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La quadratura del Moresco è il vero segreto del Treviso
Calcio Eccellenza. Adesso tutto il gioco dei biancocelesti sembra avere un senso Dopo la vittoria da urlo contro la Mestrina, tocca al derby di Marca con il Vittorio


03 febbraio 2015

TREVISO. Quando si segnano sei reti sul campo di una squadra che ti precede in classifica significa che hai avuto una giornata straordinaria, o che gli avversari erano degli zombi. Magari, come sempre, la verità sta nel mezzo.

Il Treviso sa che vittorie come quelle di Mestre possono cambiare una stagione, facendo fare un salto di qualità sul piano della mentalità. Se questo 6-2 ha sbloccato qualcosa di importante fra i biancocelesti, lo vedremo presto. A cominciare dal difficile derby di domenica con il Vittorio. Nel nel frattempo si può continuare a gustare le 6 caramelle mestrine, metà delle quali appartengono a Giacomo "Jack" Moresco, che certo con la prestanza fisica che si ritrova ha cambiato il modo di attaccare della sua squadra.

Ora i lanci da metà campo hanno un senso, ora c’è uno che sa tenere palla e far salire i compagni nonché creare spazi. «Non sto ancora benissimo- spiega il bomber - tra la mano ferita ed altre cose non ho potuto allenarmi come volevo, ma mi sembra sia andata ok. Ora spero di crescere soprattutto fisicamente».

Avete capito che non potete tirare i remi in barca.

«Neanche chi è più blasonato di noi può permetterselo: bisogna andare a mille finchè ne abbiamo. È così che possiamo tener testa a tutti, a prescindere da chi va in campo. O ci facciamo male da soli».

Di solito chi fa tripletta si porta a casa il pallone.

«Non era la prima volta e spero non l‘ultima, comunque sì, il pallone ce l’ho, me l’ha portato il nostro magazziniere».

Ad Istrana tu non c’eri, ma come si può spiegare quella partita così scadente confrontata a quella di Mestre?

«Io non credo ci sia stata tutta questa differenza, forse era mancato l’approccio ad una gara nata storta. Ma quando ci rimettiamo in carreggiata possiamo creare tanto e giochiamo a viso aperto, ma se a Mestre non fossimo riusciti a pareggiare subito avremmo fatto molta fatica».