20 ottobre 2006 - C'era una volta il pugno chiuso. Per salutare all'ingresso in campo la curva, pronta a rispondere con striscioni su cui troneggia l'immagine di Che Guevara; e per festeggiare la realizzazione di un gol, evento abituale per uno come lui. Poi Cristiano Lucarelli ha un po' cambiato quel rituale, sostituendolo con la mano sul cuore, per evitare fastidi e polemiche al suo Livorno.
Ma per i tifosi, per la città e anche al di fuori dei suoi confini Lucarelli è ormai un'icona, al pari di altri simboli storici della sinistra che rappresentano qualcosa di più di una scelta politica: quasi fossero un modo per riconoscersi, per fare gruppo e creare senso di appartenenza. L'ultimo segnale è una canzone a lui dedicata dalla Casa del Vento, gruppo rock di Arezzo, che compare nell'album appena uscito "Il grande niente". Una canzone che non poteva che intitolarsi "Ala sinistra".
Con l'aiuto di un trascinante riff di chitarra elettrica, La casa del vento racconta una biografia un po' romanzata del Lucarelli-ala sinistra, con la sua voglia di emergere dal quartiere popolare dove è nato e di sfuggire a
"un destino di ogni giorno a otto ore". Ma poi, sul campo, la proverbiale solitudine dell'ala diventa quella di un uomo rimasto fedele alle sue origini e alle sue idee. Mentre tutti convergono al centro lui resta sulla fascia: sinistra, naturalmente, per non dimenticare tutto ciò che sta fuori dallo stadio. Peraltro, il nostro si rende conto che il gol può maturare solo attraverso la solidarietà del gruppo (nel calcio e non solo) e diventa così un trascinatore.
Un ruolo, quello del trascinatore, a cui in effetti Lucarelli non si è sottratto nemmeno giovedì sera contro i Rangers, in coppa Uefa. E pazienza se il gruppo non l'ha seguìto un granché: ancora una volta lui, a suon di gol, ha salvato, se non il risultato (è finita 3-2 per gli scozzesi, ndr), almeno la faccia. Cioè quell'immagine di squadra che lotta fino all'ultimo che ha fatto la storia del Livorno.
da Gazzetta.it
[Modificato da willytv 20/10/2006 20.32]