplomazia, la frase suonerebbe così: il Comune non intende mettere altri soldi.
Anche il volere a tutti i costi il Tenni e l’insistenza nel chiederlo ha fatto storcere il naso. E tra gli uffici interessati la domanda è una: «Perchè la nuova società ha voluto a tutti i costi spendere 95mila euro per avere il Tenni, quando avrebbe benissimo potuto disputare un campionato come l’Eccellenza gratuitamente o quasi su un altro campo?». Per questo Gobbo è sicuro che il problema di tutto era il Tenni.
Chi supera ogni polemica è invece il vicesindaco Giancarlo Gentilini che anche ieri mattina ha ispezionato lo stadio: «Mi ha fatto piacere vedere tutti al lavoro, ma ora bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire. Il calcio a tavolino non mi piace, preferisco quello dove la gente sta aggrappata alla rete con passione, pronta anche riprendere l’arbitro quando sbaglia». Poi il rapporto con Gobbo: «A Treviso ci sono due sindaci, uno più pragmatico come me, che sto in mezzo alla gente e so cosa vuole. Lui è più politico. E va bene così, ci completiamo: per questo andiamo d’accordo».
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