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Tra le città intelligenti ok Padova, giù Treviso
18 luglio 2012 — pagina 10 - sezione: Nazionale

di Matteo Marian, MESTRE: La sorpresa non è il primo posto in regione di Padova ma, piuttosto, l’ultimo di Treviso. La presentazione del primo “Smart cities Veneto”, studio commissionato da Confindustria Veneto Servizi innovativi agli specialisti di Between, che dà conto dello sviluppo intelligente delle nostre città, fa emergere il solito Veneto delle eccellenze zavorrato dai campanili. «Per questo abbiamo chiesto alla Regione di farsi carico del coordinamento delle iniziative per arrivare a definire una road map condivisa» sottolinea Gianni Potti, presidente dei Servizi innovativi di Confindustria regionale. «Non dobbiamo muoverci in ordine sparso, rischiamo di non colmare il ritardo accumulato. Va trovata una forma di coordinamento, nel rispetto delle singole autonomie, che ci permetta di crescere più rapidamente». Il tema è quello della gestione intelligente (“smart”, appunto) delle città: dalle attività economiche alla mobilità, dale risorse ambientali alle relazioni tra le persone, dalle politiche dell’abitare al metodo di amministrazione. Dietro a una terminologia molto “new” ci sono frontiere di uno sviluppo altrettanto concreto. Forse ancora poco trasversalmente percepito (ci sarà un motivo se siamo una delle nazioni che ancora fa un uso prevalente del contante sulla moneta elettronica) ma sicuramente apprezzato. In fin dei conti dentro al concetto di “smart” ci sono azioni che fanno già parte della nostra quotidianità: biglietti elettronici, parcheggi, infomobilità per la pianificazione degli spostamenti, fruizione di beni culturali, servizi online in sanità e pubblica amministrazione e, in fine, diffusione e accessibilità di reti internet a banda larga, senza (wi-fi) o con (adsl) fili. In un quadro generale che parla del Veneto come del secondo generatore di prodotto interno lordo a livello nazionale ma di sesta regione quanto a diffusione della banda larga e dell’Ict (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione), la vocazione intelligente delle nostre città posizionano il Veneto tra le prime cinque regioni italiane più “smart”. Portando il livello di analisi ai capoluoghi, però, il quadro è meno brillante: Padova, si veda la tabella, è prima in regione e sedicesima in Italia seguita da Verona, Venezia, Vicenza, Belluno, Rovigo e, ultima, Treviso. Il primato padovano, è stato spiegato da François De Brabant presidente Between Group, è basato sullo sviluppo da prima fascia di quattro indicatori “smart”: mobilità, salute, pubblica amministrazione, consumo energetico e qualità dell’aria. Il capoluogo del Santo è in prima fascia (posizione dall’1 al 39 nella classifica nazionale) insieme a Verona, Venezia e Vicenza. In laguna, è stato rilevato, esiste un buon livello di interattività dei servizi online offerti dal Comune: nella maggior parte dei casi è infatti possibile scaricare la modulistica e consultare lo stato delle proprie pratiche, è inoltre possibile pagare via web l’Icp (imposta comunale sulla pubblicità) e la Tosap (tassa occupazione spazi e aree pubbliche), «anche se è ancora necessario estendere questa possibilità ad altri servizi». La vicinanza ai corsi d’acqua, invece, ha favorito esperienze di produzione idroelettrica nel Bellunese, sebbene il livello complessivo di energia prodotta da fonti alternative non raggiunga ancora i valori riscontrati nelle città del Sud. Caratteristica di Belluno è poi la presenza di verde urbano, con oltre 870 metri quadrati per ogni abitante. Treviso chiude la classifica regionale. «Nonostante sia ultima nel confronto con gli altri capoluoghi di provincia» spiegano gli esperti di Between, «Treviso si posiziona all’interno della seconda fascia di punteggio nel ranking nazionale. Il maggior ritardo è riscontrabile nelle aree dello sviluppo sostenibile, nonostante risulti molto buona l’adozione della raccolta differenziata da parte della popolazione. Abbastanza buone invece le situazioni nelle aree salute e mobilità, sebbene ancora migliorabili». “Smart cities Veneto” è un progetto nato un paio di anni fa «per valorizzare il potenziale d’innovazione del Veneto e delle imprese di questa regione» aggiunge Potti. «Ormai è dimostrato l’Ict accelera la crescita e aumenta la produttività di un paese. Dopo la fase progettuale, le nostre Pmi insieme ad aziende nazionali e internazionali punteranno a partecipare alle singole call europee. Quello che conta oggi, però, non è il singolo bando ma la possibilità di arrivare a una piattaforma condivisa per accelerare lo sviluppo». Il vice governatore Zorzato schiera palazzo Balbi in prima fila. «La Regione da oggi è pronta e ci sarà. «La palla passa all’intero “sistema Veneto” che deve saper approfittare di queste opportunità». Intanto, gli industriali attendono che il loro appello all’adozione, da parte della giunta Zaia, di un’agenda digitale diventi realtà. Zorzato ha assicurato che è in fase di costituzione un tavolo ad hoc.

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