da www,ilgazzettino.it
A PRALONGO DI MONASTIER
Due auto in fiamme
Sono state probabilmente utilizzate dai banditi in fuga
Le luci dei Vigili del Fuoco si vedono lontano per lo meno un chilometro. Le auto vengono ritrovate in località Pralongo di Monastier. Sul sovrappasso autostradale qualche curioso a piedi osserva la scena. Sul luogo arrivano i Vigili del Fuoco di Mestre, seguiti dai colleghi di Treviso. Le auto alle 22 sono ancora fumanti. Poco distante dalla sede autostradale, una Volvo station wagon, dieci metri più indietro una monovolume: entrambe le vetture sono irriconoscibili. A prima vista non si capisce nemmeno il modello della monovolume. L'odore acre del fumo penetra nei vestiti dei presenti, nonostante il vento gelido e i meno due gradi del barometro. I Vigili del Fuoco lavorano così, domando fiamme che per la verità hanno già concluso il loro lavoro. Delle due auto rimangono le carcasse, parcheggiate oltre il guard rail sfondato, sull'erba parallela alla corsia di marcia in direzione Trieste. Poco dopo, sono le 22.30, i pompieri terminano la loro opera.
A due passi gli agenti della Polizia confabulano in mezzo alla corsia chiusa; sembra ci sia qualcosa che non quadra, continuano a parlare tra loro a bassa voce. Si fanno ipotesi, si cercano indizi, si analizza l'area. Si transita solo in direzione Padova; nell'altra corsia di marcia il traffico non è intenso, qualche auto, diversi camion. La luce si vede a centinaia di metri di distanza. «Quando siamo giunti qui - racconta un vigile - le auto erano già bruciate del tutto. Ci siamo limitati a spegnere le fiamme, che comunque erano piuttosto alte. Chiaro, non è opera così difficile bruciare un'autovettura. Prima sono giunti sul posto i colleghi di Mestre, poi siamo arrivati noi, visto che gli altri sono a Meolo, dove è successo l'assalto». Poco più in la, sopra il cavalcavia, qualche raro curioso. «Ho notato le luci e ho visto delle volanti della Polizia con le sirene accese - racconta poi - e sono venuto qui. Ho visto le auto ormai bruciate, l'odore del fumo e i fari dei Vigili del Fuoco. Ho subito pensato ad un incidente; ma qui mi sembra un incendio, un incendio doloso».
Poco distante, trecento metri appena, a quell'ora sta concludendo la giornata di lavoro la trattoria Menegaldo, uno dei pochi esercizi pubblici aperti in zona. Il proprietario nel chiudere baracca si piazza a centro strada, guarda in fondo: da qui si vedono chiaramente i lampeggianti di Polizia e Vigili. «Non so bene cosa sia successo - racconta - ma ad un certo punto ho visto arrivare diverse auto della Stradale. I lampeggianti sono accesi costantemente, anche ora. Poi i pompieri, poi l'odore del fumo. Ma c'è stato molta confusione, non si capisce bene cosa sia successo. Le notizie arrivano col contagocce, quando arrivano. Un paio di miei clienti, poco dopo il fatto, sono entrati raccontandomi di aver visto delle auto bruciate. Ma non sembrava un incidente solamente perché le auto non erano piazzate sulla strada. Erano fuori, lontano dall'asfalto, senza segni di frenate. Sembravano parcheggiate appositamente, sebbene in fiamme. Altro non so».
Chi continua verso Roncade, nota lungo la strada i Carabinieri che controllano qua e là auto parcheggiate. Più avanti, sopra un altro cavalcavia, questa volta più stretto, chi transita vede chiaramente la scena. La corsia verso Trieste è sbarrata, non si muove una mosca. Poco prima delle 23 c'è ancora la Polizia che esegue i rilievi con meticolosa precisione. Dietro, coda chilometrica di camion e auto, in attesa che qualcosa si sblocchi. Nell'altra corsia qualche auto, poche per la verità, diversi i mezzi pesanti. Le auto rallentano verso il lato sinistro della corsia in direzione Padova, qualche curioso vuole evidentemente capirci un po' di più. C'è chi sale sul cavalcavia e avvicina il naso al reticolato di protezione, lasciando le auto con le quattro frecce, incurante dei camion che passano a pochi centimetri da lui: «Il furgone sventrato, Polizia dappertutto. Sembra la scena di un film».
Gianandrea Rorato