Segnatevi questa data: mercoledi 23 marzo 2005. Un tifoso di calcio, un tifoso normale, si chiederebbe: “C’è un
posticipo?”.
No, non c’è un posticipo. I padroni del pallone mercoledi 23 marzo 2005 prenderanno delle decisioni.
“Bisogna migliorare le entrate e diminuire i costi. La B spende 400 milioni e ne incassa 200. Il sogno è vendere il
PRODOTTO con uno spostamento al sabato per avere maggiore visibilità. Se ci stacchiamo, riusciamo a vendere meglio.
Questo è un dato certo”. (Enrico Preziosi presidente del Genoa e Comitato di presidenza della lega di serie B - fonte
Virgilio Sport)
È stata pronunciata la parola: “prodotto”.
Ci avevano provato già a ottobre, ricordate? Solo che i tifosi – meglio, i loro clienti – avevano già sottoscritto
l’abbonamento. Inoltre le TV non avevano garantito gli introiti sperati. E quelli che comandano nel calcio mercoledì
prossimo ci riprovano. Serie B stravolta. Soliti posticipi e anticipi. Le partite al sabato pomeriggio. Gironi
sperimentali nord/sud. Cos’altro?
Il calcio, per loro, è un prodotto, qualcosa che ha solo a che fare coi soldi. E gli affari oggi li fanno con Sky,
Mediaset, Rai, La7. I tifosi? Se c’è qualche fesso che va allo stadio al sabato pomeriggio, o magari sfidando il gelo
di un venerdì, un lunedì, un mercoledì sera, faccia pure. Sono fatti suoi.
Presidenti, i tifosi, quelli tradizionali, quelli che vanno allo stadio, quelli che vanno in trasferta, quelli che
definite “dodicesimo uomo in campo”, meritano rispetto, mentre per voi sono solo una seccatura.
Affermate di voler portare le famiglie allo stadio, ma chi andrà allo stadio, a spendere almeno 12 euro per una
curva, oltre 20 per entrare nei distinti, e chi acquisterà un abbonamento per venti e passa partite, quando con una
scheda prepagata da 9 euro tutta la famiglia, davanti al televisore, di partite può guardarsene tre? Perché portare
moglie e figlio allo stadio, al costo complessivo di 40, 50 o 60 euro, quando con 3 euro te ne stai insieme a loro,
al caldo, in casa, a vedere la stessa cosa sul 32 pollici?
Tempo fa Galliani affermò: “La differenza di prezzo dello stadio rispetto alla TV? È come vedere un film al Cinema
rispetto ad affittarsi un DVD”. Paragone poco felice. Il DVD infatti esce 4 o 5 mesi dopo la prima cinematografica.
Le partite in TV, invece, sono in diretta. Come lo sono allo stadio.
Volete il "calcio moderno", e noi tifosi tradizionali non ci faremo trovare impreparati. Agiremo quindi
"modernamente", con mezzi, argomenti e valori attuali, concreti. Anziché dividerci discuteremo tra noi tifosi, nel
rispetto delle nostre appartenenze e differenze. Siamo tifosi che pensano, che propongono, che pretendono. Non siamo
disposti a subire passivamente le vostre decisioni e il tentativo di trasformare la nostra "passione" nel vostro
"business".
Noi tifosi chiediamo per l’entrata allo stadio lo stesso prezzo che viene applicato per le partite in TV. Alle
condizioni attuali la disparità è enorme, assurda, mortificante. Chi preferisce lo stadio non può essere costretto a
disertarlo solo perché è un lusso che non si può permettere. Chiediamo una "parità di condizioni", poi sarà il tifoso
stesso a scegliere cosa preferisce.
Senza un riequilibrio dei prezzi, senza un considerevole abbassamento del costo dell’ingresso allo stadio, lo stadio
finirà col morire. E con esso il calcio.