Manifesto per Treviso città aperta
Duecento firme contro il razzismo
Il manifesto è aperto alla sottoscrizione di chiunque vi si riconosca
Basta con l'immagine di una Treviso rancorosa e chiusa, veicolata in Italia e all'estero dalle sparate dei politici che amministrano la città. Basta con l'idea di una terra ostile, di volta in volta, agli immigrati, ai musulmani, ai preti dissenzienti, agli intellettuali, alle donne, ai comitati civici, ai partigiani, agli omosessuali, ai cosiddetti "sbandati" ma persino a cani, alberi, panchine, lanterne cinesi, biciclette. Non ci sto, non ci stiamo, dicono con fermezza i 201 primi firmatari" di un manifesto che si intitola "Treviso città aperta", da oggi divulgato via internet e aperto alla sottoscrizione di chiunque vi si riconosca.
Intellettuali, artisti, testimonial illustri come Marco Paolini e Mario Brunello. Ma anche professionisti, avvocati, medici, insegnanti, tutti accomunati dal fatto di essere conosciuti e rappresentativi dei rispettivi mondi: sono i promotori dell'appello, pensato e scritto nei giorni successivi alle bordate sugli "immigrati da trattare come facevano le Ss" o sulla "pulizia etnica dei culattoni". Per la prima volta, almeno con questa forza, scendono in campo anche i sacerdoti, ben quindici, che condividono l'esigenza di segnalare un malessere, di scuotere le acque dello stagno trevigiano.
Non ci sono, per scelta, persone che ricoprono incarichi amministrativi o militanti di partito e non è un'iniziativa politica in senso stretto. Quando è stata programmata, all'inizio dell'anno, non si sapeva che il 13 aprile si sarebbe votato per le politiche e comunali. La coincidenza, tuttavia, lascia immaginare che se ne discuterà parecchio nell'incipiente campagna elettorale.
E' la riposta della società civile alla domanda posta dal direttore della tribuna, Sandro Moser, nell'editoriale del 22 dicembre, dopo il niet gentiliniano alla concessione di spazi alla comunità islamica per pregare: "Da che parte stanno, davvero, i trevigiani?". Perchè‚ sembra che nessuno si faccia sentire, "anche di fronte alle manifestazioni più brutali e vergognose di intolleranza"? "Treviso città aperta" (il titolo allude al capolavoro di Rossellini, il logo riproduce la celeberrima scena della morte di Anna Magnani) è la reazione d'orgoglio di chi non accetta più l'equazione trevigiani=razzisti. Nelle pagine che seguono trovate l'elenco dei 210 primi firmatari, la rassegna stampa delle "perle" pubblicate su grandi giornali stranieri, dall'Herald Tribune a Le Monde, i volti dei protagonisti, le istruzioni per collegarsi al sito internet dell'iniziativa,
www.trevisocittaperta.net, curato dallo staff di Fioi.Tv.
(20 febbraio 2008)