00 06/07/2011 21:54
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Lega Pro, Mario Macalli a Calciopress

(Calciopress-Enrico Losito) Un fiume in piena, anzi un vulcano in eruzione. La definizione calza perfettamente a Mario Macalli, presidente della Lega Pro. Tra presente e futuro della Terza serie, la nostra “chiacchierata” semina spunti per il torneo che verrà, ma non mancano le “stoccate” al calcio dei grandi.

Ancora problemi per le iscrizioni della società in Lega Pro. I suoi appelli per una gestione più oculata sono caduti nel vuoto? “Non saprei. Io posso solo fornire delle direttive, ma poi riscontro le medesime difficoltà in ogni stagione. A questo bisogna aggiungere che non ci sono soldi e quelli che ci sono vengono sperperati. Inoltre anche le organizzazioni sindacali dei calciatori non ci sono di supporto. Con loro non siamo riusciti a raggiungere un accordo riguardate i giovani.
Ci sono club blasonati in crisi, le cito la Salernitana su tutti, si continua a parlare di politica dei giovani, ma in serie A il problema principale è legato all’inserimento in rosa del secondo calciatore extracomunitario. Esiste una logica in tutto questo? “Questo è un problema che riguarda le squadre di serie A che devono partecipare a delle competizioni internazionali, per questo devono cercare di essere altamente competitive. Il Coni ha delle quote ben precise per la regolamentazione degli ingressi e delle uscite. Personalmente noto un afflusso di 200-300 extracomunitari all’anno nel nostro paese: questi atleti, però, nei loro paesi non giocano e magari diventano calciatori in Italia. Questo non va assolutamente bene e di sicuro non può farci piacere. Ci sono delle regole che devono essere rispettate. Questo non significa che ho dei pregiudizi verso i calciatori extracomunitari, ma se arrivano che siano davvero validi. In ogni caso sarei contento se crescessero i ragazzi dei nostri vivai”
Per i diritti televisivi della stagione che verrà, la Lega Pro avrà sempre le briciole o si è mosso qualcosa? “C’è una legge statale: del 10% dei profitti derivati dai diritti tv, il 6% dovrebbe essere diviso tra la serie B e la Lega Pro. Ad oggi noi abbiamo visto solo le briciole forse lo 0,50% da dividere con tante società. Il prossimo 31 agosto saranno i giudici a stabilire con una sentenza quanti soldi ci spettano. Vedremo il denaro che non hanno incassato le nostre società che hanno problemi economici e a volte falliscono”
Lei ha parlato in Terza serie di presidenti-benefattori. E’ sempre della stessa opinione? “Io li chiamo benefattori, lei come li chiamerebbe?! Possiamo utilizzare molteplici aggettivi ma la sostanza non cambierebbe. Non esiste un presidente più bravo degli altri, perchè sfido chiunque in queste condizioni a chiudere un bilancio in pareggio. Non c’è più mercato, entrano tanti extracomunitari che esercitano sicuramente più appeal rispetto ad un giovane formato in casa. Si cerca “l’elefantino” da mandare in campo per accontentare il pubblico. Attualmente i nostri presidenti non hanno alcun ritorno economico. Sono imprenditori spesso legati al territorio e rassegnati a rimetterci tempo, soldi e anche umiliazioni dalla tifoseria se la squadra non raccoglie risultati”.
Ci sono delle società che porterebbe come esempio gestionale? “Questo calcio non fornisce certezze. Ogni anno partono corazzate: penso alla Salernitana, al Verona e alla Cremonese nello scorso torneo. E poi magari vengono promosse Gubbio e Juve Stabia. Anche lo stesso Novara ci ha messo 50 anni per risalire la china. Questo torneo non ha una logica, ci sono presidenti-imprenditori che raccolgono risultati spendendo tanto; altri, invece, hanno poche disponibilità economiche e aguzzano l’ingegno per tirare avanti. Diciamo pure che alla fine le società più valide sotto il profilo gestionale sono quelle che riescono a sopravvivere”
La Lega Pro che vorrebbe? “Vorrei una Lega con presidenti che non siano servi e vassalli delle grandi società di serie A. Bisogna riacquistare dignità. Alcuni presidenti credono di costruire grossi progetti facendosi prestare a titolo oneroso dei calciatori dai grandi club. Io credo che dovrebbe essere il contrario: Juve, Inter, Milan e tutte le altre grandi dovrebbero pagare le nostre società per valorizzare i loro giovani, invece accade l’esatto contrario. Per questo le dico: si tengano i loro atleti in esubero e i nostri club valorizzino i ragazzi delle rispettive Berretti. Gradirei anche più rispetto e dignità nei confronti delle istituzioni. Sto cercando di migliorare la Lega Pro con tutte le mie forze e ci proverò sino alla fine del mio mandato. Se ci riuscirò riguardo ai regolamenti e ai diritti televisivi, di sicuro avrò compiuto un passo gigantesco anche per i nostri presidenti. Sono realista ma fiducioso. Vedremo”.
Enrico Losito – www.calciopress.net
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