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Ora è ufficiale: c’è una unica cordata. Giangiuseppe Lucchese e Walter Frandoli hanno unito i loro sforzi per ridare alla città una squadra di calcio, ed oggi alle 15 andranno dal sindaco Giovanni Manildo per presentarsi e illustrare il lavoro che stanno facendo. «La fase è ancora esplorativa» spiega Frandoli, architetto, una delle bandiere del calcio biancoceleste in città «stiamo sondando la disponibilità di diversi imprenditori, vista la situazione ed i tempi ristretti, credo entro luglio, non è facile, ma siamo fiduciosi. Non c’era motivo che io e Bepi procedessimo divisi, ora cercheremo di nuovo di salvare il calcio a Treviso: ci sarà anzitutto da costruire la società e darle una nuova denominazione, quindi ci iscriveremo ad un campionato dilettanti, in base al budget a disposizione. Meglio tenere i piedi per terra, inutile far promesse che poi non si riesce a mantenere».
Per iscriversi alla D serve un fido di 300 mila euro più 16 mila di tasse: lei non aveva dichiarato di averne a disposizione già 600 mila?
«Sono stato frainteso. Non voglio raccontare favole: a me e Lucchese qualcuno ha già dato la propria disponibilità, si tratta di capire in che misura; dopodiché tireremo le somme al massimo entro una settimana. Magari trovassi gente che me ne dà 100 o 200 mila, di questi tempi non ho nemmeno il coraggio di domandarli. Invece meglio chiedere cifre modeste a più persone, come facemmo 4 anni fa. È anche vero che qualcuno accetta di entrare solo se si fa la serie D, altri invece dicono: Potevate dirmelo tre mesi fa...»
E oggi appuntamento a Ca’ Sugana.
«È giusto che il sindaco ci veda di persona, sappia chi siamo, cosa vogliamo, così da essere più stimolato a darci fiducia: chiaro, abbiamo bisogno anche dell’amministrazione comunale, sarà lei a concederci l’uso del Tenni».
Frandoli, ce la farete a non far morire il calcio a Treviso?
«Ripeto: proclami non ne facciamo perché le difficoltà sono parecchie. Io tuttavia ho sempre avuto fiducia e continuo ad averla. Resta da capire dove ci iscriveremo: nel 2009 fummo iscritti in Eccellenza, è dura che la Federazione ce la ridia ma io spero sempre, anche perché altrimenti si perderebbe visibilità. L’ideale sarebbe la Serie D: con la riforma della Lega Pro una promozione vorrebbe dire tornare in C1, ed è ciò che dirò in queste ore, per stimolarli, agli imprenditori che incontrerò. Speriamo di vincere questa importante partita che per Treviso vale... la salvezza».
Oggi probabilmente ne sapremo di più dopo l’incontro con il nuovo primo cittadino di Treviso che si è già dimostrato disponibile per non fare affondare il calcio in città. (si.fo.)