00 19/01/2009 13:18
da www.barilive.it/sport/news.aspx?idnews=12258


18 gennaio 2009
Difendersi in maniera ordinata è una nota di merito
La lavagna tattica di Treviso-Bari
Occorre solo irrobustire ancor più le fondamenta della squadra

di Christian Montanaro

Difendersi, quando lo si fa in maniera ordinata, è pur sempre una nota di merito. Il Bari ieri nel secondo tempo si è difeso contro un Treviso che, con Musetti prima e con Beghetto dopo, avrebbe potuto trovare la rete del momentaneo pareggio.
Il calcio, però, come si sa è deciso da episodi e la formazione di Gotti, pur volenterosa, non avrebbe comunque meritato il pari contro un Bari che era stato nella prima frazione di gioco a tratti devastante.

I difetti del resto ci sono e ci saranno sempre e valgono per ogni squadra di calcio esistente al mondo, dalla prima all’ultima. Ogni occasione è buona per migliorarsi, ma poche critiche si possono davvero appuntare ad una squadra che al giro di boa si è inaspettatamente ritrovata seconda in classifica, pur con un organico non di primissimo piano.
Ieri pomeriggio Antonio Conte ha confermato di saper essere un allenatore versatile, dapprima invertendo di ruolo Kamata e Lanzafame, quando si era accorto che Pianu, l’ex, ringhiava sulle caviglie del franco-angolano, e poi abbottonando la squadra con gli inserimenti prima di Donda e poi di Doumbià e Ranocchia.

Lo spirito di sacrificio lo hanno dimostrato tutti in campo, dai soliti inesauribili De Vezze e Gazzi, fino a un Ciccio Caputo di una encomiabile generosità sulla fascia destra nella ripresa, quando occorreva difendere il risultato.
Ci son volute due autoreti, è vero, ma non dimentichiamo che a Treviso ieri è salito in cattedra un Guardalben baciato da Dio, abile a respingere tutto e tutti.
Nel primo tempo, cioè, il Bari con un portiere avversario meno ispirato, avrebbe potuto concludere il match sul risultato ineccepibile di tre a zero.

Invece, per aggiudicarsi l’incontro, è stato decisivo l’ennesimo guizzo di un Barreto assai mobile (che ha procurato l’espulsione di Bonucci) e la velocità del neo arrivo Doumbià (che deve ancora ambientarsi, ma ha già dimostrato le sue qualità podistiche).
Soluzione in più quest’ultima che non guasterà. Come quella di Lanzafame (in progresso ieri) e di un Edusei tutto da scoprire.
Il Bari da questo punto di vista è ancora un cantiere aperto, ma le fondamenta ci sono. Tutto sta a irrobustirle con un’altra colata di cemento.