Di questi tempi si mangia sempre di corsa, spesso fuori casa, e, se si pranza o cena a casa, la maggior parte dei piatti sono costituiti da cibi precotti o surgelati. Non parliamo dei minestroni o zuppe da servire in cinque minuti direttamente dalla busta al piatto! Sicuramente in alcune famiglie è rimasta ancora la passione per la cucina: non parlo di alta cucina ma della tipica e semplice cucina trevigiana.
Il riso fa parte dell’alimentazione in qualsiasi parte del mondo. A Treviso troviamo il risotto con la con la luganega, particolare salciccia bianca composta da spalla magra suina e pancetta senza cotenna e uno miscuglio di spezie detto “dosa” e il risotto con il radicchio rosso ormai famoso in tutto il mondo per la sua bellezza e il suo sapore. Rinnomato prodotto di questa provincia è il radicchio rosso di Treviso che offre infinite possibilità d’utilizzo gastronomico, dai primi piatti fino ai dolci e dessert. Affermato in Italia e nel Nord Europa ha delle foglie ben chiuse e avvolgenti e nella parte apicale il cespo tende a chiudersi, i lembi delle foglie sono di un rosso intenso mentre la costola dorsale è completamente bianca e croccante.
Molto apprezzabili sono anche il radicchio rosso di Treviso precoce e il variegato di Castelfranco ottenuto dall’incrocio tra il radicchio rosso di Treviso e l’indivia scarola a foglie larghe e da un particolare procedimento per l’imbiancatura.
Anche i radicchi selvatici sono da sempre componente essenziale della cucina trevigiana. Denominati “pissacani” crescono nei prati, vengono raccolti i più teneri e quindi uniti ai fagioli dando origine ai cosiddetti “Radici e Fasioi”.
Di certo non vanno dimenticati il risotto con i chiodini, il risotto selvatico e il risotto col “bisatto”.
Durante le sagre estive avrete sicuramente sentito parlare delle trippe in brodo piatto che ha radici profonde a Treviso. Particolare invece è la sopa coada una zuppa con carne di piccione risalente ancora al 500 che prevede una lenta e lunga cottura.
Fin dai tempi antichi l’uomo è stato cacciatore: anche oggi la tradizione di caccia continua nelle zone trevigiane. Nel medioevo veniva preparata un salsa particolare detta “peverada” adatta non solo ai sapori forti della selvaggina, ma anche agli animali da cortile in particolare la faraona. Altra ambita preda dei cacciatori è la lepre non solo per la bontà della carne, ma anche perchè costituisce un difficile bersaglio per il cacciatore. La lepre infatti grazie alla lunghezza delle zampe posteriori può correre velocissima, inoltre ha una vista, udito e olfatto tali che le permettono di essere attenta a qualsiasi pericolo. Una splendida cottura della lepre è nel pedemontano trevigiano.
Altro piatto presente nella cucina trevigiana è il Bollito che si compone di molte varietà di carni: scapino di manzo, gallina, lingua testina, cotechino e talvolta lingua salmistrata. La versione povera di questo piatto è la “ossada”: ossa di vitello e di manzo bollenti ricchi di parti gelatinose e cartillangini accompagnati da sale grosso e radice di cren gratuggiata.
La polenta si presentan insieme a moltissime pietanze in tutta Italia: a Treviso era accompagnata anche all’aringa, piatto della cucina povera preparato generalmente il mercoledì delle ceneri, o ai funghi o alla soppressa particolare salume trevigiano.
Un ortaggio molto importante nella cucina di Treviso è l’asparago nella sua varietà bianca, avente poche calorie e ricco di potassio e acido urico, coltivato nei paesi lungo il greto del Piave. Lo troviamo nei risotti e anche semplicemente con le uova sode.
Passando poi ai dolci, il tiramisù e la fregolotta sono definiti tipicamente trevigiani. Riguardo al tiramisù vi sono due storie: La prima narra che un oste, che lavorava appena fuori Treviso, non riusciva a vendere i panettoni che lui stesso per primo aveva importato da Milano. Così l’oste decise di tagliare i panettoni a fette,bagnarli di caffè, farcirgli con una specie di zabaione, ricoprendo il tutto con cacao amaro. A un conte che passò nell’osteria venne offerto il nuovo dol
L’ IMPORTANTE E’ CHE TU ESISTA