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Mensah per Vio, i due ex biancocelesti inguaiano i veneziani
In sala stampa, chiaro, tengono banco le due versioni del cambio fantasma. Il segretario del Treviso Leandro Casagrande, che conosce il regolamento in ogni sua piega, dice: «L’arbitro si è fidato del...


01 marzo 2015

In sala stampa, chiaro, tengono banco le due versioni del cambio fantasma. Il segretario del Treviso Leandro Casagrande, che conosce il regolamento in ogni sua piega, dice: «L’arbitro si è fidato del suo collaboratore secondo il quale il cambio era Mensah per Vio, ma il primo non voleva entrare ed il secondo non voleva uscire, per cui il Passarella ha impedito che la gara continuasse. Ora può accadere anche che la partita mercoledì non venga omologata in attesa di ulteriori indagini; dovessero dar ragione al Passarella la partita potrebbe essere ripetuta dal primo minuto». Il mister del Treviso Gianluca Rorato è incredulo: «Mai capitata direttamente una roba così. Loro hanno consegnato la comunicazione scritta del cambio all’assistente, al quale l’arbitro ha chiesto conferma più volte, ricevendola. Allora l’arbitro ha ripetutamente invitato Mensah a prendere posto in campo, invano: alla fine ha detto basta. Un errore capita, ok, però a quel punto la gara per loro era persa. Punto». La gara, mister? «Loro sono una squadra esperta, ai ragazzi avevo chiesto pazienza senza volerla risolvere singolarmente. Le palle gol le abbiamo avute noi, per il Passarella solo una punizione su cui Bortolin è stato bravo». Il gioco latita. «Avevano due centrali in area e tutti rientravano, spazi non ce n’erano. Dopo il gol si sono alzati e lì la gara stava cambiando». La difesa del tecnico Massimo Susic è che non è stato il Passarella a non voler continuare a giocare. «Tant’è vero che abbiamo chiesto di stare in campo anche in 10, si può fare tranquillamente: l’arbitro non doveva far terminare la gara in anticipo, non c’erano i presupposti. Ragazzi, che non venga fuori che siamo stati noi ad impedire il proseguo, noi volevamo continuare. Invece l’arbitro ci ha risposto di no e questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra». (s.f.)



01 marzo 2015