Treviso, Setten abbassa il tiro
Presidente Setten, un terzo del campionato di serie B è già in archivio e il Treviso, tanto celebrato nell'estate scorsa, occupa il penultimo in classifica.
«Alla base non c'è un unico e grande errore commesso, bensì una concatenazione di tanti fattori che ci hanno costretto in questa situazione, tremenda per non dire assurda. All'inizio abbiamo incontrato delle difficoltà dovute ai molti cambiamenti effettuati, condite anche da qualche infortunio di troppo e da una certa dose di sfortuna ripetutasi in almeno tre diversi momenti.
C'è pure stato un frangente in cui anche l'allenatore Pillon era quasi andato in tilt dopo averle provate tutte o quasi. Aggiungiamo pure che, in questo primo terzo del cammino,
la coppia di attaccanti brasiliani Barreto-Pià ha deluso e parecchio, ed abbiamo in sintesi un primo quadro della nostra tribolata stagione».
Esser stati indicati tra i favoriti alla promozione in serie A, dopo una altisonante campagna acquisti, può aver inciso psicologicamente e mentalmente nel comportamento della squadra?
«Forse inizialmente, non credo però che questi elogi estivi riguardanti il mercato ci abbiano fatto perdere qualche punto. Io, comunque, sono dell'avviso che questo gruppo ha tutto il tempo per riscattarsi nei restanti due terzi del torneo».
Ha esaudito ogni richiesta economica dei giocatori, pensa di aver esagerato?
«Sono stati compiuti degli sforzi per convincere qualcuno ad accettare di vestire la maglia del Treviso ma non mi sembra di aver elargito stipendi da favola. È vero che per venire a Treviso molti chiedono parecchi soldi in più rispetto a quanto chiederebbero ad altri club, è successo nel recente passato oltreché nel presente. Barreto, Calderoni e qualcun altro ha chiesto qualcosa di più. Potessi tornare indietro rifarei comunque molte delle scelte, qualche altra no».
Nel frattempo il Treviso è in zona retrocessione.
«Questo è un pensiero che nemmeno mi sfiora, un pericolo che non alberga nella mia mente. Sono convinto che il Treviso non avrà problemi in tal senso, anzi come detto dovrà riscattarsi e risollevarsi già nelle prossime gare. Purtroppo, invece, dobbiamo accantonare gli obiettivi iniziali, quelli di partenza, anche se il progetto resta».
Un passo a ritroso. Dove e quando s'è reso conto che qualcosa non quadrava o funzionava nella squadra?
«Sembrerà strano ma già dalla seconda partita, la trasferta di Lecce. Nel Salento, dopo il gol subito, abbiamo avuto delle opportunità ma per colpa nostra ed anche per sfortuna, non siamo riusciti a segnare e a pareggiare. Le gare che però avevano fatto scattare un campanello d'allarme vero e proprio sono state quelle perse contro il Pisa, in casa, e a La Spezia. Oltre ad averci rimesso dei punti abbiamo anche perso, per infortunio, sia Amodio che Mingozzi».
Per il secondo il recupero sarà lungo, per l'ex napoletano?
«
Amodio potrebbe rientrare fra 15-20 giorni e sarà un recupero importante per la squadra».
Domenica i campionati professionistici si fermeranno (recupero della serie B il 1. dicembre) per la morte del tifoso laziale Sandri e per i fatti succedutisi domenica mentre venerdì prossimo ci sarà anche l'assemblea delle società cadette per la questione dei diritti televisivi.
«La Federazione ha deciso di sospendere i campionati professionistici, uno stop dovuto.
Per quanto riguarda i diritti tivù dobbiamo ammettere di aver fallito l'obiettivo. Abbiamo sbagliato la scelta dell'uomo, Matarrese, da noi eletto e al quale avevamo affidato le speranze di tutta la categoria. Quello di Matarrese è stato un ritorno al passato rivelatosi assai amaro, sbagliato,
abbiamo scelto una persona non dico disonesta bensì
incapace, questo sì. Per la serie B ha infatti prodotto soltanto fumo e tante chiacchere, altro che interesse delle ventidue società. Purtroppo l'abbiamo eletto noi presidenti...».
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