«La mano è guarita, un sogno indossare ancora quella maglia»
- Corriere della Sera -
«Sono pazzo: mi voglio risposare». Dacché Riccardo Pittis sposato non lo è mai stato, per un attimo abbiamo pensato che il sole di Sardegna gli avesse picchiato in testa. Risposarsi, e con chi?
«Con il basket, naturalmente. Mi è tornata la voglia pazza. Credevo d’aver messo la fiaccola sotto il moggio, ma è tornata a bruciare. Divorante».
Pazzo, semmai, lo era stato l’anno passato, ritirandosi quando era il miglior «uomo-squadra» del campionato italiano, quando ancora c’era chi voleva chiederle di tornare in nazionale.
«Non ce la facevo più, con quella maledetta mano destra rattrappita».
Ricky, da un anno all’altro, per quella mano lei aveva anche dovuto inventarsi mancino. Adesso cosa è cambiato?
«La mano è completamente guarita».
Un miracolo?
«Forse. A un certo punto della mia vita ho incontrato una persona, la mia fidanzata Roberta, che mi ha fatto scoprire un mondo affascinante, fatto di cose che non avrei mai immaginato, alle quali da buon milanesone diffidente non avrei mai creduto. Invece…».
Invece?
«È una storia troppo lunga e complessa, fatto sta che da marzo la mano ha ricominciato a funzionare. Un giorno ero a un campo, a Forlì, un pallone è rotolato vicino, l’ho raccolto dicendo: è il primo pallone che tocco da quando ho smesso. Me l’hanno regalato, e non sapendo dove metterlo l’ho ficcato in macchina. Così un giorno sono andato al campetto vicino a Largo Marinai d’Italia, dove abita Roberta, e ho infilato 8 su 8 da tre punti. Prendevo la palla, e facevo arresto e tiro come a 20 anni».
Quindi?
«In contemporanea andavo al Palalido a vedere l’Armani: la mano funzionava e sentivo lo stomaco che friggeva. È stato a quel punto che è iniziata la pazzia: guarda che squadra! Gli manca solo un’ala…».
Dunque, è qui che vuole arrivare?
«Se uno fa una follia, può farla soltanto per il primo amore. Vorrei tornare a giocare, ma a una condizione: solo a Milano».
Purtroppo ci sarà sicuramente qualche don Rodrigo che proclamerà: questo matrimonio non s’ha da fare. E qualche don Abbondio cui mancherà il coraggio di celebrare. Gente che guarda il dito, quando il saggio indica la luna. Gli stimoli di Ricky?
«Enormi. Pretese poche, anche fossero solo 5-10 minuti, so che potrei darli. Ma non oso propormi. Qualcuno potrebbe storcere il naso sui miei 37 anni».
Qualcuno che non sa di chi si parla. Iron man: campionati diciotto, partite saltate zero. Potrebbe essere Ricky Pittis a convincere anche Djordjevic a tornare?
«Sasha? Quello si convince da solo. Conosco il suo smisurato orgoglio, e so che non può lasciar perdere uno scudetto per un decimo di secondo, senza riprovarci. Uno dei pochi rimpianti della mia carriera è di non aver più potuto giocare con lui… Sa che divertimento?».
Cosa porterebbe in dote all’Armani? A Milano Riccardo Pittis vorrebbe chiudere il cerchio?
«Per me è un sogno. Giura di non scriverlo? Ci tornerei gratis».
Non ci sono più bandiere? Basterebbe innalzare le poche che rimangono.
Werther Pedrazzi
Non ho parole...se fosse vero, per quanto mi riguarda, troverei ben poche motivazioni per continuare a seguire il basket...come ho già detto c'è ancora qualcuno che ci crede all'esistenza delle così dette bandiere di una squadra...
Stex
FORZA TREVISO SEMPRE E COMUNQUE!!