Premessa: l'intervento che seguirà è chiaramente off-topic, ma sono costretto a scrivere qua perchè altrove non mi è ancora concesso.
Ieri sera, come voi tutti, ho provato una grande tristezza. Un simile epilogo era già stato ampiamente preventivato, eppure la retrocessione del Treviso in Lega Pro (se tutto andrà per il verso giusto..) è stata davvero una bella mazzata. Purtroppo la stagione dei biancocelesti rasenta la sfortuna e la mediocrità, tanto a livello sportivo quanto a livello societario. Mai un acuto, mai una prestazione in grado di segnare una svolta in senso positivo. Anche quando la squadra è stata in grado di strappare applausi e consensi (mi vengono in mente, su due piedi, i successi casalinghi contro Piacenza, Empoli e Brescia) la situazione societaria ha prontamente soffocato sul nascere ogni entusiasmo e, spero di sbagliarmi, ogni residua motivazione. La verità è che un pò tutti abbiamo vissuto questa stagione con la mente altrove e la spada di Damocle del fallimento non ha mai smesso di incombere sulla testa di chi, in campo e fuori, ama e lotta per questi colori. Dispiace per i tifosi, quelli veri (se preferite, mi auto-escludo dalla categoria..), quelli che, nonostante tutto, non hanno mai smesso di crederci e sostenere i ragazzi. Dispiace per Gotti, persona semplice e trasparente come poche: non meritava un esordio del genere, non lui che ha sempre voluto assumersi ogni responsabilità, evitando di nascondersi dietro ad alibi che pure avevano un loro fondamento concreto. Dispiace per Setten, che a dire il vero non è esente da colpe ma a cui va riconosciuto un costante e sincero attaccamento al Treviso. Dispiace per chi, in campo, non ha mai mollato: Gissi, Pianu, Beghetto, Scurto, Scaglia e Smit. Dispiace per chi, in società, ha sempre lavorato a testa bassa, con dedizione, nonostante stipendi in ritardo e zero certezze. Dispiace, non c'è altro da aggiungere. Però allo stesso tempo ritengo che questa retrocessione possa avere i propri effetti positivi. Forse qualcuno avrà capito che, per gestire una società di Serie B, occorrono requisiti fondamentali quali esperienza, coerenza e programmazione. Forse qualcuno avrà capito che non sempre, quando si punta l'arco molto in alto, la freccia cade più lontana. Mi riferisco ha chi ha sempre sognato in grande, a chi si è ostinato a ribadire che persino un'onesta Serie B è troppo poco per una città come Treviso. Forse qualcuno avrà imparato a volare basso, che nella vita non si sa mai cosa può succedere...Ad ogni modo, si riparte: forse non dalla Lega Pro, ma in ogni caso con una grande lezione di cui fare tesoro..