00 14/02/2017 21:14
Il nuovo Treviso ricomincia da 10-1

Neanche nel peggiore degli incubi: 10 gol il Treviso nei suoi 108 anni non li aveva presi mai, nemmeno quando, epoca antidiluviana, giocava in piazza d’Armi a Santa Maria del Rovere; e nemmeno l’altro giorno con i ragazzini ad Istrana, dove si limitarono a buscarne 8. È successo ieri in un surreale e grottesco pomeriggio a Giavera, all’interno di un civettuolo stadio incastonato fra le coltivazioni e diventato, dopo lo sfratto dal Tenni, la casa del nuovo Treviso, quello messo insieme in tutta fretta nel giro di 6 giorni dai procuratori Biasin e Blanditi per impedire che venisse definitivamente ingoiato dal fondo della classifica. A dargliene un sacco ed una sporta lo spietato Sandonà, che ha infierito finchè ha potuto, quasi volesse punire una squadra che aveva avuto l’ardire di essere tuttora aggrappata alla sopravvivenza.

Ma ieri in campo non c’erano solo juniores, c’era anche qualche senior, gente con un passato dignitoso, di categoria superiore: eppure sulle nuovissime maglie gialle ha grandinato di brutto, la figura è stata penosa, stringeva il cuore vedere un Treviso senza capo nè coda, privo di qualsiasi schema se non palla lunga e pedalare, con voragini spaventose che si aprivano ad ogni acceleratina veneziana. Chiaro: stiamo parlando di un gruppo di sconosciuti mandati a morte certa contro gente di classe, che sta assieme da mesi e si allena quasi ogni giorno.

Nel calcio non si inventa nulla ed in questi casi il massacro è matematico. Ciò nonostante, è stato molto triste vedere questi ragazzi, pescati fra gli svincolati, eufemismo che sta per disoccupati, seppelliti da una doppia manita di reti fra i frizzi e lazzi di qualche buontempone in gradinata, mentre all’esterno un manipolo di ultras, sorvegliati discretamente dai carabinieri, se la prendeva oltre che con Nardin anche con Biasin, definito suo "maggiordomo" (altro eufemismo). La promessa è che in settimana arriveranno altri giocatori, la speranza è che alla fine la salvezza non resti una pia illusione, la domanda è, viste le premesse, se ne valesse davvero la pena. Questo mentre ognuno, Sundas in primis, rivendica il merito di aver procurato i giocatori: forse attorno a questo povero Treviso sta davvero girando un po’ troppa gente.

Poi il lato societario, ancora più incasinato. Mercoledì arriva Bisogno per ratificare il passaggio di proprietà, ma chi è autorizzato a vendere il Treviso? Nardin, presidente per la Figc veneta o Vissoli, l’unico riconosciuto dall’Agenzia delle entrate? E Dondi che fa? E il Comune sta trattando con un altro gruppo per dargli il Tenni la prossima stagione? Se non si farà presto chiarezza, di questo passo si rischia di ritrovarci con più di una squadra, o magari con nessuna.

I gol. A parte la tripletta di Corvaglia e la doppietta di Beccia, ex di ben altro Treviso, quello che era in C appena 6 anni fa, molto bella la rete di Francesco Turco, un destro a giro che ha chiuso la sarabanda. Turco, 20 anni, ? stato a Monopoli e Messina, ieri se l’erano dimenticati in un b&b della zona: alle 14, già allo scoramento, ha chiamato Blanditi che l’ha portato a Giavera in tempo.

Promossi e bocciati. Il migliore in campo, e di gran lunga, è stato Christian Montesi, classe 1999, agile ed abile portierino che Tito Tonella si sta coccolando, autore di almeno 4-5 parate portentose. Gli unici applausi sono stati per lui. E qualcuno ironizzava: «Mi raccomando, ora vendetelo subito...».

(La Tribuna di Treviso)