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Treviso
La forza tranquilla. Siamo certi che Luca Gotti conquisterà subito i tifosi come ha conquistato ieri la stampa in un'intervista esclusiva a Radio Veneto Uno. Il nuovo allenatore del Treviso ha risposto alle numerose domande dimostrando grande disponibilità , preparazione e umiltà . Il tecnico rodigino trapiantato a Montebelluna si è raccontato a 360° gradi.
«Sono una persona semplice, serena, ma che prende decisioni - ha esordito il tecnico - Da giocatore non sono mai andato oltre la C2, ma mi sono formato anche fuori dal calcio, diventato comunque la mia vita. In pratica, alleno già da 10 anni. Tra le varie esperienze, allenare la Primavera della Reggina è stato un cambio di vita, poi con l'Under 17 ho avuto l'occasione di conoscere decine di talenti». La squadra biancoceleste gli ha fatto una buona impressione col Matrei: «Al di là dell'avversario, l'atteggiamento è stato più che positivo, bel modo di partire. L'idea della società è quella di vedere tutti i giocatori, e sono 32 in rosa, per scegliere i 19 over '86 più i giovani. Mercato? Ovvio che ho i miei pallini, ma so benissimo che la necessità della società è quella di mantenere un equilibrio economico, quello viene prima di tutto e lo trovo giusto». Gotti racconta della sua investitura-lampo. «Leggevo il mio nome sul giornale, ma non avevo mai parlato con nessuno. Poi il venerdì, giorno prima del ritiro, Setten chiede di incontrarmi nel pomeriggio. Abbiamo discusso e alla fine a notte fonda abbiamo trovato l'accordo sul tipo di rapporto e sul programma. Mi è dispiaciuto non partire coi ragazzi, ma volevo risolvere il contratto con la Federazione di persona. Abete è stato squisito, era orgoglioso che una società di B si affidasse a me». È stato lui a chiedere Pasa come secondo. «Lo conosco dai tempi del Bassano, un tecnico di grande esperienza e grande carattere».
Passando al piano tecnico-tattico, l'allenatore ha spiegato il suo pensiero. «Il mio credo tattico? In carriera ho provato tutto, la difesa a 3, a 4 o a 5, l'attacco da una a tre punte. Ho però le idee chiare su quello che serve al Treviso. Nelle mie squadre non possono mancare semplicità , corsa e voglia di far bene. Io comunque, sono uno che va incontro alle esigenze dei calciatori, sono al loro servizio e non viceversa, perché sono loro che vanno in campo». Affrontare il debutto in B lo carica. «Certo, sono inesperto per la categoria. Ma io credo che gli errori sono una risorsa per far meglio. E poi ho un entusiasmo fuori dal comune, fremo per andare in campo, credo sarà un valore aggiunto. Per me è un onore essere qui, un onore arrivare dopo Pillon». Infine, per i tifosi: «Sappiamo tutti che sarà un campionato difficile, spero lo capiscano e ci stiano vicino, ma mi auguro che già il 17 agosto in Coppa Italia ci presenteremo in una veste soddisfacente per chi ama i colori del Treviso».