Setten: «Grazie a De Poli Treviso avrà il suo stadio»
Annunciato anche un contributo della Fondazione Cassamarca
Treviso
Non parla molto ma quando lo fa è un fiume in piena. Ieri mattina il presidente del Treviso, Ettore Setten, ha voluto incontrare i giornalisti per comunicare che Dino De Poli, presidente della Fondazione Cassamarca, si sta muovendo su diverse direzioni per aiutare la società di via Foscolo.
«L'Onorevole De Poli ha detto l'imprenditore di Basalghelle - è da sempre vicino alle sorti della nostra società e anche questa volta ha voluto testimoniare la sua presenza».
In che maniera?
«Ci ha procurato una sponsorizzazione non particolarmente elevata sotto il profilo dell'entità ma che ci riempie di soddisfazione sia perché a farlo è stato una Fondazione importante, gestita da un uomo di grande altruismo, ma anche perché la sua vicinanza è gratificante».
Tutto qui?
«De Poli si è anche impegnato a far realizzare un nuovo stadio ma non chiedetemi dove dovrebbe sorgere o se c'è un progetto, perché questo lo dovreste chiedere all'Onorevole».
Setten, non aggiunge altro, tuttavia sembra che la nuova struttura potrebbe sorgere su un'area privata, che si trova tra Bonisiolo e Zerman, facilmente raggiungibile perché vicina all'uscita dell'autostrada. Dovrebbe essere un impianto da 20.000 posti tutti coperti e, probabilmente, senza pista di atletica leggera.
Terminato il discorso sulla presenza della Fondazione Cassamarca e sullo stadio, il massimo dirigente biancoceleste si è poi soffermato sulla squadra che non gli sta certo regalando le gioie e i sorrisi che in estate sperava.
«Da Pisa in poi afferma - la squadra è entrata in crisi e non è più riuscita ad uscirne. Quel gol subito all'ultimo secondo del recupero non ci è costato solamente un punto ma l'inizio di un periodo difficile».
I play off rimangono un sogno?
«Ci siamo allontanati ma possiamo disputare ugualmente un campionato importante».
Il progetto parla comunque di tre anni, vero presidente?
«Si ma devo ammettere che quest'anno è stato fatto uno sforzo importante per allestire questa rosa e non so se potrò farlo anche il prossimo campionato».
La tifoseria è con lei ed è l'unico a non subire attacchi o contestazioni.
«Me ne sono accorto ma i nostri tifosi devono puntare sulla società perché quella rimane sempre, mentre i presidente vanno e vengono».
È una dichiarazione di resa?
«Assolutamente no ma questo è il sesto anno che sono presidente del Treviso e a volte ci si stanca soprattutto quando si è soli».
Potrebbe quindi passare il testimone?
«Adesso ci sono, domani anche, dopodomani vedremo».
Si sente deluso dalla latitanza degli imprenditori locali?
«Non tutti gli imprenditori danno al calcio. Ognuno decide cosa fare del proprio denaro e quindi abbiamo degli industriali vicini al ciclismo, altri ai motori, altri al basket, e così via».
Scusi se insistiamo, ma se qualcuno le chiedesse di vendere la società?
«Lo prenderei per il coppino e non me lo farei scappare».
Giampaolo Zorzo
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