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Caos Treviso, Dondi abbandona definitivamente: “Ora riseminiamo, e qualcosa nascerà…”
Isidoro Claudio Dondi ha detto stop. L’ Acd Treviso è stato definitivamente abbandonato al suo amaro destino, un relitto in predicato di affondare sotto il peso dei debiti, delle bugie e delle grottesche giravolte del suo presidente. Ma il calcio del capoluogo, promessa dello stesso Dondi, rinascerà la prossima stagione, tutto nuovo: società, squadra e matricola. O magari rilevandone un’altra. In quale categoria lo deciderà la Figc. «Quando le piante non danno più frutti è inutile buttare il fertilizzante: vanno tagliate». Dondi parla fra il sarcastico e l’ironico, ma non rassegnato. «Ora riseminiamo e qualcosa nascerà: abbiamo già iniziato a lavorare affinchè nel prossimo campionato sia presente anche il Treviso. La Federazione ci dirà a quale categoria può accedere una matricola nuova. Una cosa è certa: di Acd non voglio più sentire parlare; nel frattempo adirò a vie legali per tutelare la mia immagine. E non mi fiderò più delle telefonate, d’ora in poi solo dichiarazioni scritte. La nuova società avrà una mail, un sito e la sede, come spero, in un Tenni ripulito e ristrutturato: al Comune illustreremo il nostro progetto. Spero quanto prima di darvi notizie in merito: la prossima settimana ci incontreremo con chi ha deciso di intraprendere questa nuova avventura per iniziare a costruirla».

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Tutto questo nel giorno in cui è arrivata la seconda stangata per la mancata presenza ad una partita, quella col Favaro Veneto: al canonico 0-3 ed ai 1000 euro di multa ne sono stati aggiunti altri 100 perché «il Treviso non ha nemmeno avuto la correttezza di comunicare in anticipo la decisione di rinunciare».

(Fonte: Tribuna di Treviso. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)



Anche l’ennesimo tentativo di Claudio Dondi di acquistare il calcio Treviso è andato a vuoto e così la storica società tra dieci giorni, ovvero dopo le partite a Motta e in casa contro il Sandonà, se non scenderà in campo, sarà d’ufficio retrocessa in Promozione. Se così sarà, Tiziano Nardin avrà molte cose da spiegare ad una tifoseria e ad una amministrazione che si è sentita tradita da colui che sarà ricordato come il peggior presidente della storia. Anche ieri l’imprenditore ha fatto l’ennesimo scherzetto nel senso che non si è presentato al tavolo della trattativa e non ha nemmeno inviato il suo legale Fadalti che è caduto dalle nuvole: «Nessuno mi aveva avvertito di questo appuntamento – spiegava l’avvocato – quindi non so cosa dirvi». Contrariato, e molto, Dondi che era arrivato da Mantova lasciando a metà una importante riunione. «Pensavo e speravo – dice – che Nardin avesse capito ma, evidentemente, ho preteso troppo da lui. Comunque 20mila euro non sono noccioline anche perché a questa cifra si devono aggiungere gli otto incassi per le partite giocate in casa dove ha ottenuto circa 15mila euro senza comunicare nulla alla Siae e senza pagare l’Iva. Quindi, complessivamente, avrebbe incassato 35 mila euro di fronte a circa 20 mila che lui ha realmente sborsato tra acquisto della società da Pini e iscrizione al campionato». E’ stata solo una questione economica? «Sì ma ritengo sia giusto che i debiti che lui ha maturato come Suntrades e a titolo personale se li paghi. Noi avremmo saldato solo quelli del calcio Treviso. Ora la patata bollente torna nelle sue mani».

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(Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)