LECCE, 15 ottobre 2008 - "Vincere". L’imperativo espresso da Lippi alla vigilia di Italia-Montenegro non ammette alternative. Vincere per valorizzare il pari di Sofia. Per andare in fuga nel girone di qualificazione a Sud Africa 2010. Per mandare un messaggio alla concorrenza: lottate per il secondo posto. E già che ci siamo, vincere per fare la storia, con Lippi ad un passo, anzi ad un punto da eguagliare il record di 30 partite senza sconfitte stabilito da Pozzo in un’altra epoca. E poi, a voler essere ingordi, o forse soltanto in linea con lo status di campioni del mondo, sarebbe bello vincere facendo spettacolo. O almeno giocando bene. L’Italia del Lippi bis ha collezionato finora due vittorie e un pari nelle gare che contano, ma di divertimento ne ha offerto proprio pochino. E se è vero che a livello mondiale non è che si vedano all’orizzonte nazionali che fanno spellare le mani dagli applausi, è altrettanto sacrosanto che un filo di più sul piano della manovra e delle giocate, sarebbe lecito attenderselo. Proviamo ad analizzare reparto per reparto gli obiettivi della serata.
DIFESA - È reduce da due partite in cui ha mantenuto la porta immacolata. L’ultima senza Buffon. Cannavaro è tornato lui, il rientro di Chiellini è stata una manna. Gli autoscontri difensivi di Larnaca, a Cipro, sono per fortuna uno sbiadito ricordo. Stasera contro un buon attacco, il reparto migliore del Montenegro, serve una conferma. E magari un po’ di intraprendenza in più sulle fasce, dove da Dossena, nuovo padrone della corsia sinistra in contumacia Grosso, è lecito attendersi un po’ più di personalità rispetto alle ultime uscite. Zambrotta è un veterano di mille battaglie sportive.
CENTROCAMPO - Il De Rossi degli ultimi tempi sembra Gulliver a Lilliput. Un gigante tra piccoletti. Si è appropriato del ruolo di playmaker, storicamente di Pirlo, con una naturalezza stupefacente. L’unica incognita è fisica: è reduce da un acciacco alla coscia destra. Gattuso pure lui non è al meglio, ma quello che può e non può dare è cosa nota. Ed è sempre bello averlo dalla tua parte. Discorso diverso per Aquilani. Ha un potenziale enorme: il limite è il cielo, ma bisognerebbe cominciare a salire in quota. È il suo momento, se lo deve prendere. Senza tentennamenti o alibi.
ATTACCO - Pepe si ritrova titolare per due volte in 4 giorni. Le sue prime presenze in azzurro. Ha esordito da vice-Camoranesi dimostrando personalità e attitudine per il ruolo di esterno destro del tridente. Adesso è legittimo provare chiedergli qualcosa di più sul piano della concretezza sottoporta. Un altro gradino da salire. Di Natale sembra aver respinto l’assalto alla sua maglia di Rossi. A Sofia non ha brillato, ma resta una certezza. Poi Gilardino: 28 presenze e 10 gol in azzurro. Tanta roba. Però deve ancora consacrarsi come centravanti della Nazionale, sul livello dei Vialli, degli Inzaghi, dei Vieri, di grandi del ruolo che lo hanno preceduto in azzurro nel recente passato. Con Toni squalificato, il Gila non ha pressioni: l’Italia giocherà per lui. E al "Via del Mare" di Lecce ha già segnato tre anni fa con la Moldova: il pubblico salentino gradirebbe il bis.
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