la notizia risale a qualche giorno fa
La Nord si scioglie. Stop al tifo organizzato
Oggi alle 8.54
La Curva Nord s'è sciolta. Da domani la «Pisani» ospiterà ancora cori, bandiere e striscioni, ma sarà tutto più spontaneo, niente coreografie studiate a tavolino, nessuna strategia decisa durante riunioni infrasettimanali, niente più referenti o capi a indirizzare gli umori del movimento ultrà di Bergamo.
L'intenzione serpeggiava da tempo tra i supporters nerazzurri, con alcune frange da settimane impegnate a caldeggiare le «dimissioni» del tifo organizzato come gesto polemico nei confronti della presunta politica di repressione di cui gli ultrà si sentono vittime. Un malumore diciamo generico, comune a tutte le Curve italiane e covato neanche troppo in segreto, che è però esploso in settimana dopo il Daspo di 5 anni che il questore di Genova Salvatore Presenti ha rifilato al leader carismatico Claudio «Bocia» Galimberti. Un provvedimento che tra gli ultrà atalantini è stato vissuto come pretestuoso e che s'è trasformato nella classica goccia in grado di far traboccare il vaso.
Lunedì sera il «Covo» di Campagnola, la sede della tifoseria nerazzurra, è stato teatro di un incontro intimo e teso, con una ventina di persone - tra direttivo di Curva e personaggi storici (alcuni dei quali non frequentano nemmeno più il Comunale) invitati perché manifestassero il loro parere - riunita per distillare una linea fra le varie proposte, che oscillavano dalla chiusura totale di baracca e burattini (compresa la Festa della Dea) al pensiero morbido di chi sperava che la Nord continuasse a esistere così com'è. Alla fine ha prevalso la scelta radicale, seppur addolcita in qualche dettaglio, che martedì è stata comunicata ai 3/400 habitué della riunione settimanale con la preghiera di non divulgare la notizia (pare che anche alcuni siti web abbiano ricevuto lo stesso input).
E dunque: basta tifo organizzato nella «Pisani», stop a iniziative e a coreografie; niente più vendita di gadget, persino le trasferte non avverranno più in maniera organizzata, nessun pullman e treni da prendere come semplici passeggeri. Stop anche alla fanzine, punto di riferimento dell'ideologia da spalto, striscioni affidati all'ispirazione individuale e non più sottoposti al filtro della consorteria di balaustra, manifestazioni che nasceranno solo in modo spontaneo. Infine, la scelta più sofferta: il «Covo» chiuderà, secondo i bene informati sarebbero già in corso trattative con la proprietà dello stabile per rescindere il contratto d'affitto. Si salverà invece la Festa della Dea, il mega raduno estivo di Orio al Serio che richiama ogni anno migliaia di tifosi e simpatizzanti.
La decisione, stando alle indiscrezioni, viene data per definitiva (e comunque, si tirerà avanti così almeno fino all'inizio della prossima stagione): pur essendo stata adottata in polemica contro il Daspo al Bocia, pare che non sarà modificata anche se il provvedimento ai danni del leader ultrà dovesse rientrare dopo il ricorso che ha presentato il suo legale. Resta comunque il dubbio della mossa «politica», di una pressione da esercitare su forze dell'ordine, Atalanta e opinione pubblica, uno sbattere in faccia la drastica situazione (visto come diventa lo stadio senza di noi?) per portare a casa una linea più morbida sul fronte diffide. Anche se, assicurano i bene informati, stavolta gli ultrà andranno avanti dritti.
Un assaggio di quello che potrebbe essere, in fondo, lo si era già avuto domenica a San Siro contro il Milan: 2.100 supporters nerazzurri giunti con le proprie auto, nessun corteo a piedi dai posteggi di Lampugnano per dimostrarsi massicci ma stadio raggiunto a piccoli gruppi, pochi striscioni, niente «colonnelli» in prima fila sugli spalti a orchestrare cori e slogan, partiti spontaneamente e in alcuni casi non in sincronia.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in questura la notizia non viene vissuta con eccessivi sospiri di sollievo. I cani sciolti sono infatti più pericolosi e incontrollabili rispetto ai movimenti organizzati e così ora la Digos teme che questo vuoto di potere possa fomentare i colpi di testa di chi è in cerca di visibilità. Un po' come era successo la sera del dopo partita di Atalanta-Bologna, con una ventina di teppisti armati di tondini e pietre che avevano danneggiato il pullman dei tifosi rossoblù e un'auto della polizia locale. Gente sbucata dall'oscurità, all'insaputa anche dei vertici della Nord, e che nel buio pare per ora tornata. Vietato illudersi: sarà sempre vita dura dalle parti dello stadio.
(fonte l'eco di bg)