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De’ Longhi, il basket è tornato alla Serie A

19 agosto 2014 — pagina 36 sezione: Nazionale
Calore. Dei tifosi arrivati in Ghirada per salutare la De’ Longhi nuova di zecca (ma mancavano I Fioi dea Sud). E dell’aria in palestra, una sauna. Ma va bene così. Tanta curiosità, fiducia palpabile. E buona propensione collettiva a dare credito ad una squadra di Treviso che si riaffaccia al basket di un certo livello. Certo, è una A di... rimessa, ma pur sempre salotto buonissimo, quello cui si era abituati da queste parti quando sembrava non dovesse finire mai la festa.... Il raduno di TVB è stato questo. In attesa di vederli giocare, questi ragazzoni, soprattutto gli americani (che nemmeno il diesse Gracis sa quando potranno arrivare) il pensiero comune è che vederli qui, sapere che ci sarà un campionato al Palaverde, è già tanta roba. E l’anno zero, quello vero: chi l’avrebbe detto, un paio d’anni fa? Poi, chiaro, si spera sempre nel meglio: all’uopo dovrà pensarci coach Stefano Pillastrini, che dice: «Ora cominciamo a divertirci: inizia il lavoro sul campo, quello in cui devi plasmare il gruppo, mettere insieme ciò che sulla carta si era progettato. L’entusiasmo sarà la molla principale di questo gruppo, che vuole migliorare e crescere. Sono ragazzi che nella nostra idea hanno un futuro migliore del loro passato, ma lo dovremo fare giorno per giorno. Senz’altro un bello stimolo». Coach, fra i tanti suoi raduni, questo ha un sapore particolare? «E’ la quarta volta che scendo in terza serie, lo feci a Montegranaro, dopo aver giocato l’Eurolega a Pesaro. E sono stato anche a Varese, le due bolognesi, club che hanno fatto la storia della pallacanestro italiana. Come lo è questa città, che vuole ripartire e tornare ai livelli già noti. E’ una grande scommessa: per la prima volta ho una squadra in cui non c’è nessuno che abbia già allenato, a parte Pinton che ebbi a Montegranaro, stagione sfortunata. Situazione nuova e proprio per questo stimolante: li abbiamo scelti assieme, ora mettiamoci determinazione». Inizieremo a conoscervi nel vostro ricco precampionato. «Avvertenza: per me il precampionato non ha mai significato agonistico, nel senso che non do alcun importanza al risultato. Le amichevoli sono allenamenti: ad esempio, se un sistema di gioco va bene, in preseason non lo uso perché voglio vedere ciò che non funziona. Ma dalla prima palla a due di gare ufficiali vogliamo essere pronti a competere. Vedo fortissima Ferrara, molto bene Omegna, tante in evoluzione, poca differenza tra una all’altra. E occhio alle neopromosse. Noi? Siamo tanto nuovi, ma cercheremo di batterle tutte». Silvano Focarelli