00 14/01/2009 23:21
Gianmarco sulle orme di Zigogol
FIGLI D'ARTE. L'EREDE DI GIANFRANCO GIOCA IN ATTACCO NELLA PRIMAVERA DEL TREVISO ED È GIÀ ANDATO A SEGNO OTTO VOLTE, È IL CAPOCANNONIERE DELSUO GIRONE
«Mi ha sempre seguito, mi ha insegnato tante cose Giocare a Verona? Magari, si realizzerebbe un sogno»



Gianmarco Zigoni con la maglia del Treviso con un baby del Verona

Apre gli occhi e dialoga con il Mito. Non capita a tutti. Gianmarco Zigoni ha avuto la fortuna di nascere «figlio d'arte». Papà Gianfranco faceva il calciatore. Genio, follia, talento. Immagini ormai consegnate al passato. L'immortalità calcistica come premio finale. L'amore di Verona e dei veronesi come ricompensa. Chissà quante storie ha raccontato Zigogol a Gianmarco, anche lui attaccante, anche lui innamorato del calcio.
Il piccolo Zigo, oggi 17enne, veste la maglia del Treviso, gioca in Primavera, segna spesso e oggi con le sue otto reti è finito improvvisamente alla ribalta. Emersione rapida. In attesa, magari, della consacrazione.
Gianmarco, pesa chiamarsi Zigoni?
«A volte sì. Prima di entrare in campo però. Poi, appena l'arbitro fischia l'inizio della partita, penso solo al pallone, la pressione non la sento più. Gioco e...basta».
Papà cosa ti dice?
«Chi è timido fa poca strada. In campo mi ha insegnato come si fa a tenere palla. Quando è mia, è solo mia».
Zigo era davvero un grande calciatore?
«Penso di sì. Me lo dicono gli altri. Dal vivo non l'ho mai visto. Mi fido».
Ma l'hai vista la foto di tuo padre con la pelliccia in panchina al Bentegodi?
«Sì...e cosa devo dire? Mi sono messo a ridere».
Era un mito per i veronesi e più volte ha detto: vorrei che Gianmarco rivestisse la mia maglia...
«Perchè no? Sarebbe bello un giorno giocare a Verona. Lì ho i miei nonni. Lui me ne ha parlato sempre molto bene. Chissà...»
Il tuo mito?
«Del Piero».
La tua maglia?
«Il nove».
La pazzia che papà ti ha raccontato?
«Derby con il Vicenza: entra dalla panchina, segna e poi va negli spogliatoi. Ha deciso lui. Senza dire niente a nessuno».
Zigo si considera l'ultimo dei...poeti. Tu cosa dici?
«L'ultimo forse no. A lui piace sempre esagerare, ama lo scherzo. Maradona e Pelè dove li mettiamo?».
Tu, lui e il calcio. Che inizio è stato per te?
«Bello, ho iniziato ad Oderzo nell'Opitergina. Papà era sempre al campo. Allenava. Non me, ma gli altri ragazzi. Ma era lì presente, un punto di riferimento».
Il calcio di oggi permetterebbe al vecchio Zigoni di esprimersi al meglio?
«Non lo so. Ma il calcio di oggi, di sicuro, è molto diverso da quello del passato. È più fisico, più veloce».
Il tuo sogno?
«Giocare a calcio, sfondare nel professionismo, sarebbe il massimo».
E Zigo che dice?
«L'ho detto, mi ripete sempre: non farti impressionare, vai per la tua strada».
Simone Antolini

Simone Antolini