L'oratorio a Paderno di Ponzano ...
L'oratorio a Paderno di Ponzano non è la soluzione ottimale neppure per i fedeli di Allah. Avevano fatto collette e acquistato un capannone a Villorba: là avrebbe dovuto nascere la prima moschea islamica della provincia di Treviso ma non è stato possibile, perché la destinazione d'uso è commerciale. Anche la sala di preghiera in via Zermanese a Treviso era stata chiusa per motivi burocratici e le ricerche per trovare luoghi alternativi sono risultate vane poiché "i politici ci hanno ostacolato". Questo dichiarano i responsabili religiosi della comunità islamica.
A Paderno, invece, per gli immigrati ospitati nell'oratorio "non è cambiato nulla". Di diverso ci sarebbe il clamore dei media e dei politici per una situazione finora tranquilla. Da tre anni si recano ogni venerdì presso i locali messi a disposizione dal parroco, don Aldo Danieli per pregare e qualcuno, più assiduo, arriva a Paderno anche durante la settimana.
Pur usando toni sfumati, neppure il Vaticano si dissocia da quando ha dichiarato il Vescovo di Treviso mons. Andrea Bruno Mazzocato attraverso il comunicato stampa firmato dal vicario generale mons. Corrado Pizziolo. Lo stesso segretario della Cei (Conferenza episcopale italiana) mons. Giuseppe Betori, intervistato sulla vicenda a margine di un incontro a Radiovaticana come le norme ecclesiali prevedano di "non dare luoghi che appartengono alla pastorale e alla preghiera al culto islamico e questo non per proibire la preghiera islamica, ma per lo speciale significato che i musulmani attribuiscono all'occupazione di un luogo per la preghiera".
Qualche giorno prima il vescovo Mazzocato aveva precisato che "mai la chiesa parrocchiale è stata data alla comunità islamica per incontri di preghiera". Gli unici locali messi a disposizione non sono quelli consacrati della liturgia ma il grande fabbricato civile utilizzato per molteplici usi.Il presidente dell'Associazione culturale islamica Youssef Tadil, lavoratore immigrato di origine maghrebina, si definisce dunque sereno.Non vi aspettate porte chiuse il prossimo venerdì?
«E perché mai? Nessuno ci ha comunicato qualcosa di diverso da quello che sappiamo e facciamo da ormai tre anni, /n un clima di amicizia e serenità».Le polemiche non influiscono su questo clima?
«Spero proprio di no perchè finora la comunità cristiana attraverso i suo parroci e il Vescovo ci ha sempre manifestato grande disponibilità. La preghiera è importante per tutti e noi non abbiamo luoghi abbastanza capienti dove accogliere i fedeli. Ben diverso è l'atteggiamento delle forze politiche: quelle sì che chiudono le porte! E poi ci sono certi giornalisti che scrivono falsità. In questi giorni ho rilasciato decine di interviste e il più delle volte hanno distorto il senso, anche se non è il vostro caso».
Per esempio cos'hanno scritto di falso?
«Dire che questa dell'oratorio è una novità: sono tre anni e non tre giorni che siamo ospitati a Paderno di Ponzano, per la preghiera del venerdì e per la fine del Ramadan a cui partecipa anche il parroco e altri sacerdoti cattolici. Sono feste sempre molto belle. Perché allora fare tanta confusione proprio ora?»
A questo punto pensate di rimanere all'oratorio di Paderno o cercherete un'altra soluzione dove organizzare la preghiera e le cerimonie religiose?
«Noi non abbiamo mai smesso di cercare altre soluzioni, da quando abbiamo capito che nel capannone acquistato a Villorba non avremmo potuto aprire la moschea. Ma non è facile trovare soluzioni alternative e poi pensiamo sarebbe giusto che i politici ci dessero una mano».
Laura Simeoni
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